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La giornata tipo dello studente il giorno prima degli esami articolo

Il giorno prima di un determinato esame somiglia sempre più ad un funerale. Ecco la giornata tipo dello studente impegnato nella sessione!

Dicembre. Il freddo, Mariah Carey e la pianificazione della prossima sessione d'esami.
Non c'è ancora l'ansia da "non ho più tempo". E' quella fase in cui dovresti essere già avviato con lo studio ma, in fondo, non è ancora il momento di "non ce la farò mai, è troppo tardi", unica situazione in cui in realtà ti metti a studiare sul serio. Ma, ogni tanto, hai uno slancio di buona volontà e determinazione, quasi volto ad invertire la tendenza del "mi sveglio sempre all'ultimo".
Ore 10: Ti svegli carico a pallettoni e c’è il sole. Determinato a lasciare il segno in vista degli esami, la combinazione è meglio di quelle che può immaginare Dario Fo sotto effetto di stupefacenti.
Ore 12: sei di fronte all’ingresso dell’uni e sei carichissimo. Gli impegni da affrontare saranno tanti ma noi siamo carichi e determinati. Siamo pronti a dormire 4 ore per notte e non mollare un colpo per 90 giorni di fila.
Ore 13: cominci a sentire fame > bevi un caffè. Non puoi rischiare l’“abbiocco post-pasto”. Bevi un caffè (lo bevi al bar ma è peggio delle macchinette) come se poi non ti si torcesse lo stomaco da far schifo. In fondo, tu, sei carichissimo.
Ore 14.30: hai ufficialmente fame e i tuoi amici hanno già mangiato. Dai, ce la fai, puoi andare avanti senza, c’è una dieta che lo consiglia per sentirsi più attivi. Finisci di guardare un video su Youtube e riprendi lo studio.
Ore 16.00: la fame parla più forte della gente nei corridoi. Ma tu non molli, sei pronto ad arrivare fino a cena. Ruberai due biscotti dall’amica che porta il cibo in uni come se si facesse un pic-nic.
Ore 17.50: cominci a svarionare e la tua completa dedizione allo studio viene un attimo distratta da un momento di svago per ripigliarsi, guardando le notifiche di Facebook e le nuove minchiate su Youtube.
Ore 18.30: tu continui a galoppare. Intorno a te i compagni cominciano a radunare le loro cose. Andranno a fare aperitivo. Tu rifiuti, rilanci e vai avanti. Mike Bongiorno ti farebbe un baffo. A studiare, tenti di convincertene. Soprattutto che non te ne pentirai.
Ore 18.40: va bene. Una pausa. Così sistemo l’eco nel frigo, mangio qualcosa (marmellata dal barattolo a cucchiaiate e biscotti del coinquilino) e mi preparo a tornare in postazione pc. L’obiettivo non è mai stato perso di vista.
Ore 20.50: hai scoperto che hai passato le ultime 2 ore e 10’ a cazzeggiare su Facebook dal rumore del tuo conqui che sta rientrando ma non riesce ad aprire la porta perché hai lasciato le chiavi sulla toppa. Dai, una sigaretta insieme e poi ci si mette sotto, sul serio.
Ore 22.30 il tuo coinquilino sta ancora parlando ma tu sai che sei un drago delle ore piccole. Lì sì che riesci a rendere il doppio. “A breve mi rimetto al pc”.
Ore 23.30 tra poco andrà a letto e tu potrai mettere a segno tutto ciò che ti frulla in testa dalle ultime due ore. Sei pronto a fare le 3.
Ore 0.30: comincia ad avvertirsi la stanchezza. In fondo anche domani è una giornata impegnativa che dovrai trasformare in “produttiva”, non potrai certo arrivarci stanco.
Ore 1.16: hai appena perso 46 minuti cazzeggiando tra social, contro-social, a-social e chat varie. Ora sì che ti metti al pc - A scrivere questo pezzo - per dire che - anche oggi - farò domani.

P.S. - E poi, non c’entrerà nulla, ma non riuscirai mai a dire “coinqui” come abbreviativo di coinquilino. Per me è e resterà “conqui” - avvisate pure Zanichelli e Treccani - grazie.