
Ritardi, guasti improvvisi, cancellazioni senza rimborso: sono molti i guai in cui incappano gli studenti durante il tragitto per recarsi negli atenei. In questo senso, il rapporto di Legambiente, dal titolo “Pendolaria”, ci restituisce un preciso quadro della precarietà dei trasporti sul territorio italiano. Curioso di sapere quali sono le peggiori linee di trasporto in Italia? Vediamole insieme.
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Campania: le ex linee Circumvesuviane
Il rapporto evidenzia quali sono le criticità da cui ripartire per rilanciare il servizio di trasporto ferroviario. Prima di tutto l'indagine pone l'accento sulle condizioni dei pendolari in Campania. Le ex linee Circumvesuviane, 142 chilometri, ripartiti su 6 linee e 96 stazioni, versano in uno stato pietoso e sono molti i disagi riscontrati negli ultimi mesi del 2022. Il 12 dicembre passaggi a livello malfunzionanti, hanno portato all’interruzione del servizio tra Striano e Sarno; il 14 novembre si sono registrati ritardi e soppressioni su varie direttrici, fino ad un’interruzione prolungata del servizio tra Scafati e Poggiomarino; il 2 novembre, nella galleria di Pozzano, frazione di Castellammare di Stabia, il treno delle 7.12, partito da Sorrento, è stato protagonista di un pesante incidente con parte del tetto risultato scoperchiato. Qui pare che qualcosa si stia muovendo: ingenti investimenti mirano a mettere in moto 40 treni in costruzione e una gara in previsione per altri 40/50 treni nuovi di zecca.
Roma – Lido e Roma Nord – Viterbo
Nella Capitale la situazione certo non migliora. Al centro dell'indagine la linea Roma – Lido, una linea di 28,3 chilometri, fondamentale per il pendolarismo di un intero quadrante, quello sud-ovest, perché collega la stazione di Porta San Paolo a Roma e il mare di Ostia. Una linea teoricamente strategica – lasciata a se stessa per anni – dove ad oggi si riscontrano enormi difficoltà per i pendolari. Un caso emblematico della situazione di questa linea è avvenuto il 22 dicembre scorso, quando sono state almeno 18 su un totale di 38 le corse saltate a causa della rottura di un treno. A questo si aggiunge la frequenza di passaggio dei treni (circa ogni 30 minuti), condita spesso da ritardi e cancellazioni.La soppressione delle corse è un fenomeno protagonista anche nella linea Roma Nord – Viterbo. Solo nei primi 4 mesi del 2022 circa 2.700 corse sono andate soppresse, mentre molto spesso tra Montebello e Viterbo il treno è sostituito da corse autobus. Entrambe le linee sono passate alla gestione di Cotral dallo scorso luglio e sono previsti investimenti per trasformarle in vere e proprie linee metropolitane, per 481 milioni di euro, finanziati tramite i fondi del Pnrr
Catania – Caltagirone – Gela
Siamo in Sicilia dove il servizio ferroviario da anni è giudicato come scadente dagli stessi pendolari. In particolare, la linea Catania – Caltagirone ha riscosso un record negativo nel primi sei mesi del 2022, con oltre il 26% di corse che ha subito ritardi e/o soppressioni. In più la tratta Caltagirone – Gela, chiusa nel 2011, è ancora in attesa di ripristino.
Milano – Mortara
Anche il Nord non sfugge al rapporto Legambiente. I dati di Trenord parlano chiaro: per inaffidabilità, la linea Milano – Mortara vince su tutte. La linea carica molti pendolari, in particolare dai centri di Vigevano e Abbiategrasso, su tratte tuttora a singolo binario. Il raddoppio della tratta tra Albairate e Mortara, di circa 26 km, risulta il nodo principale da risolvere per permettere un miglioramento del servizio. Ma, anche qui, gli interventi infrastrutturali ancora da completare sono sospesi fino al loro finanziamento e mancano poco meno di 177 milioni di euro sui 572 milioni previsti per l’intera opera.
Verona – Rovigo e Rovigo – Chioggia
Ancora in stallo anche la situazione di questa linea ferroviaria che conta un circuito di 96 chilometri. Continui ritardi e cancellazioni sono stati vissuti nel 2022 dai pendolari della linea, problematica riscontrata anche dai viaggiatori della tratta che collega Rovigo a Chioggia. Non solo ritardi e cancellazioni, su questa tratta i pendolari hanno dovuto fare i conti anche con la totale inadeguatezza dei bus sostitutivi: anche questi con forti ritardi e soppressione corse all'ultimo minuto.
Genova – Acqui – Asti
I mancati investimenti sono alla base dei problemi della linea ligure. Lo scorso dicembre molti disagi sono stati riscontrati a causa della chiusura della galleria Facchini a Borzoli, che di conseguenza hanno portato i treni merci, in direzione nord, ad essere dirottati sulla tratta Genova-Acqui, causando problemi al traffico passeggeri. Ma, almeno sulla tratta Acqui – Genova, qualcosa si muove. Sulla Acqui-Genova sono finalmente previsti alcuni investimenti da RFI, con circa 84 milioni di fondi Pnrr. Nel dettaglio si tratta di circa 20 milioni.
Novara – Biella – Santhià
Una linea di circa 78 chilometri molto difficile da gestire. La linea ha vissuto un anno pessimo, con la cancellazione di diverse corse e ritardi, in particolare negli ultimi mesi del 2022. A nulla è servita l'elettrificazione della tratta tra Biella e Santhià che avrebbe dovuto vedere l'attivazione di treni diretti per Torino: peccato che non si siano mai visti. In generale, la situazione delle linee ferroviarie in Piemonte è disastrosa: Si tratta della regione che “vanta” il maggior numero di linee sospese d’Italia, una quindicina, ormai inattive da circa dieci anni.
Trento – Bassano del Grappa
Da circa un anno e mezzo i pendolari della linea della Valsugana lamentano diversi disagi. In particolare, viene denunciato lo stato di usura delle ruote dei convogli che hanno portato alla soppressione di numerose corse. A settembre i treni in servizio erano davvero pochi, sostituiti da bus con pesanti ripercussioni in termini di orario. Inoltre, lo scorso 5 novembre la linea è stata chiusa per circa un mese a causa dell'avvio di un cantiere finalizzato alla sostituzione delle rotaie per una tratta di 9 chilometri.
Portomaggiore – Bologna
Dall'11 dicembre scorso sono state molte le criticità riscontrate dai pendolari su questa linea di 45 chilometri. Inizialmente i disagi hanno riguardato il mancato annuncio delle modifiche alle tratte di percorrenza, con conseguenti ritardi e cancellazioni. In Emilia – Romagna però, i guai non finiscono qui. Sono poi molti i problemi riscontrati anche sulle linee del parmense, fra cui una delle peggiori è la Brescia-Casalmaggiore-Parma. Lunga 92 chilometri, la linea, gestita da Trenord, viene percorsa a soli 46 km/h di media e vede il passaggio di meno di 30 treni giornalieri.Qui il materiale rotabile è il più vecchio della Lombardia e dell'Emilia-Romagna, con infiltrazioni di acqua nei vagoni e costanti ritardi. Infine, la Parma-Spezia vede molto frequentemente la sostituzione di treni con autobus e ritardi frequenti soprattutto nella fascia oraria 17:00-19:00.