
Alcuni di questi sono in grado di accogliere all’università tutti gli studenti senza far pagare nemmeno un euro, mentre altri di garantire una copertura delle borse di studio quasi totale. E non stiamo parlando solo di Nord Europa, ma di paesi come il Montenegro e la Turchia. Noi siamo molto lontani da questi traguardi ma, volendo guardare positivamente il quadro, negli ultimi due anni due anni si è registrato un timido miglioramento dal punto di vista dell’importo medio delle tasse annuali e dell’accessibilità alle borse di studio.
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La situazione in Italia: tasse alte e poche borse di studio
Nel dettaglio, l’indagine ha preso in considerazione i primi due cicli di istruzione terziaria, distinguendo tra studenti a tempo pieno e studenti part-time. Il quadro che ne emerge per l’Italia è, anche questa volta, poco edificante. Come evidenzia il portale Skuola.net, che ha isolato i passaggi più interessati del report, da noi, nel primo ciclo, le tasse che gravano sulle spalle degli studenti frequentanti a tempo pieno va da un minimo di 200 euro a un massimo di 2.910 euro, con l’importo medio annuale che si attesta sui 1.592 euro. Quota che addirittura si alza a 1.733 euro nel secondo ciclo di studi.Situazione in chiaroscuro anche sul fronte delle borse di studio, uno strumento fondamentale per supportare la progressione negli studi di molti giovani. Su questo versante, infatti, l’Italia può sorridere a metà: nel periodo analizzato dal Rapporto, l’importo medio delle borse di studio è stato di 4.326 euro, non lontano dagli elevati standard della Norvegia, punto di riferimento europeo. Peccato che solo il 16,3% degli studenti del primo ciclo ne abbia potuto beneficiarne. Una percentuale che sale, ma solo leggermente (17,7%), nel secondo ciclo di studi. Dati comunque più incoraggianti dell’edizione 2020/21 in cui la percentuale degli studenti destinatari di borse di studio non superava il 14%.
Una situazione forse dovuta all’insufficienza delle risorse pubbliche per l’istruzione terziaria, rilevata anche da un recente dossier della Fondazione Agnelli: il documento segnalava come la spesa pubblica italiana, per quanto riguarda la scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di I e II grado, non sia inferiore a quella degli altri Paesi europei che adottano la moneta unica. Risulta, invece, bassa la quota di spesa pubblica sul Pil per l'università, corrispondente a poco più dello 0,3%, contro un valore medio delle 0,8% dell’area Euro. Di conseguenza la differenza fra l'Italia, che nel 2020 ha speso il 4,3% del suo Pil in istruzione, e la media europea del 4,9% sarebbe dovuta soprattutto dalla minore spesa per l'università.
Tante nazioni ci sono nettamente davanti
Parlando invece, di eccellenze, dallo studio Eurydice spiccano gli esempi di Cipro, Danimarca, Finlandia, Grecia, Malta, Montenegro, Norvegia, Svezia e Turchia, i cui studenti, almeno nel primo ciclo di studi, non hanno oneri da pagare. Qualcuno che fa peggio dell’Italia, però, c’è: sono quei Paesi - come Olanda, Lettonia e Lituania - dove l’importo medio delle tasse universitarie si aggira intorno ai 2.200 euro. La Lituania, in particolare, vanta il più alto importo massimo: in alcuni casi si può arrivare a 17.060 euro nell’arco dell’intero percorso di studi.Differenze, quelle accennate, che originano dalle diverse politiche applicate al sistema d’istruzione, a partire dalle sovvenzioni alle università pubbliche, fino ad arrivare agli stanziamenti destinati alle borse di studio. Con l’Italia che, nonostante sia tra i pochi Paesi a garantire una riduzione delle tasse universitarie in base al reddito, fatica lo stesso a raggiungere l’efficienza delle vicine Francia e Germania, dove l’istruzione ha sì un costo, ma contenuto e, soprattutto, alla portata di tutti.
Francia e Germania scelgono strade alternative
Nei due grandi Paesi dell’Europa continentale, infatti, il costo medio dell’istruzione universitaria è accessibile a chiunque nel primo ciclo di studi. In Francia, ad esempio, non vi è alcuna differenziazione tra importi minimi e massimi: gli studenti del primo ciclo pagano tasse pari a 170 euro; somma che sale a 243 euro nel secondo ciclo universitario. In entrambi i cicli d’istruzione, poi, le borse di studio raggiungono 1 studente su 3, con un importo massimo di 5.965 euro annuali. E non sono gli unici incentivi alla carriera universitaria. Oltralpe, infatti, esistono diverse forme di sovvenzione basate sul merito, che si uniscono alle altre agevolazioni: una di queste stanzia 900 euro l’anno, rinnovabili per un triennio, destinati agli studenti meritevoli già titolari di una borsa di studio.Va ancora meglio in Germania, dove gli importi delle tasse per gli studenti del primo e secondo ciclo sono gli stessi: da un minimo di 50 euro ad un massimo di 75 euro, ma si tratta prevalentemente di costi legati a spese amministrative e di esame. Anche qui, le agevolazioni abbondano. Gli studenti tedeschi possono contare su borse di studio basate sulla necessità, per un importo medio di 574 euro al mese. Inoltre, esistono ben tre tipi di agevolazioni pubbliche basate sul merito: le sovvenzioni del Begabtenförderungswerke, del Deutschlandstipendium e dell'Aufstiegsstipendium. Quest’ultima, in particolare, che ammonta a circa 941 euro al mese, è concessa indipendentemente dalle condizioni economiche e dal contesto finanziario della famiglia.
In Svezia e in Danimarca il 90% degli studenti ha una borsa di studio
I casi di Germania e Francia aiutano a capire come, regolando l’impatto della durata degli studi e delle prestazioni sull’importo delle tasse, si possa offrire una dimensione formativa più accessibile a tutti. E, di conseguenza, cullare per un attimo l’illusione di poter raggiungere i livelli di Paesi - come Danimarca e Svezia - che da anni investono nel welfare, con evidenti benefici anche per il settore dell’istruzione.In Danimarca, ad esempio, non esistono sostegni finanziari indiretti destinati alle famiglie di studenti universitari, ma le borse di studio sono destinate a una vasta platea di studenti residenti. Si tratta di agevolazioni annuali basate sul reddito e sulle condizioni economiche degli studenti. Per quelli che vivono con i loro genitori, l'importo della sovvenzione dipende dal reddito familiare: si va da un importo minimo di 134 euro al mese (per 12 mesi) a un massimo di 371 euro al mese. Gli studenti che vivono da soli hanno invece diritto a una borsa di 860 euro. Sia per gli studenti indipendenti che per quelli che vivono in famiglia, la soglia di reddito per ricevere l’incentivo nel 2022 si è attestata sui 2.403 euro. Nell’anno accademico in corso, le borse di studio hanno raggiunto il 91% degli studenti del primo ciclo e il 76% degli studenti del secondo ciclo di studi.
In Svezia, invece, le borse di studio sono universali e l’importo viene calcolato in settimane. Nel 2023, l’importo minimo delle agevolazioni è stato di 82 euro a settimana. Moltiplicando per 40 settimane - la durata dell’anno accademico in Svezia - la borsa di studio minima si aggira intorno ai 3.273 euro. A questa, poi, si aggiunge la borsa di studio assegnata per necessità, un supplemento per studenti con figli, che può arrivare fino ai 4.900 euro, per 40 settimane, per un massimo di cinque figli. Anche in questo Paese, inoltre, la percentuale di studenti riceventi una borsa di studio universale è altissima: il 90% degli studenti del primo ciclo di studi.
Olanda e Lettonia fanno peggio di noi
Al contrario, come detto, è in Olanda e in Lettonia che si registrano i costi più alti delle tasse universitarie. Nei Paesi Bassi, in tutti i cicli d’istruzione, gli studenti sono tenuti a pagare 2.209 euro l’anno. In media, il 100% degli studenti di primo e secondo ciclo paga tasse superiori a 100 euro al mese. Sono previste borse di studio per necessità basate sul reddito: l'importo massimo del sussidio è di 5.028,48 euro, con un importo medio percepito di 3.689,76 euro. Anche in Olanda, però, gli incentivi non raggiungono tutti: solo il 30% degli studenti è destinatario di borse di studio.In Lettonia, invece, le tasse degli studenti a tempo pieno oscillano tra un minimo di 900 euro e un massimo di 4.550 euro. Con un importo medio che si aggira intorno ai 2.200. Cifre che salgono nei corsi di laurea magistrale, in cui gli studenti sono tenuti a pagare una tassa minima di 1.500 euro e una quota massima di 7.335 euro: il costo medio, anche qui, è di 2.200 euro. Le borse di studio vengono assegnate per necessità e per merito, mediante un una procedura che tiene conto delle prestazioni accademiche dei singoli studenti: si tratta di circa 240 euro al mese. Gli studenti appartenenti ai gruppi speciali possono ricevere una sovvenzione - basata sul bisogno - pari a 1.600 euro, mentre gli studenti che studiano in atenei statali possono ricevere una borsa di merito non lontana dai 1.400 euro all'anno.