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Marco Parentin, primo ingegnere quantistico d'Italia
Fonte: La Repubblica

Una giornata memorabile per il Politecnico di Torino, ma soprattutto per Marco Parentin, il primo laureato in Ingegneria quantistica in Italia che, con un brillante 110 e lode, ha inaugurato un percorso accademico che promette di rivoluzionare il mondo della tecnologia.

Questo storico traguardo è stato possibile grazie al nuovo corso di laurea magistrale lanciato dall'ateneo torinese, pensato proprio per formare i professionisti dei mestieri del futuro e ridurre il divario tra domanda e offerta nei mercati del lavoro che verranno. 

Inoltre, insieme a Marco, hanno festeggiato anche i primi tre ingegneri in Agritech, segno di quanto il Politecnico sia attento alle nuove frontiere dell'innovazione.

Indice

  1. Chi è Marco Parentin
  2. L'emozione di essere il primo
  3. Idee chiare ma un futuro ancora da costruire

Chi è Marco Parentin

Marco Parentin ha 24 anni e ha dimostrato una determinazione e una passione incredibili per il suo percorso. Originario di Trieste, da sempre appassionato dalle materie scientifiche, si è trasferito in città dopo la laurea triennale in Ingegneria elettronica e informatica.

La sua tesi, dal titolo "Onset of superactivation of quantum capacity", è stata discussa in un luogo d'eccezione: l'Università di Cambridge

Marco ha avuto relatori di altissimo livello, tra cui la professoressa Nilanjana Datta e il dottor Bjarne Bergh di Cambridge, nonché il professor Riccardo Adami del Politecnico di Torino, figure la cui "presenza e la loro fiducia sono state importantissime", racconta a ‘La Repubblica’ il giovane neolaureato.

L'emozione di essere il primo

Essere il primo in assoluto in un campo così innovativo, racconta Marco appena terminati i festeggiamenti per il suo 110 e lode, è "emozionante". 

Ha spiegato di essere riuscito a laurearsi prima dei suoi colleghi grazie alla scelta di una tesi teorica, "più gestibile in termini di tempo rispetto a quelle sperimentali".

Una tesi, la sua, focalizzata sulla comunicazione quantistica e sulla correzione degli errori in un "canale rumoroso": un problema cruciale nel mondo delle comunicazioni, ma applicato al contesto quantistico.

"Ci sono stati momenti difficili, ho dovuto anche fare piccoli sacrifici - ammette Marco, ma sempre con piacere perché in questo percorso credo molto. Così come credo nelle potenzialità dell’ingegneria quantistica: c’è qualche scettico ma il tempo ci darà ragione". 

Una dichiarazione che lascia trasparire non solo grande consapevolezza, ma anche una visione lucida sul potenziale di questa disciplina.

Idee chiare ma un futuro ancora da costruire

Il mondo aziendale, intanto, lo ha già "corteggiato". Ma lui ha le idee chiare: "Ho preso contatti ma ora voglio continuare nel campo della ricerca accademica. Sogno di diventare un professore universitario. So che non è facile ma sono molto motivato". E riguardo alla sua permanenza in Italia, dice: "Ancora non lo so, non escludo nulla. È una possibilità come le altre". 

Per il momento, però, Marco si gode soprattutto le vacanze, un periodo di meritato riposo dopo un percorso intenso: "È stato impegnativo arrivare a luglio pronto per la laurea e ora ho bisogno di staccare, poi manderò richieste e mail per capire dove andrò a finire, con la convinzione che sarà la scelta giusta. Ci sono colleghi che delineano il dottorato prima dell’alloro, io ho preferito aspettare per fare una scelta ragionata. Ho corso prima, ora freno".

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