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indagine emergenza climatica

Se si vuole davvero salvare il nostro Pianeta non c'è un minuto in più da perdere. È quello che pensa la stragrande maggioranza delle persone, in ogni angolo del mondo. Un'idea ancora più diffusa tra giovanissimi, la cosiddetta Generazione Z.

Il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite – l’UNDP - in collaborazione con l’Università di Oxford ha infatti pubblicato un report approfondito sul clima (Peoples’ Climate Vote) per testare la sensibilità comune su questo argomento. La più grande indagine di sempre sul tema, che ha coinvolto oltre 1,22 milioni di persone in 50 Paesi. E dalla quale emerge come, per il 64% degli intervistati, i cambiamenti climatici sono una vera e propria emergenza globale e, come tale, dovrebbe essere messa al primo posto nella lista delle azioni per il futuro. Un messaggio chiaro per i grandi della Terra che si riuniranno il prossimo novembre a Glasgow per il vertice ONU sul clima (COP26).

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    Ma il dato più interessante di questa indagine è quello che si ricava concentrandosi sulle risposte degli under18, dal popolo dei FridayForFuture e dei seguaci di Greta Thunberg. Perché, tra loro, la preoccupazione massima per il mondo che erediteranno coinvolge il 69% del campione, cinque punti percentuali in più rispetto alla media. Confermando come i più attenti ai temi ambientali vadano rintracciati nelle fasce più giovani della popolazione mondiale. E, per una volta tanto, l'Italia può vantare un primato positivo. I nostri under18, assieme ai loro coetanei britannici, sono infatti i più sensibili del globo alla cura dell'ecosistema: a essere estremamente spaventato per quel che potrà accadere nei prossimi anni è addirittura l'86%, quasi 9 su 10, praticamente tutti.

    Gli interventi più urgenti

    Agli intervistati è stato anche chiesto se e come sostengano le diciotto politiche climatiche chiave, in cui si articola l'azione delle Nazioni Unite, organizzate in sei ambiti: economia, energia, trasporti, alimentazione e agricoltura, natura e salvaguardia delle persone. Permettendo di stilare una sorta di classifica delle priorità. Il capitolo più popolare è la conservazione di foreste e terreni (lo mette ai primi posti il 54%). Molto sentita anche l'esigenza di avere più energia solare, eolica e rinnovabile (53%), assieme alla necessità di adottare tecniche di agricoltura rispettose dell'ambiente (52%) e di investire maggiormente in imprese e posti di lavoro 'verdi' (50%)

    La preoccupazione va di pari passo con la conoscenza

    Un altro aspetto dello studio che, infine, non va sottovalutato è quello relativo al grado di istruzione delle persone che percepiscono come un problema reale l’emergenza climatica. Infatti, come sottolineato dal report dell’UNDP, più alto è il livello di istruzione più si riscontra attenzione per le tematiche ambientali. E, anche su questo, ci difendiamo alla grande, visto che il 90% degli intervistati di origine italiana con un’istruzione di grado superiore al secondo (diploma) crede che esista un’emergenza climatica; superando il dato riscontrato in grandi nazioni come Francia (87%), Regno Unito (85%) e Germania (84%).

    Numeri sorprendenti

    A valutare gli esiti della ricerca è intervenuto il Professor Stephen Fisher del Dipartimento di sociologia dell'Università di Oxford che, come si legge nel comunicato stampa pubblicato dall’UNDP, ha dichiarato: "Il Peoples’ Climate Vote ha fornito un ricco bottino di dati riguardanti l’opinione pubblica mai raccolto prima. Il riconoscimento dell'emergenza climatica è molto più diffuso di quanto si potesse pensare. È emerso anche con chiarezza come la maggior parte delle persone desideri una risposta politica forte e veloce contro questo problema".

    Lucilla Tomassi