
Roba da film di fantascienza? No, tutto merito dei ricercatori universitari dell'Ateneo di Bari
Alzheimer: diagnosi precoce grazie ai ricercatori dell'Università di Bari
Chi lo ha detto che le eccellenze in campo medico si trovano solo fuori dall'Italia? I ricercatori dell'Università di Bari hanno smentito ogni diceria, trovando il modo di scoprire la possibile insorgenza di Alzheimer fino a dieci anni prima grazie all'intelligenza artificiale. Sembra roba da film di fantascienza, invece giovani ricercatori universitari, hanno dato vita a questo studio innovativo nel campo delle malattie neurodegenerative che viene già studiata all'estero. Diverse riviste internazionali di settore hanno infatti dato ampio spazio a questa ricerca del team dell'Università di Bari composto da Nicola Amoroso, Marianna La Rocca, Stefania Bruno, Tommaso Maggipinto, Alfonso Monaco, Roberto Bellotti e Sabina Tangaro.
Università di Bari: diagnosi di Alzheimer precoce, come funziona
Il team di ricercatori dell'Università di Bari ha scoperto che usando le immagini della risonanza magnetica si possono notare delle alterazioni del cervello che sono una sorta di campanellino d'allarme per la possibile insorgenza di Alzheimer. Il team, guidato da Nicola Amoroso e Marianna La Rocca cosa hanno fatto? Praticamente hanno insegnato ad un algoritmo a differenziare i cervelli sani da quelli malati usando le immagini di 67 risonanze magnetiche. Per vedere se questo programma di intelligenza artificiale era poi realmente affidabile, l'algoritmo è stato messo alla prova con altre 148 risonanze ed è riuscito a distingue un cervello sano da uno con l'Alzheimer con l'accuratezza dell'86%.I ricercatori dell'Università di Bari hanno così dato vita ad un sistema innovativo basato sull'intelligenza artificiale che fa invidia a tutto il mondo perchè, con un livello di accuratezza così elevato si riesce ad individuare un lieve indebolimento cognitivo già dieci anni prima dell'eventuale insorgenza della patologia.