
Le lezioni del primo semestre universitario non sono ufficialmente iniziate in tutta Italia ma ben 150 docenti hanno fatto un appello alla ministra dell’Università e della Ricerca, Cristina Messa, per denunciare l’illegittimità della “discriminazione introdotta ai danni della minoranza” non vaccinata con il Green pass. Per la ministra, però, non c’è più nulla da fare: ai microfoni di Radio24 ha commentato l’appello dicendo: “Capisco che uno possa pensare che questa sia una lesione della propria libertà individuale, ma esiste una libertà collettiva che ha prevalenza”. Ecco l’appello contro il Green pass all’università e la risposta integrale della ministra Cristina Messa.
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Università, l’appello dei docenti contro il Green pass
Da settembre chi entra in università, che sia docente o studente, deve necessariamente esibire il proprio Green pass. È questa la disposizione governativa che ha smosso l’opinione pubblica nelle ultime settimane e che ha addirittura mobilitato un folto gruppo di docenti, ben 150, a fare un appello alla ministra dell’Università, Cristina Messa. Il contenuto dell’appello? Sebbene molti docenti firmatari abbiano deciso liberamente di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid19 - perché “convinti della sua sicurezza ed efficacia” – ritengono ugualmente ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza “in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione e con quanto stabilito dal Regolamento UE 953/2021, che chiarisce che è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate per diversi motivi o che hanno scelto di non essere vaccinate”.
Docenti contro il Green pass, c’è anche lo storico Barbero
Tra i firmatari dell’appello rivolto alla ministra Messa c’è anche lo storico Alessandro Barbero che ha criticato la disposizione definendola senza mezzi termini “ipocrita”. Le sue parole: “Un conto è dire ‘Signori abbiamo deciso che il vaccino è obbligatorio perché è necessario, e di conseguenza, adesso introduciamo l’obbligo, io non avrei niente da dire su questo, “un altro conto è dire ‘no, non c’è nessun obbligo, ma semplicemente non puoi più vivere, non puoi più andare all’università: però non c’è l’obbligo nel modo più assoluto”. Nel suo intervento durante il dibattito organizzato dalla Fiom fiorentina ha anche aggiunto: “Credo che Dante il girone degli ipocriti avrebbe trovato modo di riempirlo fino a farlo traboccare, con i nostri politici”.