
La città universitaria della Sapienza di Roma è tornata a essere teatro di mobilitazione studentesca. Dopo il corteo svoltosi nelle strade del vicino quartiere San Lorenzo, centinaia di studenti e studentesse hanno infatti dato vita a una tendopoli permanente in segno di solidarietà con la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla, impegnata nel tentativo di rompere il blocco navale su Gaza.
Le tende, accompagnate da bandiere palestinesi e slogan contro il genocidio in Palestina, sono state montate in piazzale Aldo Moro, all’interno dell’ateneo. “Dopo l'oceanico corteo di ieri a Roma, oggi decine di studenti e studentesse hanno dato inizio ad un presidio permanente alla città universitaria della Sapienza. In solidarietà alla Global Sumud Flotilla tornano le tende, ormai simbolo delle mobilitazioni studentesche”, hanno scritto i promotori dell'iniziativa in un comunicato diffuso online.
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Dal corteo alla tendopoli
Migliaia di persone – tra studenti, sindacati e comunità palestinese – si sono radunate davanti all'ingresso dell’ateneo. Il corteo è partito proprio da piazzale Aldo Moro, srotolando uno striscione con la scritta “Non si ferma il vento: siamo global sumud flotilla”, e ha attraversato le strade di San Lorenzo fino a Piazza Vittorio. In testa al corteo, anche rappresentanti della CGIL e delle principali sigle a sostegno della causa palestinese.
“Se attaccano la Flotilla blocchiamo tutto. Se bloccate la Flotilla noi blocchiamo la città”, hanno gridato gli studenti nel corso della manifestazione. Il corteo è stato organizzato, infatti, anche in risposta a un recente attacco subito da una delle navi della Global Flotilla, impegnata nel tentativo di aprire un corridoio umanitario verso Gaza.
Momenti di tensione e ingresso forzato all’ateneo
Durante la manifestazione si sono registrati momenti di forte tensione con le forze dell’ordine. Un gruppo di manifestanti, oltre 200 persone, ha cercato di sfilare verso lo Scalo San Lorenzo, venendo bloccato in via del Verano da un contingente della Polizia. Dopo una lunga trattativa, la situazione è degenerata in uno scontro fisico, con spintoni, calci e alcune manganellate. I manifestanti sono poi riusciti a superare il blocco, proseguendo il corteo e rientrando nell’area universitaria.
Gli studenti, al loro ritorno, hanno però trovato i cancelli dell’università chiusi. Così hanno avviato un'altra protesta, scuotendo le inferriate. Dopo alcuni minuti, sono riusciti a entrare e dare avvio alla tendopoli, che nelle ore successive si è ampliata fino a diventare presidio permanente.
Un appello nazionale alla mobilitazione
Con l’installazione delle tende, gli studenti hanno rilanciato un appello alla mobilitazione in tutte le scuole e università italiane. “Vogliamo giustizia per ogni palestinese ucciso, per ogni bambino morto di fame, per ogni medico e giornalista assassinato. Israele deve essere isolato, boicottato, sanzionato. Genocidio, pulizia etnica, occupazione e apartheid devono finire ora”, hanno dichiarato gli organizzatori nel comunicato diffuso sui social.
“Studenti e studentesse di tutta Italia devono essere d’esempio, rispondere alla chiamata dei portuali, e rendere ogni università, ogni scuola, un presidio fisso di solidarietà alla Flotilla”, si legge ancora nel testo.
La presenza delle realtà palestinesi e sindacali
Al presidio, come detto, hanno aderito numerose realtà palestinesi in Italia, tra cui il Movimento Studenti Palestinesi, i Giovani Palestinesi, l’Unione Democratica Arabo Palestinese e la Comunità Palestinese in Italia. “Saremo presenti in piazza Aldo Moro per denunciare questo ennesimo crimine e per ribadire che non ci piegheremo di fronte all’impunità israeliana”, hanno dichiarato in una nota congiunta.
In piazza anche il segretario della CGIL di Roma e del Lazio, come riporta 'La Repubblica', che ha ribadito il sostegno del sindacato: “Bisogna continuare a mobilitarsi per garantire i corridoi umanitari e fermare il genocidio di Israele. Continueremo a essere in piazza fino a quando il governo non farà la sua parte”.