Serena Rosticci
di Serena Rosticci
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con la crisi la laurea perde valore

La laurea non paga. Questo è uno degli effetti della crisi che da diverso tempo sta colpendo in maniera privilegiata i giovani. Ad oggi riesce a trovare lavoro solo il 49% del laureati triennali e il 44% di quelli specialistici.

Va molto meglio per chi ha ottenuto una laurea a ciclo unico: circa il 75% trova lavoro. In ogni caso ai laureati sembra andare meglio rispetto ai diplomati: ci vuole un po’, ma alla fine il lavoro si trova ed è retribuito meglio. A trarre queste conclusioni è l’ultimo rapporto di AlmaLaurea.

IL LAVORO SI TROVA… PRIMA O POI - Insomma, che la crisi c’è ce n’eravamo accorti un po’ tutti, laureati compresi. L’ultimo rapporto di AlmaLaurea non ha rivelato niente di nuovo, ma dice ai neo laureati in cerca di un lavoro di non perdere le speranze. Infatti, dopo cinque anni dal conseguimento del diploma di laurea, a restare senza un’occupazione sembrano essere davvero in pochi.

VALE LA PENA STUDIARE? - Ma quanti di questi, durante lo svolgimento delle loro mansioni lavorative, utilizza davvero tutte le competenze acquisite tra i banchi dell’università? Ad un anno dalla laurea, il 39% degli occupati di farne uso in maniera elevata, il 42% in maniera ridotta e il 19% nessuna e, anzi, si chiede a cosa gli sia servito studiare per tutti quegli anni.

LAUREA VINCE SU DIPLOMA - In ogni caso, fortunatamente, la laurea vale più del diploma. Ad affermarlo è Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea: “A cinque anni dalla laurea solo il 6% dei laureati di primo livello non ha un’occupazione: i diplomati senza lavoro sono il 12% in più. E anche le retribuzioni sono migliori (+50%). Il nostro Paese sta facendo fatica, è vero, ad accreditare laureati nel mondo del lavoro - ammette però Cammelli - : all’estero le attese sono meno lunghe. E quelli che strappano un contratto in Italia, guadagnano meno dei colleghi oltreconfine . Questo spinge molti laureati, di ogni disciplina, a giocarsi le proprie carte altrove”.

Secondo te, ad oggi vale la pena laurearsi?

Serena Rosticci