
Il progetto, fin ad ora, ha dato la possibilità agli studenti universitari europei di effettuare in una università di un altro stato dell'UE un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria università. In Italia, però, le regole potrebbero subire una lieve variazione. A parlarne è stata la Ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, che, durante l’intervista rilasciata al Corriere.it nell’ambito degli investimenti e riforme previsti dal Pnrr per l’Università, ha dichiarato di voler estendere questa opzione di studi anche all’interno del nostro territorio nazionale.
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L’Erasmus all'interno dell'talia: “Perché no” risponde la Ministra
Ad oggi il programma Erasmus è pensato per dare la possibilità ai ragazzi universitari di viaggiare in altri Paesi dell’Unione europea, in modo da permettere loro di arricchire il proprio bagaglio culturale. La Ministra Messa pensa che però questa chance possa essere data anche ai ragazzi italiani disposti a rimanere in Patria, ma cambiando città o regione, e dunque Università da frequentare, solamente per un periodo.“La richiesta è arrivata da alcuni studenti universitari, io sono favorevole a lavorare con loro per arrivare a una proposta”, fa sapere subito la Ministra, che però sottolinea come questa richiesta non sia interamente da imputare all’incertezza eredita dagli anni di pandemia: “La riflessione più generale che portiamo avanti è sul cambiamento che investe il mondo universitario come la società tutta, la creazione di nuove reti e connessioni, lo scambio dei saperi, il far cadere gli steccati. In questo gli studenti sono e devono essere protagonisti”.
La Ministra però chiarisce anche un altro punto, vale a dire quello riguardante le esperienze all’estero: “Quella resta la natura del programma europeo Erasmus. L’Italia che il Pnrr promuove, però, è anche il luogo dove è bello studiare, potendosi muovere tra realtà accademiche diverse”.
Mobilità per docenti e ricercatori estesa agli studenti?
A oggi sono particolarmente ampie le possibilità di mobilità interuniversitaria dei professori e dei ricercatori anche all’interno del suolo italiano. Questo potrebbe dunque essere il modello da adottare anche in ottica studentesca.A confermarlo è stata proprio la Ministra Messa, parlando nel dettaglio delle novità che arriveranno anche grazie ai fondi stanziati dal Pnrr: “Questa riforma è per me la madre di tutte le battaglie, mobilità e connessioni sono il motore dell’innovazione. E sì, studenti e studentesse hanno bisogno di più mobilità. In questa direzione va il piano per triplicare gli alloggi per i fuori sede a 100 mila unità entro il 2026 e l’aumento degli importi delle borse di studio, soprattutto per i fuori sede, con l’allargamento della platea di beneficiari e l’incentivo alle studentesse che intraprendono lo studio delle materie scientifiche e tecnologiche, le cosiddette Stem”.