
Frequentare l’Università in Italia è sempre più costoso, sia per gli studenti fuori sede, sia per chi decide di rimanere a casa. A farlo presente è stata l’Unione degli Universitari, che, nella figura del Coordinatore Nazionale Giovanni Sotgiu, ha presentato lo studio sul costo medio annuo dell’Università per Ateneo e condizione dello studente, un dossier che analizza l’evoluzione dei costi universitari negli ultimi anni.
Sono 17 i miliardi necessari a garantire un’istruzione gratuita a studentesse e studenti nel nostro Paese, cifra ben lontana dagli attuali finanziamenti messi in campo per ciò che concerne non solo la tassazione universitaria, ma anche trasporti, materiale didattico, device tecnologici e alloggi.
Leggi anche:
- Strappare lungo i bordi, quando esce e a che ora la serie di Zerocalcare su Netflix
- Maturità 2022, come sarà: entro fine novembre la decisione?
- Nuove quarantene, torna la Dad: l'allarme dei presidi
Universitari italiani: qual è la voce che pesa di più a fine mese?
L’Unione degli Universitari ha sottolineato, che il nostro Paese in Europa è agli ultimi posti per ciò che concerne numero di iscritti e laureati, ma spicca tra i primi in termini di costo studio annuo. Questa spesa folle per ragazzi e famiglie è in parte anche slegata alla condizione del fuori sede: i costi sono infatti elevati sia per i pendolari che per gli studenti in sede. Si stima infatti una media delle spese tra gli 11.000 euro di chi studia fuori casa, ai 5.000 euro per chi rimane nella propria città. Cifre che ricadono, ad oggi e per intero, sulle spalle di studentesse e studenti.A incidere pesantemente nel calcolo effettuato in primis le rette accademiche, che secondo il report dal 2004/05 al 2019/20 ha visto un incremento medio pari all’88% circa, ma in modo disomogeneo per area geografica. Al Sud, infatti, si registra un aumento del 131,32% della tassazione dei singoli Atenei, anche se in testa restano le Università nordiche, con importi fino a 2314,46€ al Politecnico di Milano, seguito dalle Università di Bologna (1871,04€), Pavia (1965,44€) e Insubria (2043,90€).
Fuori sede: l’affitto lo pagano gli studenti
A pesare poi sul bilancio del mese per gli universitari ci sono anche, ovviamente, i prezzi degli affitti per gli studenti fuori sede. E infatti, considerato che il numero di residenze universitarie pubbliche è sempre più irrisorio di fronte ad un sempre maggiore aumento di fuori sede richiedenti il servizio, è naturale che poi i costi degli affitti lievitino nelle città universitarie. Complessivamente i posti letto messi a disposizione dallo Stato a livello nazionale sono di poco inferiori alle 36.500 unità, di fronte a poco più di 764.000 studentesse e studenti che decidono di frequentare un ateneo che non si trova nella rispettiva provincia di residenza.Il numero di posti letto garantiti è dunque inferiore al 5% del fabbisogno complessivo e costringe quindi studentesse e studenti al mercato dei privati: infatti, circa il 26% della spesa media annua effettuata da fuorisede è solo per il pagamento dell’affitto. A far lievitare le spese si aggiungono anche il materiale didattico, costo che varia da facoltà a facoltà ma che si aggira intorno ai 697,60€, se si calcola anche l’acquisto di un computer al primo anno e ammortizzato negli anni di studio, e poi i pasti e i trasporti.