
Riutilizzo della plastica monouso ed economia circolare si uniscono nel progetto portato avanti dall'Università di Bergamo e della Tuscia che propone un nuovo modo per creare asfalto rafforzato attraverso il riciclaggio di mascherine e camici utilizzata durante la pandemia.
Due ricercatori, Daniele Landi e Christian Spreafico, hanno ideato il progetto che è riuscito a ottenere i finanziamenti stanziati nell'ambito del "Bando per il finanziamento di attività di ricerca volta alla riduzione dei rifiuti prodotti da plastica monouso - Edizione 2021" promosso dal Ministero della Transizione Ecologica.
Scopriamo nel dettaglio di cosa si tratta.-
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Da mascherine contro il Covid ad asfalto rinforzato: il progetto dei ricercatori italiani
Dopo due anni di convivenza con il virus la nostra quotidianità ha dovuto far i conti con un nuovo accessorio da indossare, obbligatoriamente, ogni giorno nei luoghi chiusi e all'aperto: la mascherina. I dispositivi di protezione individuale, tra i quali rientrano anche i camici medici, sono realizzati in tessuto-non-tessuto che non ha fatto altro che aumentare il disastro ambientale a cui assistiamo inermi da diversi anni: difficili da riciclare, vengono cestinati nell'indifferenziata, e spesso dispersi nell'ambiente senza cura.
Una condizione che a breve potrebbe cambiare e che potrebbe rendere "utili" anche mascherine e camici usati. Grazie al progetto "Single Use PPE Reinforced Asphalt (SUPRA)", proposto dai ricercatori e professori del Dipartimento di Economia, Ingegneria, Società e Impresa dell’Università della Tuscia, in collaborazione, con i ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Gestionale dell’Informazione e della Produzione dell’Università degli studi di Bergamo, i DPI potrebbero diventare utili alla preparazione di "asfalti rinforzati".
Il vantaggio sarebbe enorme: performance migliori in termini di resistenza alla frattura e vita utile in confronto ai tradizionali asfalti non rinforzati, e di pari o migliore livello in confronto ad asfalti rinforzati con altre tipologie di materiali comunemente impiegati in questo settore, quali ad esempio fibra di vetro o cellulosa.
La nascita del progetto che trasforma i DPI in asfalto
Il "Single Use PPE Reinforced Asphalt" è l'unico progetto che è riuscito a ottenere i finanziamenti nell’ambito del "bando per il finanziamento di attività di ricerca volta alla riduzione dei rifiuti prodotti da plastica monouso", perché giudicato come il miglior progetto sulla attività di ricerca volta alla riduzione dei rifiuti prodotti da plastica monouso.
La necessità è quella di "Riuscire a trasformare un rifiuto in una risorsa" - affermano i due ricercatori Daniele Landi e Christian Spreafico. "Ogni anno, a livello globale, produciamo oltre due miliardi di tonnellate di rifiuti indifferenziati". Portare avanti questo progetto "non solo porta a vantaggi economici, ma permette di ottenere notevoli vantaggi sull’ambiente e sulle persone. L’obiettivo del progetto SUPRA è quello di eliminare i rifiuti prodotti dall’uso dei DPI e di ottenere un nuovo prodotto da utilizzare nell’ambito della costruzione delle strade. Possiamo trasformare la "spazzatura" in qualcosa di utile per l’ambiente e darle il corretto valore economico".
Il progetto di riutilizzo delle mascherine e camici per la costruzione di asfalto avrà una durata semestrale: iniziato lo scorso dicembre 2021, ha ottenuto un finanziamento di 200 mila euro.
"I nostri ricercatori - spiega la prof.ssa Caterina Rizzi, coordinatrice del gruppo di ricerca Virtualization and Knowledge - si occuperanno dello studio e della ricerca delle prestazioni dei DPI, e la valutazione ambientale, economica e sociale saranno svolte utilizzando metodologie standardizzate e riconosciute dalla comunità scientifica internazionale con l’obiettivo di sperimentare e validare un nuovo scenario di economia circolare".
A chi si rivolge il progetto?
I ricercatori si rivolgono a tutte le imprese coinvolte nella filiera di smaltimento dei rifiuti e nella costruzione di infrastrutture stradali, produttori di asfalti, che potranno sostituire i rinforzi attualmente utilizzati con un altro a più basso costo e di medesime se non migliori performance.
In questo modo i gestori di strade potranno ridurre i costi di manutenzione delle pavimentazioni stradali e le amministrazioni pubbliche potranno beneficiare sia direttamente dei ridotti costi di manutenzione.
Maria Zanghì