Cristina.M
di Cristina Montini
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Neet, giovani e disoccupazione

Non studio, non lavoro, ma dormo. Sono 2,2 milioni i giovani che la mattina non si alzano né per andare in ufficio, né per incontrare prof e altri studenti. Una generazione di fannulloni? Macché, i giovani “Neet” sono il prodotto di una crisi dell’occupazione che sta crescendo sempre di più.

NEET - Li chiamano “Neet”, Not in Education, Employment or Training, i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non sono iscritti a scuola o università, non seguono corsi di formazione e nemmeno lavorano. E Bankitalia li ha contati: sono 2,2 milioni.

GIOVANI IN CRISI - Il Rapporto sulle Economie Regionali della Banca d’Italia lo dice chiaramente, la percentuale dei Neet è in decisa crescita: dal 20% registrato tra il 2005 e il 2008 si è arrivati oggi al 23,4%. E da Bankitalia fanno sapere che “l’aumento è stato più marcato nel Nord e al Centro, meno pronunciato nel Mezzogiorno, dove tuttavia l’incidenza di giovani Neet era prossima al 30 per cento già prima della crisi”.

IDENTIKIT DEL NEET - Se poi andiamo ad analizzare le caratteristiche del Neet notiamo che si tratta più spesso di donne (sono il 26% contro il 20% degli uomini), di non diplomanti o di laureati e di persone che vivono con almeno un genitore, ma attenzione a chiamarli perdigiorno. Si tratta di giovani che non trovano lavoro e che ogni giorno sono alle prese con la spedizione di decine e decine di curriculum o, nella peggiore delle ipotesi, di ragazzi che hanno rinunciato a cercare un’occupazione perché scoraggiati dai troppi “no” ricevuti.

PROSPETTIVE POCO ALLETTANTI - Il tasso di disoccupazione era già alto, ma la crisi economica non ha fatto che peggiorare la condizione, in particolare, dei giovani. Se sei giovane devi fare esperienza, se sei giovane puoi aspirare ad uno stage, se sei giovane forse hai diritto ad un misero rimborso spese. E così la disoccupazione cresce e le potenzialità dei cosiddetti "giovani" vengono sprecate.

Sei un Neet, non lavori e non studi?

Cristina Montini