matteobortone
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Fonte: Il Giorno

Una studentessa, iscritta in una delle università più prestigiose d'Italia, la Bocconi di Milano, ha scoperto di essere stata oggetto di commenti raccapriccianti in una chat di gruppo.

Non si tratta di innocenti battute tra amici ma, come emerge dagli atti, di "messaggi dal contenuto ripugnante e inaccettabile, grevi di allusioni sessuali aggressive e di minacce"

E come se non bastasse, fa sapere ‘Il Giorno’, gli stessi l'hanno coinvolta nella chat pensando che non potesse leggere ciò che avevano scritto in precedenza. Peccato che la vittima, invece, abbia avuto accesso a tutti i messaggi precedenti, scoprendo l'orrore.

La vicenda è finita sotto la lente della commissione disciplinare dell'ateneo, con conseguenze serie per i quattro protagonisti.

"Il Loggione": la chat incriminata

La chat incriminata si chiamava "Il Loggione", in cui i quattro studenti, come si legge dagli atti, avevano messo su - a loro detta - "un gioco dettato dal clima goliardico", uno "scherzo". Eppure, la realtà è ben diversa.

Quei messaggi, secondo quanto emerso, non erano affatto goliardici. Anzi, erano espressione di comportamenti "oggettivamente abusivi e discriminatori" nei confronti della compagna. 

La sanzione: un anno di stop

Gli studenti coinvolti sono finiti davanti alla commissione disciplinare della Bocconi, che ha subito riconosciuto la "violazione del Codice d’onore" dell'università.

Come sanzione ai quattro è stato imposto il posticipo di un anno del conseguimento del diploma, dal 13 dicembre 2024 al 12 dicembre 2025.

Non solo, sono stati anche esclusi dalla cerimonia di consegna degli attestati. Insomma, niente festeggiamenti e titolo in ritardo, come un'amara lezione sul rispetto e sulla serietà.

Il Tar respinge il ricorso

Uno dei venticinquenni coinvolti non ci è stato e ha deciso di fare ricorso al Tar della Lombardia. Ma il Tribunale Amministrativo Regionale ha respinto la richiesta del giovane.

Un altro dei ragazzi è ancora in attesa di verdetto, mentre gli altri due hanno preferito non proseguire con la causa. Questo significa che la linea dura dell'università è stata confermata, finora, anche in tribunale.

Le motivazioni del tribunale

I giudici hanno ritenuto, infatti, che l'università abbia agito correttamente, applicando il differimento del diploma perché "i fatti costituiscono non solo una grave e intollerabile violazione dei doveri di comportamento dello studente, ma integrano anche condotte discriminatorie e sessiste".

I magistrati hanno, inoltre, sottolineato la "necessità di inasprire la proposta di sanzione, in applicazione dei canoni di proporzionalità e ragionevolezza, data l’abnormità dei comportamenti degli studenti incolpati e del contenuto dei loro messaggi". Tenendo conto anche "dell’allarme ingenerato nella studentessa segnalante e dell’umiliazione che essa ha sofferto dal punto di vista esistenziale e psicologico".

Il Tar ha così smontato le tesi della difesa che parlavano di "violazione della corrispondenza" (condivisa volontariamente dagli studenti stessi con la vittima) e di presunta invasione di campo della Bocconi in "fatti strettamente privati".

La sentenza, su questo, è stata lapidaria: "Il contenuto dei messaggi e la finalità di invitare la compagna nella chat non possono in alcun modo essere derubricati a goliardia tra colleghi e, al di là della volontà di fare uno ’scherzo’, i fatti sono senz’altro sufficienti a rendere logica e proporzionale la scelta della sanzione applicata". 

Data pubblicazione 2 Luglio 2025, Ore 11:14 Data aggiornamento 2 Luglio 2025, Ore 11:35
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