
Qui c’è crisi, meglio andare all’estero. Sono sempre di più i laureati che pensano di lasciare l’Italia per trovare un lavoro qualificato e appagante. A dirlo è il consorzio Almalaurea con un’indagine condotta su 215mila giovani.
IN ITALIA NON C'È FUTURO - Rispetto a quattro anni fa è aumentato il numero di ragazzi che pensa di fare un biglietto di sola andata per un paese estero e cercare fortuna altrove. Il 44% dei giovani non vede possibilità concrete di carriera nel bel paese.
PIÙ LAUREATI, MENO MOTIVATI - Nonostante continui ad aumentare la percentuale degli studenti che concludono nei tempi previsti gli studi universitari (e questo probabilmente anche per effetto della riforma attuata), è aumentata anche la quota dei “demotivati”. Non si studia più perché piace e perché si è convinti di poter realizzare i propri sogni, ma lo si fa per tentare di avere qualche chance in più nel mondo del lavoro che, con la galoppante disoccupazione, è sempre più cupo.
STUDIO E FACCIO STAGE - Quasi triplicato in numero di giovani che durante gli studi partecipano a stage formativi. Un po’ perché è tutto quello che viene loro offerto, e un po’ perché è comunque un modo per fare la tanto ricercata esperienza che fa curriculum.
C'È SOLUZIONE, FORSE - Di fronte a tali dati, il direttore di AlmaLaurea, Andrea Cammelli, lancia questo auspicio: “È necessario investire in istruzione di alto livello, consolidare il processo di riforma del sistema universitario, incoraggiare i giovani a investire in formazione, promuovere la cultura della valutazione, migliorare l'interazione fra università e mondo della produzione, ridefinire l'offerta formativa per chi è già stabilmente inserito nel mercato del lavoro”.
Cristina Montini