
L’Università di Bologna, inoltre, sale di un gradino anche nella classifica a livello globale, passando dal dodicesimo all’undicesimo posto.
A completare il buon risultato del nostro Paese, altre quattro Università italiane che si posizionano entro le prime 50 al mondo.
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Alma Mater: prima in Italia e undicesima al mondo nell'attenzione al "green"
A quanto pare, dunque, l’Alma Mater Studiorum è garanzia di qualità, e non solo dal punto di vista della ricerca e dello studio. Ce lo fa capire GreenMetric, che si è occupata di valutare le azioni degli atenei in difesa del Pianeta. In lizza 1050 Università da tutto il mondo, quasi un centinaio in più rispetto all’anno precedente, che erano 956.Per l'Alma Mater, comunque, un riconoscimento del genere non è una novità: Bologna già nelle le scorse edizioni aveva ottenuto un ottimo punteggio. Basti pensare che questo è il sesto anno che è prima in Italia. Inoltre, ottiene lo stesso punteggio complessivo degli atenei della decima e della nona posizione, rispettivamente l'Universidade de Sao Paulo e l'Universitat Bremen. Lo scarto rispetto alle concorrenti, peraltro, sarebbe dovuto soltanto al punteggio ottenuto nella categoria Energy and Climate Change, di maggior peso nella classifica.
Ma quali sono, in particolare, gli ambiti in cui l’Università di Bologna eccelle in ottica "green"? I trasporti e la mobilità sostenibile sembrano i suoi punti di forza, che le fanno ottenere il massimo punteggio (1800 su 1800). Ma non solo: l’ateneo della città emiliana si distingue anche per la gestione dei rifiuti (1725 su 1800), per la gestione delle infrastrutture (1325 su 1500), per l’utilizzo delle risorse idriche (900 su 1000) e per l'impegno verso la sostenibilità sul fronte della didattica, della ricerca e dell'associazionismo studentesco (1750 su 1800).
Giacomo Bergamini, delegato per la Sostenibilità dell'Università di Bologna, ne parla con orgoglio: "È un risultato - riporta 'UniBo Magazine' - che anche quest'anno ci rende soddisfatti del lavoro svolto e del percorso intrapreso. Non ci dobbiamo però adagiare sugli allori dei ranking, ma dobbiamo tenere sempre presente la 'sostanza'".
Continua poi Bergamini: "Con il nuovo Piano strategico dell'Alma Mater ci siamo posti obiettivi precisi e ambiziosi, che ci guideranno nei prossimi anni e ci aiuteranno a trasformare la più grande sfida che l’umanità si trova ad affrontare in una straordinaria opportunità. In questa direzione vanno la nuova convenzione per il trasporto pubblico nella città metropolitana di Bologna, che porterà a tariffe ancora più convenienti per tutta la nostra comunità studentesca, e il Piano Energetico di Ateneo che, partendo da una puntuale fotografia della situazione attuale, ci permetterà di mettere in ordine di priorità gli interventi di efficientamento da realizzare nel prossimo futuro al fine di ottenere sensibili risparmi nei consumi".
La classifica GreenMetric: altre 4 Università italiane nella top50
Il ranking GrenMetric è un’idea nata nel 2010, da Universitas Indonesia. Il suo scopo? Coinvolgere gli atenei di tutto il mondo sui temi legati alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente, al fine di stimolarne l’impegno.Per la realizzazione della classifica vengono utilizzati diversi parametri che misurano e valutano le azioni svolte dagli atenei. Particolare attenzione viene data alle politiche attuate per quanto riguarda il cambiamento climatico, il consumo di acqua ed energia, il riciclo e la mobilità.
Sempre più atenei figurano tra i partecipanti. Dall’anno scorso il numero è aumentato di quasi cento unità, passando da 956 a 1050. Di queste, 34 sono italiane e, come detto, ben 5 rientrano tra le prime 50 a livello mondiale: la LUISS Guido Carli (19esima), il Politecnico di Torino (20esima), l'Università degli Studi di Torino (22esima) e l'Università degli Studi dell'Aquila (30esima).