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di Margherita Paolini
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il presidente del Comitato Io voto fuori sede ha inviato una lettera al ministro Maria Elena Boschi

Sono passate poco più di due settimane dalla bocciatura dell’emendamento sul voto ai fuorisede presentato alla Camera dal deputato Scelta Civica, Pierpaolo Vargiu. Proprio in quell’occasione, tuttavia, i giovani di “Io voto fuori sede” avevano promesso di continuare motivati la propria battaglia.

Al ministro per le Riforme Costituzionali, Maria Elena Boschi, che aveva lasciato intuire di essere favorevole alla risoluzione della questione, hanno inviato una lettera chiedendo precisazioni sulle tempistiche di intervento, sperando di sbloccare la situazione in occasione delle imminenti europee: ma si dovrà aspettare ancora.

IO VOTO FUORI SEDE

- Il comitato “Io voto fuori sede”, nato nel 2011, ha lanciato una petizione per semplificare il diritto al voto a migliaia di universitari e giovani lavoratori che vivono lontani dal paese di residenza. Questa petizione è riuscita a raggiungere un numero tale di firme, da portare la questione direttamente alla Camera sottoponendola all’attenzione dei deputati. Purtroppo però,lo scorso 11 marzo, in occasione della discussione in Parlamento della nuova legge elettorale,è arrivata la delusione: infatti l’emendamento sul voto ai fuori sede non è passato. Ma proprio in quell’occasione il ministro Boschi ha manifestato interesse nei confronti della delicata e fondamentale questione.

LA LETTERA AL MINISTRO

- Così Stefano Barbera, presidente del comitato Io voto fuori sede, ha deciso di inviarle una missivacon richiesta di precisazioni e informazioni chiare in merito alla loro causa. Barbera ha anche evidenziato l’urgenza di un decreto legge sul tema in vista delle vicine elezioni europee: “un milione di cittadini che rischiano di non poter votare alla prossime elezioni Europee rappresentano una vera e propria emergenza democratica come il Comitato che rappresento ribadisce invano dal 2008.”

LA RISPOSTA DEL MINISTRO

- Il ministro Boschi, pur ribadendo il fatto che il Governo ha afferrato perfettamente l’importanza della questione, ha deluso nuovamente le aspettative dei giovani affermando di non poter intervenire con un “provvedimento d’urgenza per consentire il voto agli studenti fuori sede e ai cittadini in mobilità all’estero già a partire dalle prossime elezioni europee”. Il motivo addotto, sempre il medesimo: problemi evidenti di natura organizzativa e amministrativa che, considerata una scadenza tanto imminente, farebbero certamente incorrere in qualche irregolarità nelle procedure di votazione. Nonostante queste dichiarazioni, c’è ancora speranza: il ministro ha anche promesso di impegnarsi ad affrontare nuovamente la questione in occasione della seconda lettura del disegno di legge in materia elettorale.

Margherita Paolini