Lorena Loiacono
di Lorena Loiacono
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professioni sanitarie: calo di domande di ammissione, il lavoro non c'è

La crisi dei camici bianchi è da codice rosso e le professioni sanitarie perdono quota. Sono finiti i tempi in cui, per un banco nel corso di studi di infermieristica o di fisioterapia, c’era la corsa al test.

Da due anni a questa parte, infatti, il calo di iscrizioni è evidente e vertiginoso. Come mai? Non ci sono più posti di lavoro disponibili e la ricerca si sposta altrove. A registrare la tendenza negativa è Angelo Mastrillo, dall’Osservatorio della Conferenza nazionale dei corsi di laurea delle professioni sanitarie, che dati alla mano mette in evidenza il calo che ha investito i 22 corsi di laurea di professioni sanitarie.

IL CROLLO – Secondo le statistiche dell’Osservatorio, per l’anno accademico 2014-2015 le domande di ammissione hanno riportato un importante segno meno scendendo del 16,6% rispetto allo scorso anno. E non è tutto: il 2013-2014 a sua volta registrò un -11,5% e il 2012-2013 un ulteriore -3,1%. E’ evidente quindi che si tratta di un fenomeno in crescita, per di più in maniera esponenziale, che va ad aggravarsi di anno in anno. Solo quest’anno, infatti, sono scomparsi 17.530 aspiranti professionisti passando dai 105760 dello scorso anno agli attuali 88230 candidati. Per leggere questi dati nella maniera più corretta va comunque specificato che, quest’anno, sono stati eliminati il 2,7% dei posti a bando, passando dai 27.338 dello scorso anno ai 26.608 disponibili ora, il numero dei corsi è quindi passato da 455 a 452 e le sedi formative sono state ridotte da 776 a 750.

CHI RESISTE E CHI CROLLA – Nel calo generale ci sono comunque indirizzi di studio ancora appetibili, primi fra tutti fisioterapia, logopedistica e dietistica. Ed ecco perché: se le assunzioni di nuovi infermieri, ad esempio, sono ferme per il blocco del turn over in molte realtà del servizio sanitario nazionale, resistono quelle professioni che possono trovare spazio nelle realtà private. Come la dietistica. Indirizzi che registrano comunque un calo ma che restano tra i migliori come rapporto domande di ammissione/posti disponibili. Il corso per fisioterapista vede scendere il rapporto D/P da 13,9 a 12,3, segue logopedista da 11,1 a 9,0 e dietista da 7,1 a 6,7. Il tecnico ortopedico è l'unico ad aumentare e passa da 1,8 a 2. L'infermiere scende da 2,2 a 1,8 e, fanalino di coda, gli ultimi 3 classificati: tecnico audiometrista da 1,4 a 1,3, terapista occupazionale che va da 1,1 a 1 e assistente sanitario che scende da 0,9 dello scorso anno a 0,8.

IL CASO DI INFERMIERISTICA – Il calo di infermieristica va esaminato nello specifico anche perché fa da cartina di tornasole con la tendenza che regola le domande di ammissione: il tutto, è chiaro, è strettamente legato con i livelli occupazionali del post-laurea. Fino a 5 anni fa, il titolo di infermiere professionista, garantiva quasi al 100% un’occupazione. Oggi no. E i dati sono ben lontani da quella rosea realtà: dalla rielaborazione dei dati Almalaurea, effettuata dal dott. Mastrillo, si evidenzia un calo occupazionale che va dal 94% del 2007 al 63% del 2012, un corposo -31%. E la proporzione con le domande di ammissione è immediata: sui circa 16.000 posti a bando, le domande sono scese da 42.897 del 2012 a 28.151 del 2014. Si tratta di un taglio del 34,4%, vale a dire -14.746 domande in meno e così scende anche il rapporto D/P che va da 2,7 a 1,8.

LE UNIVERSITA’ TAGLIANO – Meno richiesta, meno offerta. E’ il mercato che comanda e la regola, in questo caso, non riguarda solo il mercato del lavoro. Anche i singoli atenei, infatti, si sono adeguati a questo calo di domande attivando sempre meno corsi: la media nazionale è di 11 su 22. Ha mantenuto tutti i 22 corsi previsti, infatti, solo l’università Statale di Milano. Al secondo posto c’è La Sapienza di Roma 1 con 20 corsi, Genova e Roma Tor Vergata con 19. I peggiori classificati sono Campobasso con soli 3 corsi, Roma Campus solo 2 e infine 1 per Milano Humanitas. Quanti sono i posti disponibili? Superano il migliaio solo 5 Università: Roma Sapienza 1 con 3.077; Milano 1.462, Roma Tor Vergata 1.393, Padova 1.299 e Verona con 1.009.