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frode borse di studio

Sono tanti gli studenti universitari che sperano di ottenere una borsa di studio, per alleggerire il peso delle tasse e concentrarsi sugli esami. Purtroppo, però, non tutti i fondi pubblici destinati a quelli più meritevoli, almeno nel recente passato, sono finiti nelle tasche giuste. Non parliamo di casi isolati, ma di una cifra da capogiro, con quasi 2 milioni di euro di sostegni economici assegnati a persone che non ne avevano il diritto.

Questo è quanto emerso dai controlli incrociati della Guardia di Finanza e del Ministero dell'Università e della Ricerca. Un'operazione congiunta che si è fissata l'obiettivo proprio di prevenire abusi e tutelare gli studenti che ne hanno diritto. 

Indice

  1. Una truffa da quasi due milioni di euro
  2. Bernini: “Garantire equità e giustizia”
  3. Le borse di studio per il 2025/2026
  4. Requisiti più inclusivi

Una truffa da quasi due milioni di euro

Le Fiamme Gialle hanno condotto un'indagine meticolosa, focalizzandosi sulle dichiarazioni di reddito e sui requisiti necessari per ottenere gli aiuti economici.

Tra gennaio 2024 e agosto 2025, la Guardia di Finanza ha svolto 967 interventi su tutto il territorio nazionale. Hanno passato al setaccio fondi per ben 5,2 milioni di euro, e i risultati sono sorprendenti: 1,17 milioni di euro sono stati recuperati perché erano già stati erogati in modo illegittimo e 878 mila euro sono stati bloccati prima dell'assegnazione. In totale, si tratta di quasi 2 milioni di euro sottratti agli "studenti fantasma" e rimessi a disposizione di quelli onesti.

Ma non è finita qui, perché le indagini hanno portato anche a conseguenze legali e disciplinari. Sono stati denunciati all'Autorità giudiziaria 334 soggetti, mentre 50 studenti sono stati segnalati per misure disciplinari di tipo amministrativo.

Tra le irregolarità più frequenti, c’è il mancato rispetto dei requisiti di reddito dichiarati, mentre nei casi più gravi sono emersi sistemi organizzati di frode, con la produzione e l’utilizzo di documenti falsi o manipolati.

Bernini: “Garantire equità e giustizia”

Durante il forum Ambrosetti di Cernobbio, la ministra dell'Università, Anna Maria Bernini, è tornata sul tema del sostegno economico agli studenti: "Vogliamo garantire a tutti gli studenti meritevoli e a quelli che ne hanno diritto di ricevere il sostegno che spetta loro", ha dichiarato la ministra, aggiungendo che "le risorse pubbliche devono raggiungere i veri luoghi del bisogno".

Bernini ha messo in luce la sua missione in questo ambito, affermando: "Non è solo una questione di trasparenza, ma di equità e giustizia per i nostri ragazzi. E noi siamo in prima linea per difendere il loro diritto allo studio". 

I dati diffusi nel corso del forum mostrano un calo nel numero totale di borse di studio erogate: circa 250mila nell'anno accademico 2024/25, rispetto alle circa 270mila dell'anno precedente, di cui 48mila circa a stranieri (circa 20%), con 43.400 extra Ue. Nel 2022/23 invece erano 42.400 le borse agli stranieri, di cui circa 38mila a extra Ue.

Le borse di studio per il 2025/2026

Buone notizie, invece, per l'anno accademico 2025/2026, in cui si registreranno importanti aumenti nelle borse di studio. Quelle per gli studenti fuori sede raggiungeranno l'importo di 7.072,10 euro, mentre quelle per i pendolari saranno di 4.132,85 euro e per gli studenti in sede di 2.850,26 euro.

Una novità significativa riguarda, poi, l'introduzione di una borsa di studio maggiorata, che potrà arrivare fino a un massimo storico di 8.133 euro, destinata agli studenti che versano in condizioni economiche particolarmente difficili. Questo provvedimento, mai attuato prima in Italia, rappresenta un passo in avanti nella lotta alla disuguaglianza economica nell'istruzione.

Requisiti più inclusivi

Aumentano pure i limiti massimi dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) e dell’Indicatore della Situazione Patrimoniale Equivalente (Ispe), fondamentali per l'accesso ai sostegni. Il primo requisito è stato fissato a 27.948,60 euro, con un aumento di 221,81 euro, mentre il secondo tetto è stato portato a 60.757,87, con un incremento di 482,21 euro.

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