ImmaFer
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studente fuoricorso

Il post che ha dato il via alla discussione nasce da una riflessione personale: uno studente di 24 anni, a sette esami dalla fine della triennale, scrive su Reddit per cercare conforto sulla sua condizione da fuoricorso.

“Sarà l’arrivo dell’inverno, sarà lo stare sempre in casa e la depressione stagionale, sarà l’aver scoperto di essere neurodivergente, ma non riesco a non pensare ogni giorno a questa situazione in cui mi trovo”, racconta. “Trovarsi così mentre i tuoi amici hanno quasi finito la magistrale e/o lavorano da un pezzo è davvero deprimente”. 

Il messaggio ha acceso gli studenti, che hanno colto al volo l'assist per condividere le loro esperienze, tra ansia, rallentamenti, cambi di percorso e lavoro, che li hanno portati a ritrovarsi fuoricorso.

Indice

  1. 9 anni di università: "Ho imparato tanto"
  2. Il peso degli anni del Covid
  3. L'importanza di seguire la propria strada
  4. “Mi sono laureato a 29 anni, ma non ho mollato”
  5. Procedere con una strategia
  6. In ritardo, ma non per il mondo del lavoro
  7. Un fenomeno comune, tante storie diverse

9 anni di università: "Ho imparato tanto"

Uno dei commenti più lunghi arriva da chi racconta di aver concluso il proprio percorso dopo nove anni totali tra triennale e magistrale. “In triennale ho aspettato fino all'ultimo per dare esami che pensavo difficili, poi quando è entrata l’adrenalina li ho bruciati tutti in un anno”, scrive.

Le difficoltà maggiori sono arrivate dopo: “In magistrale una serie di coincidenze sfortunate, una crisi di ansia mista a ipocondria, mi hanno fatto deprimere. Ho pensato che la laurea magistrale non fosse il mio destino, ho mollato e sono andato a lavorare”.

Dopo un periodo di pausa, il ritorno all’università è stato decisivo: “Senza mollare il lavoro, sono tornato in uni e ho finito. Non mi pesa affatto aver speso 9 anni anziché 5, credo di essere maturato molto. I dubbi e le incertezze che avevo dovevano essere chiariti in qualche modo”.

Il peso degli anni del Covid

Molti utenti citano la pandemia come una delle cause principali del rallentamento negli studi. Un ragazzo racconta: “Mi sono iscritto a ingegneria nel 2018, nel 2019 avevo dato tutti gli esami del primo anno con media del 27. Poi il Covid e lo studiare da casa mi hanno distrutto mentalmente”.

Per due anni, dice, ha dato solo un paio di esami all’anno: “Nel 2021 ho trovato un lavoro in un residence e mi ha tenuto impegnato per un paio d’anni. Mi sono ripreso nel 2023 e mi sono laureato nel 2024, a 26 anni”.

Ora frequenta la biennale di secondo livello: “In magistrale non c’è alcuna pressione sociale. Siamo tutti tra i 25 e i 29 anni, e non è nulla di anormale finire una triennale a 24 o 25 anni”.

L'importanza di seguire la propria strada

Un’altra testimonianza arriva da chi spiega di aver accumulato ritardi per una combinazione di fattori: “Triennale con due anni di ritardo e magistrale (se riesco a laurearmi) minimo un anno. Miscuglio di cambio corso di laurea, tirocinio, lavoro e problemi di salute”.

Aggiunge però una nota di realismo: “Ne ho conosciuti tanti come noi, siamo più di quel che sembra. In triennale avevamo gente tra i 17 e gli 80 anni, in magistrale tra i 22 e i 40. La mia strada è la mia, faccio tutto un passo alla volta”.

“Mi sono laureato a 29 anni, ma non ho mollato”

Un altro utente riporta di un percorso lungo e faticoso: “Mentre tutti lavoravano e finivano gli studi, io ero bloccato in un limbo quasi infernale. Alla fine mi hanno proposto un lavoro sottopagato che però mi ha salvato”.

Con il tempo, però, è riuscito a conciliare lavoro e studio: “Ho concluso il percorso con tanti sacrifici. Ora sono alla terza azienda e non mollo. Mi sono laureato tre giorni fa, a 29 anni, e lavoro da quattro”.

Procedere con una strategia

C’è anche chi sottolinea come siano state soprattutto motivazioni personali ad aver inciso pesantemente sul percorso universitario: “Avevo iniziato la magistrale in ritardo per via del B2, poi un grave problema di salute di un familiare mi ha costretto a interrompere tutto per sette mesi. Sono stati i giorni più bui della mia vita”.

Oggi, in base alla sua esperienza, consiglia agli altri di procedere per piccoli passi, con una strategia: “Piuttosto che stare ore sui libri senza combinare nulla, pianifica mezz’ora al giorno e aumenta gradualmente. Tenta gli esami anche se non sei preparato: nel peggiore dei casi fallisci, ma almeno provi. A volte basta una domanda giusta per passare”.

In ritardo, ma non per il mondo del lavoro

Tra le storie condivise, c’è chi ha scelto di dare priorità ad altro: “Sono tanti anni in ritardo, ma nel frattempo ho fatto un master con borsa di studio e ho lavorato. Ora mi mancano due esami e sto per firmare un contratto”.

Essere andato fuori corso, per questo studente, non ha fatto differenze nel trovare o meno un lavoro, e non è l'unico a vederla così: "Sono andato tre anni fuoricorso e mi sono laureato in triennale mentre gli altri finivano la magistrale. Sono stato tra i primi a trovare lavoro e prendiamo tutti lo stesso stipendio. Tornassi indietro, farei lo stesso”.

Un fenomeno comune, tante storie diverse

Dalle testimonianze emerge un quadro variegato: ansia, pandemia, lavoro, salute, cambi di percorso, o semplicemente tempi diversi di maturazione.

Lasciandoci una lezione importante: il fuoricorso non è un’eccezione, ma una realtà comune a molti studenti. Dietro ogni ritardo, c’è spesso una storia personale di adattamento, ricerca e resistenza. E da come raccontano gli utenti di Reddit, segue una carriera che non ha nulla da invidiare a chi si è laureato nei tempi stabiliti.

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