Matteo Bortone
Autore
Sofia Corradi Erasmus
Fonte: Il Post


Il mondo accademico e non solo ha salutato un punto di riferimento: Sofia Corradi, la docente universitaria che per prima ha gettato le basi per l'Erasmus, il programma di interscambio studentesco più importante dell'Unione Europea, è scomparsa a Roma il 17 ottobre 2025, all'età di 91 anni.

Se da oltre 35 anni milioni di studenti possono studiare liberamente in altre università europee è, infatti, in gran parte merito della determinazione incrollabile di questa coraggiosa donna. Lei che per anni si è battuta per far comprendere l'importanza di studiare all'estero e, soprattutto, la necessità cruciale di farsi riconoscere gli esami sostenuti durante quel periodo, evitando così di perdere preziosi semestri nel proprio percorso universitario.

Indice

  1. La nascita della sua idea
  2. Il primo documento per riconoscere gli esami all'estero
  3. La caparbietà che vince
  4. La nascita del Programma Erasmus
  5. Il Premio Carlo V

La nascita della sua idea

Nata a Roma nel 1934, Sofia Corradi si era laureata in giurisprudenza alla Sapienza. La sua avventura con l'internazionalizzazione ha inizio già alla fine degli anni Cinquanta, quando si reca negli Stati Uniti grazie a una borsa di studio. Lì consegue un master in legislazione universitaria comparata alla prestigiosa Columbia University di New York.

La sorpresa e l'amarezza arrivarono al suo rientro in Italia: le viene negato il riconoscimento degli studi fatti Oltreoceano. Un'esperienza che lei stessa ha raccontato così: “Quando tornai a Roma trovai naturale chiedere il riconoscimento della specializzazione. Allo sportello della segreteria studenti l’impiegato cadde dalle nuvole: ‘Columbia University? Mai sentita nominare’. Compresi quel giorno che l’equiparazione dei titoli universitari nel mondo, o per lo meno in Europa, era una cosa da fare”. Quella delusione si è, perciò, trasformata nella missione di una vita.

Il primo documento per riconoscere gli esami all'estero

Corradi, dopo quell'episodio, non si perse d'animo e passò subito all'azione. In qualità di consulente della Conferenza dei rettori italiani, scrisse il primo documento fondamentale che proponeva un meccanismo pratico per il riconoscimento degli esami sostenuti fuori dai confini nazionali.

Il principio era semplice quanto rivoluzionario per l'epoca: “Lo studente, anche se non appartenente a famiglia residente all’estero, può chiedere di svolgere parte del suo piano di studio presso università straniere, presentandolo all’approvazione del Consiglio di facoltà in preventivo. Il Consiglio di facoltà potrà dichiarare l’equivalenza, che diventerà effettiva dopo che lo studente avrà prodotto la documentazione degli studi compiuti all’estero”.

Era il 1969, un periodo in cui le università erano nel pieno della contestazione e cercavano disperatamente di rinnovarsi. La sua proposta viene adottata prima dal presidente della Conferenza dei rettori, Alessandro Faedo, e poi dal ministro della Pubblica istruzione, Mario Ferrari Aggradi, che la inserì in un disegno di legge. Il progetto però, pur essendo stato approvato velocemente in Senato, si bloccò a causa della fine anticipata della legislatura.

La caparbietà che vince

Nonostante l'iniziale battuta d'arresto in Italia, Corradi non smise mai di credere nella sua idea e continuò a promuoverla a livello internazionale. Favorì l'avvio di incontri bilaterali con paesi chiave come la Francia e la Germania per discutere dell'interscambio di studenti universitari.

Per rendere la sua proposta ancora più convincente e pratica, preparava a mano delle tabelle dettagliate per dimostrare l'equivalenza tra esami simili impartiti in atenei di paesi diversi. A proposito di questa lunga fase di lotta, lei ricordava con autoironia: “Diciotto anni di battaglie, di piccole e grandi sconfitte, in cui ho rotto le scatole a tantissima gente”.

La sua perseveranza è stata però premiata. Nel 1976, i principî che aveva sviluppato sono diventati parte di una risoluzione ufficiale della Comunità Economica Europea (l'antenata dell'Unione Europea), che invitava gli stati membri a promuovere gli scambi universitari. Negli anni successivi partirono le prime sperimentazioni basate sul suo modello di riconoscimento degli esami e, di conseguenza, dei crediti universitari.

La nascita del Programma Erasmus

Il grande traguardo arriva nel 1987 con la nascita ufficiale del Programma Erasmus. Finalmente, furono stabilite regole condivise tra i paesi europei per permettere agli studenti di svolgere un periodo di studio completo all'estero.

Il nome del programma, oggi conosciuto come Erasmus+, è un omaggio all'umanista olandese Erasmo da Rotterdam, un instancabile viaggiatore che tra il XV e il XVI secolo aveva attraversato l'Europa per conoscerne e studiarne le diverse culture. 

L'obiettivo era, ed è ancora oggi, lo stesso: promuovere la conoscenza e l'unificazione culturale europea attraverso la mobilità studentesca. Da quel momento, l'Erasmus è diventato uno dei programmi europei di maggior successo, una vera e propria rivoluzione culturale e accademica.

Il Premio Carlo V

Nel 2016, il suo enorme contributo le è valso un riconoscimento di grande prestigio: a Sofia Corradi è stato assegnato il Premio Europeo Carlo V. Uno dei riconoscimenti più importanti a livello europeo, assegnato a chi si distingue nell'impegno per la promozione della cultura e dell’unificazione europea.

In quell'occasione, l'allora ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, la celebrò sottolineando l'impatto del suo impegno sulla vita di tutti: “Alla sua caparbietà dobbiamo un programma che ha completamente rivoluzionato la vita dei nostri figli, contribuendo alla costruzione europea”. Un programma che ha insegnato a intere generazioni il valore della condivisione, della diversità e dell'essere cittadini del mondo.

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