
Il sogno di studiare in Italia per alcuni studenti stranieri sta diventando molto difficile. La causa sarebbe la famigerata Dichiarazione di valore, che sta creando un vero e proprio incubo burocratico, impedendo a tanti giovani talenti di iniziare il loro percorso accademico nel nostro Paese.
A trovarsi davanti un muro, è in particolare un gruppo di universitari di origine tunisina. In una lettera indirizzata alla redazione di Skuola.net, uno di questi studenti racconta le difficoltà che molti, come lui, stanno riscontrando nell'ottenere questo documento, che permette di iscriversi nelle università italiane.
Indice
Il problema degli appuntamenti
Nella lettera, gli studenti denunciano di essere "completamente bloccati per un problema gravissimo legato alla Dichiarazione di valore". Per ottenere questo documento, è necessario prendere un appuntamento tramite il sito "Prenotami", ma il sistema è un vicolo cieco.
Da mesi, infatti, "non c’è nessuna disponibilità di appuntamenti", scrive lo studente. Alcuni di loro, "provano ogni giorno da oltre 6 mesi, senza successo. Io sono uno di loro". Un’attesa che si trasforma in un vero e proprio ostacolo insormontabile.
Inoltre, la gravità della situazione è tale che, in questo clima di incertezza, ha persino preso vita un mercato nero degli appuntamenti, dove le disponibilità vengono vendute "a prezzi assurdi, anche fino a 500 euro, cosa ovviamente illegale e profondamente ingiusta".
Gli studenti tunisini: un futuro lontano dalle ingiustizie
La situazione diventa ancora più allarmante perché, agli studenti tunisini così come ad altri studenti di altre nazionalità, è stata rifiutata la richiesta di visto proprio a causa della mancanza di questo documento. La Dichiarazione di valore, infatti, è un requisito fondamentale per completare l'iscrizione all'università e, di conseguenza, per ottenere il visto d'ingresso in Italia.
Il loro grido di aiuto è chiaro, chiedono di "studiare e costruire il nostro futuro lontano da ogni forma di ingiustizia e discriminazione illegale. Cerchiamo un percorso legale e trasparente, perché abbiamo il diritto di essere rispettati e di vivere la nostra esperienza universitaria senza subire umiliazioni o ostacoli ingiusti".
Cos’è la “Dichiarazione di valore"?
La Dichiarazione di valore, come specifica il MIM, non è un riconoscimento del titolo di studio in sé, ma è un "documento di natura informativa utile per la valutazione in Italia dei titoli stessi, ai fini del proseguimento degli studi, dell’esercizio di professioni regolamentate, etc.".
In pratica, è una certificazione del riconoscimento del titolo di studio estero, che ne descrive le caratteristiche principali.
Le informazioni che contiene riguardano:
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natura e livello dell’istituzione che ha rilasciato il titolo;
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durata legale del corso di studio;
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requisiti di accesso al corso;
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eventuale votazione ottenuta nel sistema di valutazione locale;
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valore del titolo nel Paese di origine (per il proseguimento degli studi o l'esercizio della professione);
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ogni altra informazione utile per la sua valutazione in Italia.
Questo documento, pur non essendo un riconoscimento formale, è indispensabile per le università italiane e può essere rilasciato dalle Rappresentanze diplomatico-consolari italiane all'estero (Ambasciate o Consolati).
Per quanto riguarda il riconoscimento dei titoli di studio esteri in Italia, l'ente di riferimento è il Centro Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche (CIMEA), che fornisce tutte le indicazioni sulle procedure.
Perché la Dichiarazione di valore è diventata un problema?
Il nodo della questione è duplice: da un lato la difficoltà insormontabile di ottenere un appuntamento per richiederla, dall'altro la sua natura di requisito indispensabile. Gli studenti hanno scoperto, leggendo le stesse lettere di ammissione delle università italiane, che la Dichiarazione di valore "è richiesta in Italia, non dalla sede consolare". Questo significa che, anche se non è un documento rilasciato dall'università, è comunque una condizione necessaria per l'iscrizione.
La mancanza di appuntamenti sul sito "Prenotami" crea una stretta burocratica che impedisce agli studenti di procedere con la loro iscrizione. Senza questo documento, le loro richieste di visto vengono "direttamente rifiutate", bloccando di fatto il loro ingresso in Italia e, di conseguenza, il loro sogno di studiare nel nostro Paese.
La lettera dello studente a Skuola.net
Qui di seguito il testo completo della lettera arrivata a Skuola.net:
“Ciao, vi scrivo a nome mio e di tantissimi studenti tunisini che sono stati accettati da università italiane, ma che oggi si trovano completamente bloccati per un problema gravissimo legato alla Dichiarazione di valore.
Per ottenere questo documento, bisogna prendere un appuntamento tramite il sito Prenotami. Il problema è che da mesi non c’è nessuna disponibilità di appuntamenti. Alcuni studenti provano ogni giorno da oltre 6 mesi, senza successo. Io sono uno di loro.
Eppure, la Dichiarazione di valore è necessaria per completare l’iscrizione all’università in Italia, e lo è secondo la stessa lettera di ammissione rilasciata dalle università italiane, dove è chiaramente indicato che questo documento è richiesto in Italia, non dalla sede consolare.
In più, la situazione sta diventando ancora più preoccupante perché alcune persone hanno cominciato a vendere appuntamenti sul mercato nero a prezzi assurdi, anche fino a 500 euro, cosa ovviamente illegale e profondamente ingiusta.
La cosa più grave è che senza la Dichiarazione di valore, la nostra richiesta di visto viene direttamente rifiutata. Quindi non solo non possiamo iscriverci, ma nemmeno ottenere il visto per entrare in Italia.
Vogliamo studiare e costruire il nostro futuro lontano da ogni forma di ingiustizia e discriminazione illegale. Cerchiamo un percorso legale e trasparente, perché abbiamo il diritto di essere rispettati e di vivere la nostra esperienza universitaria senza subire umiliazioni o ostacoli ingiusti.
Chiediamo un intervento urgente e una soluzione concreta da parte dell’Ambasciata d’Italia a Tunisi e dalle autorità competenti. Il futuro di centinaia di studenti è bloccato.
Aiutateci a far arrivare la nostra voce. Il vostro sostegno può fare la differenza”.