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pedro studente fuori sede riderHa scelto di lavorare la sera per potersi dedicare allo studio nel pomeriggio Pedro, studente e rider che consegna pasti a domicilio per potersi pagare la retta all'università di Genova. Una storia comune a tanti giovani ragazzi che per non gravare sulle spese familiari, decidono di entrare nel mondo del lavoro ancor prima di terminare gli studi.


Pedro studia psicologia ed è uno studente fuori sede che da novembre ha deciso di intraprendere quest'avventura, colma di ostacoli e, a tratti, pericolosa. Ad Agi il giovane ha raccontato che la sicurezza del mezzo con cui lavora non viene registrata da nessuno. Un problema enorme nel nostro Paese: sono già 5 i rider che hanno perso la vita da inizio anno. Gli capita di litigare con altri automobilisti intenti a parlare al cellulare o ad accettare ordini dopo l'orario di disponibilità, ma racconta anche di una notevole complicità tra colleghi. Nessuna discriminazione, né rivalità.

Studente fuori sede, lavora come rider per pagare l'università

Pedro è uno dei tanti rider che ogni giorno, con pioggia, nebbia o sole cocente, si presenta a casa di chi richiede la consegna di pasti a domicilio. Da inizio anno, trovandosi in una città nuova e con una retta universitaria da pagare, ha deciso di intraprendere questa nuova esperienza e di guadagnare qualcosa per poter vivere senza dover chiedere aiuto alla famiglia. Al mese, con 20 ore settimanali, riesce ad accumulare circa 680 euro. In questo modo riesce a pagare anche l'affitto di casa, di 300 euro, e a fare la spesa quotidiana. Lavora principalmente di sera, così da poter seguire le lezioni e studiare di giorno.

Sicurezza sul lavoro: "A decidere se il mezzo è adatto sono i rider"

Per chi svolge il lavoro di Pedro, un problema fondamentale da tenere in considerazione è la sicurezza. Non sempre i mezzi di trasporto sono revisionati da chi di competenza. Come spiega ad Agi il giovane lavoratore: "Nel modulo sei tu lavoratore a dire che i freni funzionano, che i fari funzionano, che le gomme sono buone. Io viaggio in motorino e, per ogni turno di due-tre ore, devo schivare almeno un paio di macchine. Spesso mi trovo a litigare con automobilisti intenti a scrivere sul telefonino, o a qualcuno che taglia la strada". Tra i diversi aspetti da segnalare, però, ricorda Pedro, c'è anche l'assenza di competizione tra i diversi rider. Nonostante la concorrenza sia fitta e le varie compagnie di cibi a domicilio di dividano un pezzo di mercato ormai preso d'assalto, tra i lavoratori esiste una regola non scritta per cui rispetto e cordialità sono al primo posto. "Una cosa che mi ha sorpreso subito è che, pur non conoscendosi, ci si saluta quando ci si incrocia per strada" - ha spiegato Pedro. "La maggior parte sono stranieri. Ci sono poche donne, mentre non è difficile trovare rider over 50".

Maria Zanghì