
Che uscita quella di ieri del viceministro Martone! In un attimo ha raggiunto la fama, tutti a parlare di lui e a polemizzare su quella frase che proprio non è andata giù a nessuno. Se non riesci a laurearti a 28 anni sei sfigato?
La rete non fa sconti e produce video che esprimono il risentimento di tanti “sfigati”.
MARTONE vs SFIGATI - Ieri, dopo il fiume di critiche che lo hanno subito invaso, Martone ha cercato di mettere una toppa con una dichiarazione un po’ più conciliante, ma la protesta nei suoi confronti non si è placata. Il 37enne viceministro del Lavoro ha dichiarato “ci tengo a chiarire che non mi riferivo a tutti quei ragazzi che per necessità, per problemi di famiglia o di salute o perché devono lavorare per pagarsi gli studi, sono costretti a laurearsi fuori corso” e precisa “Mi rivolgo piuttosto a tutti quegli studenti che, pur vivendo a casa con i genitori e non avendo avuto particolari problemi, si laureano 'comodamente' dopo i 28 anni”.
AMMETTE DI NON ESSERE STATO "SOBRIO" - Ma non è una vera e propria marcia indietro sulla sua idea visto che poi incalza dicendo “Non mi pento di aver detto ‘sfigato’ perché lo penso. Ho toccato un tasto dolente, un nervo scoperto”. E a considerare le polemiche scatenate, quello dell’età di laurea è davvero una questione scottante. “Ce lo dicono tutte le statistiche – continua Martone – ci laureiamo troppo tardi e iniziamo a cercare lavoro troppo tardi. Mentre, se vogliamo avere il futuro che ci meritiamo e contribuire al rilancio del nostro Paese, è ora che anche i giovani cambino il passo prendendo esempio da tutti quegli studenti che con sacrificio si impegnano ogni giorno per laurearsi il prima possibile, magari con il massimo dei voti. Per il resto, prometto in futuro di essere più sobrio ma sempre sincero”.
DOCENTI DIFENDONO UNIVERSITARI - Il punto è che agli studenti non fa di certo piacere laurearsi in ritardo. E i giovani a cui si riferisce Martone, ovvero quelli che se la prendono comoda, sono probabilmente una minoranza che forse non riuscirà neanche ad arrivare alla laurea. La maggior parte fa i salti mortali per riuscire ad ottenere la corona d’alloro. Anche i docenti universitari lo sanno e si schierano a favore degli studenti. Massimo Maria Augelli, Rettore dell’Università di Pisa sostiene che il problema dipende anche dalla mancanza di tutor, dall’assenza di una guida nella scelta della facoltà e, ovviamente, dal fatto che molti studenti lavorano durante gli studi. E su questo vi segnaliamo la lettera di uno studente lavoratore e pubblicata dal quotidiano “La Repubblica”:
“sono: studente fuori corso, pendolare, lavoratore saltuario, sottopagato e a nero. Sto mollando l'Università (mi mancano quattro esami e ho una media del 28/29, di preciso non la ricordo ma non è inferiore a quanto vi ho indicato) perché da quando mi sono iscritto le tasse, le tariffe dei treni e i prezzi dei libri sono solo aumentate. Le borse di studio? Non ne parliamo: sono un traffico così oscuro che una volta mi capitò di ascoltare nei corridoi dell'Università le grida di una ragazza che arrabbiatissima perché non aveva avuto accesso alla borsa di studio nonostante vivesse con la sorella condividendone condizioni economiche e familiari e anche di rendimento didattico che, però, l'aveva ricevuta”.
Il video della dichiarazione infelice di Martone