10 min lettura
Ragazzo angosciato per l'esperienza negativa con in suoi coinquilini

Vivere con i coinquilini può essere un’esperienza arricchente, ma a volte può trasformarsi in un vero e proprio incubo. La convivenza, soprattutto quando si è costretti a condividere gli spazi con persone sconosciute, può rivelarsi più complessa del previsto. Piccole abitudini quotidiane, incomprensioni e stili di vita diversi possono sfociare in malintesi che rendono la vita in casa insostenibile.

È proprio quello che è accaduto a un ragazzo che ha raccontato la sua disavventura su Reddit. Dopo essersi trasferito nella sua nuova casa, in un’altra città, ha iniziato ad avere problemi con i suoi coinquilini, passando rapidamente da un’accoglienza calorosa a un’atmosfera pesante e ostile. “Non riesco a capire come dopo pochi giorni di convivenza mi abbiano già giudicato come 'fantasma', solo perché sono più introverso e preferisco stare in camera mia”, racconta il ragazzo, esprimendo tutta la sua frustrazione.

Da una buona accoglienza alle critiche alle spalle

“Ho cambiato indirizzo, e per forza di cose anche città”, esordisce così il ragazzo che racconta la sua esperienza di coinquilinaggio su Reddit. “Da poco più di una settimana mi sono trasferito nella nuova casa con i coinquilini, e già la situazione mi sembra sia sfuggita di mano.

Ma per ricostruire bene gli eventi c’è bisogno di individuare le dinamiche sotterranee in gioco, giorno dopo giorno: “La timeline è più o meno questa. Sabato arrivo in casa e conosco i coinquilini (due femmine e un maschio), mi stupisco perché mi accolgono molto bene e mi sembrano gentilissimi”. L’inizio sembra quindi tra i migliori, tanto che mi chiedono se voglio cenare con loro e alcuni dei loro amici e dico di sì, però il tempo di farmi una doccia e sistemarmi che mi viene sonno e mal di testa, quindi dico ai ragazzi che non me la sento. Li ringrazio comunque per l’invito e gli dico che pagherò comunque la mia parte perché è giusto così, loro avevano già fatto la spesa”.

Nulla di che, eppure sembra già venirsi a creare una piccola frattura: “Giorno dopo, domenica, non vedo i ragazzi perché la mattina sono uscito per andare a fare un po’ di spesa. Ritorno a casa e loro stanno ancora dormendo (penso sabato sera avessero fatto un sacco tardi). La domenica pomeriggio la passo in camera mia, e sono così silenzioso che evidentemente loro non sanno che sono in casa e iniziano a sparlare di me. Una delle due ragazze dice che sono cafone perché non ho restituito i soldi che le dovevo, quando io il sabato sera avevo detto che l’avrei fatto”.

Gli atteggiamenti si fanno passivi-aggressivi, la situazione assume presto la forma di un’invisibile partita a scacchi: “Va a finire che passo la domenica in camera perché non mi va di affrontarli e ai ragazzi i soldi li do lunedì mattina, scusandomi ancora per essermi tirato indietro all’ultimo. Questi tanto hanno fatto che rifiutano. “Non ti preoccupare, tanto abbiamo diviso in otto”. Io insisto fino alla morte sia perché è giusto (so che ho sbagliato io a dire prima sì e poi no), sia perché ancora punto dal commento della ragazza. Comunque alla fine non mi vogliono dire quanto gli devo”.

“Spero che il mio atteggiamento schivo non venga letto come maleducazione”

Continua a raccontare il ragazzo: “Due giorni passano e io mi faccio vedere poco negli spazi in comune. Essendo io molto introverso, mi è già capitato che questo mio atteggiamento venisse frainteso come maleducazione o antipatia, anche se nella vecchia casa non ho mai avuto problemi perché ce ne stavamo tutti per i fatti nostri, ci salutavamo e facevamo due chiacchiere, ma ognuno aveva la propria compagnia. Questi tre vedo che sono molto uniti”.

Giorno dopo giorno la situazione non migliora, anzi. “Si arriva a giovedì. La stessa ragazza che mi aveva dato del cafone (non sa che io ero in casa e potevo sentirla) mi contatta e mi chiede se posso avvisare quando sono in casa e quando no, perché non le piace pensare di essere sola in casa e poi sentire rumori all’improvviso. Nonostante me l’abbia detto in tono gentile, io rimango molto perplesso di questa cosa, soprattutto dal fatto che abbia detto di avere il diritto di sapere se sono dentro casa. Io dico va bene solo perché non mi va di litigare, tanto non mi cambia poi molto. Decido anche di cogliere la palla al balzo e dico alla ragazza (convinto che tanto lo andrà a spifferare agli altri due, visto che non si è fatta problemi ad additarmi come cafone dopo un giorno che mi conosceva) che spero che il mio atteggiamento schivo non venga letto come maleducazione.

L’intervention alla How I met your mother

Ancora dettagli, ancora pensieri strategici e sotterranei: “Sabato. Il ragazzo, che ha la macchina, mi chiede se ho bisogno che mi compri l’acqua e me la porti a casa. Io visto i loro vari commenti e atteggiamenti nei miei confronti preferisco dire di no perché tanto devo andare anch’io a fare la spesa. Ci vado domenica e torno a casa per l’appunto anche con l’acqua. In tutto questo tenete conto che ci siamo visti poco durante i pasti perché abbiamo orari diversi”

Fino ad arrivare addirittura alla riunione straordinaria indetta in suo onore, alla maniera di How I met your mother: “Lunedì questi mi fanno l’intervention. Non scherzo. Mi vengono a bussare in stanza, mi dicono che mi vogliono parlare. Non gli piace il fatto che io passi tutto il tempo in casa in cucina e che sia “come un fantasma” (ergo sono silenzioso).

Il ragazzo, di fronte a tutto questo, non può che essere incredulo, nonché infastidito: “Io qui boh, senza parole. Mi hanno preso così in contropiede che mi sembrava una barzelletta. Voi qui direte, ma sei un cattivo coinquilino? Fai rumore, sporchi? No. La loro lamentela è che non sanno mai se sono in casa e che non partecipo alle attività della casa, tipo buttare la spazzatura o fare le pulizie, solo che le pulizie non le ha ancora fatte nessuno e la spazzatura sono andato a buttarla quando la trovavo piena, cosa che mi è successa solo una volta finora. 

E ancora insistono su quella richiesta decisamente strana, e arrivano perfino a farne una regola: “La ragazza è tornata a dire il fatto che non sanno mai dove sono, nonostante io abbia consentito alla regola di lasciare le chiavi del portone all’entrata quando siamo in casa. Non ne vedo il senso, ma come ho detto su non mi costa nulla quindi amen. Comunque mi dà fastidio il fatto che loro abbiano questa necessità di sapere dove mi trovo e che io venga giudicato perché preferisco stare in camera. Ho solo un anno di esperienza con altri coinquilini ma non mi sono mai capitate situazioni simili, di certo nessuno che avesse pretese di questo tipo nei miei confronti”.

Data pubblicazione 27 Settembre 2024, Ore 10:47
Skuola | TV
E ADESSO? La verità su cosa fare dopo la maturità

Rivedi lo speciale di Skuola.net e Gi Group dedicato a tutti i maturandi che vogliono prendere una decisione consapevole sul proprio futuro grazie ai consigli di esperti del settore.

Segui la diretta