
Preoccupanti sono le risposte al questionario “Indagine su violenze di genere e atti molesti a sfondo sessuale”, realizzato dall’università Statale di Milano. Un quadro emergenziale che amplifica ancora di più le diverse e recenti segnalazioni di molestie sessuali provenienti dal mondo universitario.
“Un fenomeno triste del nostro Paese, che non fa distinzioni tra età e classi sociali”, commenta la prorettrice dell’ateneo Marilisa D’Amico, come riportato dal ‘Corriere della Sera’.
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Indagine su violenze di genere e atti molesti a sfondo sessuale: i dati allarmanti
I dati sono stati resi noti venerdì 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna, nel corso del convegno
“Le parole che non ho (ancora) detto.
Insieme contro la violenza”. Il questionario “Indagine su violenze di genere e atti molesti a sfondo sessuale” ha raccolto un totale di 5.244 risposte, di cui ben oltre la metà da parte di studenti (3.583). Del campione fanno parte anche i 684 lavoratori universitari, tra ricercatori, assegnisti, borsisti, specializzandi e dottorandi. E poi i docenti e i ricercatori a tempo indeterminato, oltre ai membri del personale tecnico amministrativo e bibliotecario.Tante le segnalazioni emerse, e di diverso tipo. Ma ciò che allarma ancora di più è che la maggior parte di queste parla di atti avvenuti dentro i confini dell’Ateneo. In una nota, la Statale di Milano spiega nel dettaglio che i numeri più alti hanno riguardato il coinvolgimento in conversazioni a sfondo sessuale o in battute a sfondo sessuale non gradite, con ben 844 segnalazioni. Sono 839, poi, quelle per il coinvolgimento in commenti sessisti in relazione alla tipologia di lavoro, attuale o in prospettiva futura. E tante anche quelle per commenti sgraditi o offese riguardo all’aspetto fisico o all’abbigliamento, con 805 segnalazioni. Ma i numeri fanno emergere anche altro: atti persecutori via mail o sms, 347 segnalazioni; violenze sessuali compiute al di fuori degli spazi universitari, da persona con cui si avevano rapporti di studio o di lavoro in università, mediante contatto con zone erogene, 218 segnalazioni; tentate violenze sessuali mediante carezze, baci e contatti con zone erogene, sia all'interno che all'esterno dell'università, 212 segnalazioni.
Stando alle percentuali, la categoria più colpita è quella degli assegnisti, dei borsisti, degli specializzandi e dei dottorandi. La Statale, alla luce dei dati, ha quindi preso delle contromisure attraverso l’ideazione dello sportello “Ad alta voce”, realizzato con il Centro antiviolenza della clinica Mangiagalli, che sarà operativo a partire da aprile. “Il questionario era lungo”, conclude la prorettrice D’Amico, “a farlo ci si poteva mettere anche 20 minuti. Ma il rigore scientifico ha permesso di fornire uno spaccato preciso della situazione”.