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Amletiche riflessioni di uno studente con tanti sogni e tanti dubbi nella testa. Vale la pena di iscriversi all'università? E' ancora possibile inseguire i propri sogni?

La nostra Redazione ha ricevuto la lettera di uno dei nostri utenti: MiK194, il quale è un ragazzo di 18 anni, uno studente come molti altri, con tanti sogni e tanti dubbi. La lettera di Michele è una profonda riflessione sul senso della vita visto da una prospettiva che coinvolge la carriera di studio e di lavoro, e trae spunto da uno dei più famosi discorsi di Steve Jobs.

Ha senso frequentare l'università? Ha senso lottare per un lavoro migliore in un Paese dove le opportunità sono precluse in partenza? Ad avere un futuro certo sono solo coloro che lo erediteranno? Tanti interrogativi in cerca di una risposta. Una lettera aperta che desideriamo pubblicare affinché tutti possano cercare di dare delle risposte, oppure porre altri interrogativi. In fondo alla lettera, come sempre, trovate lo spazio per i vostri preziosi e ben graditi commenti.

Continuare o fermarsi? Suona come il noto dilemma di William Shakespeare: "Essere o non essere, questo è il dilemma". Compiuti i 18 anni, casualmente, qualcuno ci chiede di scegliere se continuare gli studi o fare altro. Ovviamente, e forse per fortuna, questa scelta non riguarda molti, riguarda coloro che studiano: il problema, forse, è che oggi molti studiano solamente perché altrimenti si lamenterebbero di stare a casa o, cosa peggiore, per accontentare i genitori. Quanti sono i genitori che invogliano i figli a studiare?

Allo stesso tempo però, una buona parte di ragazzi frequenta la scuola perché è motivata a farlo, e arrivati ad una certa età, ritengo che sia possibile capire se si è motivati o meno. E perché si è motivati a frequentare la scuola? Avete presente che significa avere già il lavoro pronto perché si è disposti a continuare l'attività di uno dei genitori? Avete presente che succede quando si vive in una città che ti da tante opportunità di realizzare i propri sogni? E cosa più essenziale, avete presente cosa succede a chi non ha nemmeno una delle due cose? In quest'ultimo caso, finisce che ti ritrovi a fare un mestiere che non avresti mai voluto fare: anche se qualcuno forse ci da la possibilità di continuare gli studi, è probabile che ci coglie nel momento in cui non abbiamo idea di quello che vogliamo fare.

Per un ragazzo che alle superiori (se non dalle medie) ha sempre cercato di mettercela tutta, ottenendo così risultati che non si sarebbe mai aspettato, continuare gli studi equivale a dire impegnarsi per altri cinque anni, se non di più. Sicuramente avere una laurea è pur sempre un vantaggio ma spesso fare esattamente ciò che desideriamo fare, rende la vita molto più leggera.

La pensava così anche Steve Jobs, quando, nel suo discorso ai laureati, disse: "Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita, e l'unico modo per essere realmente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l'unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l'avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre migliore mano a mano che gli anni passano. Perciò, continuate a cercare sino a che non lo avrete trovato. Non vi accontentate."

Ma ai tempi nostri, in questo Paese, abbiamo la possibilità di cercare un buon lavoro? Abbiamo la possibilità di non accontentarci? Sinceramente sto cercando di darmi delle risposte, di darmi al più presto delle risposte, per il semplice motivo che non vorrei essere impreparato quando qualcuno mi metterà di fronte a questa scelta.

Michele, 18 anni.

Daniele Grassucci