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Dottorando Casaccia scopre poesia inedita di Pico della MirandolaMichele Casaccia, dottorando triestino, mentre studiava un testo di Angelo Poliziano, fa una scoperta straordinaria: ritrovata una poesia inedita di Pico della Mirandola, uno dei più grandi filosofi del ’400.

Pico Della Mirandola (1463-1494) diede alle fiamme la propria produzione poetica sulle orme di Platone.

Solo 19 poesie riuscirono a salvarsi. O almeno questo era quel che si credeva prima della scoperta di Michele Casaccia.

Scoperta poesia inedita di Pico della Mirandola

Si tratta di un esastico, ovvero una poesia di sei versi riconducibili alla penna di Pico della Mirandola, uno dei letterati più importanti del Quattrocento, la cui memoria prodigiosa è rimasta proverbiale. Il Piccolo, oltre a riportare la notizia, precisa che la ricerca verrà pubblicata nel prossimo numero della rivista di settore Archivum mentis.

Protagonista della vicenda è il dottorando triestino Michele Casaccia, che si imbatte nell’esastico durante le sue ricerche su Angelo Poliziano, nel Fondo Roberto Ridolfi della Fondazione Biblioteche della Cassa di Risparmio di Firenze.

La scoperta ha del grandioso, anche perché, come abbiamo detto, Pico della Mirandola diede alle fiamme la sua produzione poetica. Alle 19 poesie che si sono salvate, va dunque aggiunto questo esastico inedito, dall’inestimabile valore storico.

La ventesima poesia sopravvissuta alle fiamme

La “ventesima poesia”, così possiamo chiamarla, è databile dopo il 1486 e sarebbe dedicata al poeta Angelo Poliziano, grande amico al quale il filosofo era solito sottoporre i suoi scritti per averne un giudizio.

"Una scoperta avvenuta per puro caso", racconta Michele Casaccia a La Repubblica. "Stavo studiando il Poliziano volgare, cioè la produzione italiana di Angelo Poliziano che è stato un grande amico di Pico Della Mirandola nonché precettore dei figli di Lorenzo de' Medici. Stavo consultando un incunabolo, un antico libro a stampa di poesie di Angelo Poliziano, e proprio lì, trascritto a penna da un copista, c'era questo esastico. La fortuna è stata doppia", continua a raccontare Casaccia, "perché c'era un titolo che precede i versi che la attribuisce a Pico e in questo momento non ci sono ragioni per confutare questa attribuzione".

Il fortunato ritrovamento sarebbe quindi anche merito del copista che, oltre a trascrivere i sei versi della ventesima poesia di Pico della Mirandola, ha avuto anche la premura di riportare il nome dell’autore: usanza non poi così diffusa in quel periodo.