
Dopo le prime mobilitazioni all'Università Sapienza a Roma, le manifestazioni a supporto della causa umanitaria a favore del popolo della Striscia di Gaza approdano all'Università di Genova, dove nel pomeriggio mercoledì 10 settembre le tende hanno occupato il cortile del rettorato.
Gli studenti e le studentesse del collettivo "Cambiare Rotta" hanno avviato un presidio permanente in risposta al secondo attacco in 24 ore subito dalla Global Sumud Flotilla a Tunisi. Una protesta annunciata da tempo, che si concretizza ora per le bandiere palestinesi e lo striscione “Block the University: all eyes on the Global Sumud Flotilla”.
“Abbiamo montato le tende anche perché il rettore dell'Università di Genova è uno dei pochi a non aver espresso solidarietà alla Flotilla”, spiegano i manifestanti, secondo quanto riportato da 'Ansa.it'. “Siamo qui per cominciare un presidio permanente e per chiedere un incontro al rettore Delfino: vogliamo che si esponga pubblicamente e che l’Ateneo rompa ogni rapporto con Israele”.
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“Siamo l’equipaggio di terra”
Lo striscione, affisso nei locali dell'ateneo, parla chiaro: “Siamo pronti a bloccare tutto anche da Genova”. La mobilitazione si inserisce nel solco dell’appello lanciato da Stefano Rebora, fondatore di Music for Peace, insieme ai portuali del Calp. È da Genova, infatti, che è partita la sfida: se la Flotilla verrà attaccata, scatteranno blocchi e scioperi.
“Dai portuali è nata una promessa che anche dall'Università vogliamo rinnovare”, ribadiscono gli studenti. “Se succede qualcosa alla Flotilla, c'è un equipaggio di terra determinato a bloccare tutto, dai porti alle università. Sarà sciopero generale in tutto il Paese”.
Accuse al governo e rottura dei rapporti con Israele
La protesta degli studenti non è solo simbolica: le richieste sono esplicite e politiche. “Il viaggio della Flotilla è una sfida a Israele e al progetto sionista e come studenti non possiamo che supportare dai nostri atenei questa importante missione umanitaria”, affermano i promotori.
Ma nel mirino c’è anche l’Esecutivo italiano: “È una sfida anche al governo Meloni, da troppo tempo complice di Israele attraverso legami diretti e strumenti come la formazione e la ricerca”.
La richiesta principale è di interrompere immediatamente ogni rapporto con Israele: “Non siamo più disposti a tollerare il terrorismo di Israele e la sua completa impunità”, dichiarano, "Vogliamo giustizia per ogni palestinese ucciso, per ogni bambino morto di fame, per ogni medico e giornalista assassinato”.
Una protesta destinata ad allargarsi
Il presidio di Genova si inserisce in una mobilitazione internazionale che, sotto il nome di Global Flotilla, sta coinvolgendo realtà studentesche e attiviste in diverse città. Le oltre 40 imbarcazioni della Flotilla stanno navigando verso Gaza con tonnellate di aiuti umanitari a bordo. “Devono arrivare a destinazione”, insistono gli universitari genovesi. E, se non accadrà, “bloccheremo tutto”.