
Apri gli occhi: sono le sette, e, nonostante una velata nebbiolina che aleggia sulla tua città universitaria, affacciandoti alla finestra noti qualcosa di strano: c'è la luce fuori. E non quella triste massa di fotoni che propaga da quegli smilzi e grigi lampioni che popolano la tua via, ma dal cielo.
Il primo istinto è quello di imprecare, temendo che in realtà sia già tardi e dovrai farti passare gli appunti da qualcuno che si è svegliato in tempo per andare a lezione. E invece no, è solo l'allungarsi delle giornate, una delle prime caratteristiche della primavera. Non sarà solo il coccolone da sveglia in ritardo putativa a molestare le tue stanche membra da universitario: ci sono almeno altri sei motivi per odiare la primavera.
6. I vestiti
Sono molte le cause legate all'abbigliamento che dovrebbero farti odiare la primavera. Il primo su tutti è il fatto che un minimo di movimento ti causa pezze di sudore in zone strategiche, come le ascelle, antiestetiche e terribilmente fastidiose. Poi il doversi vestire a cipolla, cosa che ti fa passare dalla deliziosa condizione di kebab a quella di appendiabiti umano nel lasso di tempo che occorre per capire di aver indossato troppi strati (che coincide con la distanza utile per rendere la casa irrimediabilmente lontana). Infine, dedicato alle ragazze, con la primavera arriva quel periodo dell'anno in cui, volenti o nolenti, bisogna riprendere quella terribile azione che è la depilazione: caviglie all'aria libera e graziose gonnelle a ruota e senza calze non lasciano scampo quando si tratta di peluria superflua. E quindi vai di rasoi dell'ultimo minuti, cerette al retrogusto di sofferenza e creme depilatorie al napalm. Aaaah, che meraviglia la primavera.
5. Il polline
Vedi il sole fuori dalla tua finestra e non riesci a resistere a una bella passeggiata. Esci in strada e inizi a vedere piccoli batuffoli di lanuggine agli angoli delle vie: guardi avanti e assisti all'imbarazzante scena di un'orgia di polline che lussuriosamente genera nugoli bianchi sul suolo pubblico. Scatenando in te una fulminante allergia e un incredibile senso di solitudine.
4. La stanchezza
... O spossatezza, pesantezza, totale assenza di voglia di vivere. Corollario dell'incombere della primavera è il bruciore degli occhi e la voglia di dormire estrema. Non è rilevante la quantità di ore che spendi a dormire, o il fatto che tu spenda metà del tuo stipendio mensile in integratori talmente energizzanti che a confronto la pozione di Obelix è latte al cioccolato. L'importante è che da quando ti alzi dal letto fino a quando ti corichi una strana sensazione di fastidio nei confronti dell'attività ti pervade. Per poi lasciare spazio all'insonnia quando tocchi il cuscino.
3. il caldo
L'abbiamo già menzionato, ma il caldo merita un approfondimento tutto suo. Il caldo primaverile è quello che ti fa sudare se hai i vestiti e che ti abbandona non appena cala il sole. Lasciandoti in balia di raffreddore e altre turpi pestilenze. Ma non solo, è anche quello che inizia a rendere le biblioteche nel pomeriggio delle lussuosissime saune, in cui potrai depurarti di tutte le tossine che popolano il tuo corpo mentre studi.
2. Social network
Tu sei seduto alla tua scrivania e mesto ti cerchi di applicare allo studio, mentre il caldo, l'allergia da polline, lo stordimento ti devastano l'anima e ti maltrattano la sanità mentale. Per staccare un po', come al solito, accedi a Facebook e questo ti fa una grande pernacchia quando inizia a mostrarti gente al parco, baci appassionati di fronte a paesaggi marini, piedi in acque cristalline, viaggi di primavera, fiori, cuori, amori, gioia, felicità, colori, serate miti e gite in bicicletta. Mentre per te, la vita ora è un pendolo tra il sudore e gli esami.
1. L'ora legale
Ormai è arrivata, ma abituarvisi è estremamente difficile. La mattina arriva troppo presto, l'ora di pranzo troppo tardi. Il fatto che il sole tramonti dopo per te vuol dire solo che avrai più ore di sofferenza giornaliera da spendere in biblioteca sui tuoi appunti. La patologia che in gergo scientifico prende nome di rincoglionimento acuto è una rapida conseguenza di questo momento dell'anno, e il fatto di avere la capacità di analisi della realtà di un trifoglio ti rende propositivo nei confronti della vita come un certo Giacomo. Leopardi.E adesso, sorridi, che manca ancora poco alla prova costu... ehm, estate!
Andrea Buticchi