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Bullismo e cyberbullismo in crescita tra i giovani

Il bullismo è in aumento. E colpisce di più al Nord che al Sud, con un numero crescente di casi segnalati. Offese, aggressioni verbali e fisiche: per oltre due terzi degli adolescenti italiani, la quotidianità si intreccia troppo spesso con episodi di prevaricazione e violenza. Il 68,5% dei giovani tra gli 11 e i 19 anni ha subìto almeno una volta, nell’arco dell’ultimo anno, un comportamento violento, diffamatorio o di esclusione, sia online che offline. Un giovane su cinque lo ha vissuto più volte al mese, quasi uno su dieci con cadenza settimanale.

Il dato arriva dall’ultima indagine Istat, “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri” - presentata a Palazzo Chigi, alla presenza del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e di altre personalità di spicco delle istituzioni - che fotografa un panorama tutt’altro che rassicurante relativo ai fatti avvenuti nell’anno 2023. Skuola.net ne ha riassunto i passaggi salienti.

Indice

  1. Le vie del bullismo sono (quasi) infinite: dagli insulti all’emarginazione, dalle diffamazioni alle minacce
  2. Le discriminanti
  3. Valditara: “Al centro della scuola la cultura del rispetto”
  4. Il campo “minato” del digitale

Le vie del bullismo sono (quasi) infinite: dagli insulti all’emarginazione, dalle diffamazioni alle minacce

Si sa che le relazioni tra ragazzi possono essere difficili: le forme della prevaricazione tra pari sono molteplici, ma non tutte si manifestano allo stesso modo. Alcune sono più o meno “dirette”, come gli insulti gridati in classe o gli spintoni nei corridoi. Altre, invece, si insinuano in silenzio, spesso dietro gli schermi: l’amico che smette di rispondere, il gruppo WhatsApp da cui si viene esclusi improvvisamente.

Secondo l’Istat, proprio le offese verbali sono la forma di bullismo ad oggi più diffusa, denunciate dal 55,7% dei ragazzi. Seguono le azioni di emarginazione, che hanno colpito almeno una volta il 43% degli 11-19enni. Le diffamazioni, sotto forma di pettegolezzi o calunnie, hanno riguardato quasi un quarto dei giovani, mentre le minacce fisiche toccano circa l’11%. E guai a pensare a dei casi isolati: oltre il 14% degli adolescenti ha subito offese con frequenza più che mensile, mentre l’esclusione si è ripetuta quotidianamente per oltre uno su dieci.

Le discriminanti

In questo scenario, età, genere e area geografica di residenza assumono un ruolo determinante, sottolinea l’Istat. Partendo dal primo fattore, emerge con chiarezza come il bullismo colpisca più duramente i più giovani nella fascia di età che va dagli 11 ai 13 anni: quasi il 24% di ragazze e ragazzi ha subito episodi vessatori con frequenza regolare, contro il 19,8% registrato nei 14-19enni. 

I principali bersagli di offese e minacce sono i maschi: il 16% dei ragazzi subisce insulti continui, contro il 12,3% delle ragazze. Le femmine, però, si sentono più spesso emarginate (12,2% contro 8,5% dei ragazzi). 

Anche qui l’età gioca il suo ruolo, visto e considerato che anche il tipo di violenza varia con l’anagrafica. Gli 11-13enni subiscono più spesso offese verbali (58%) e diffamazioni (oltre uno su quattro). Tra i 14-19enni, invece, crescono le aggressioni fisiche (11,2%) e le esclusioni a livello sociale (43,4%).

Il quadro si completa considerando anche la dimensione territoriale. Il Sud Italia mostra una situazione più contenuta rispetto al Nord: il 33,5% dei giovani del Mezzogiorno dichiara di non aver mai subito comportamenti offensivi, contro il 29% del Nord-ovest. Ma nelle aree settentrionali si concentrano i casi più ricorrenti: il 22,1% dei ragazzi del Nord-est è vittima di atti vessatori più volte al mese.

Valditara: “Al centro della scuola la cultura del rispetto”

Numeri questi che non stupiscono nemmeno tanto se confrontati con le recenti rilevazioni del Ministero dell’Istruzione del Merito e dell’INVALSI che, non a caso, hanno costretto il Ministro Valditara ad intervenire anche nel Settentrione, mediante l’Agenda Nord.

Su questo fronte, inoltre, il numero uno del MIM ha tenuto a ricordare le azioni messe in campo nella scuola per contrastare i suddetti fenomeni: “Abbiamo messo al centro della scuola la cultura del rispetto”, ha dichiarato Valditara, ricordando come il tema sia stato proposto all’esame di Maturità, con una traccia di prima prova molto gettonata dagli studenti. Un segnale incoraggiante, secondo il ministro, che poi rilancia: “Ben noto l’intervento sulla condotta, ben noto l’intervento sulle attività di cittadinanza solidale e voglio aggiungervi subito da questo punto di vista che il Consiglio di Stato ha appena dato parere positivo sui regolamenti che quindi entreranno in vigore da settembre del prossimo anno scolastico”.

Ottimo anche il riscontro da parte degli istituti scolastici, specie sul fronte dell’educazione alle relazioni: “Hanno risposto quasi l’87% delle scuole italiane, il che non significa che l’altro 13% non abbia avviato questi corsi, nel senso che queste hanno risposto e ben il 96,7%, cioè la quasi totalità delle scuole, ha avviato percorsi di educazione al rispetto nei confronti della donna e educazione alle relazioni. Devo dire che in alcune regioni, in particolare nel Mezzogiorno, le percentuali sono state quasi del 100%”.

Il campo “minato” del digitale

Tornando all’indagine, si capisce perfettamente perché il mondo digitale - un tempo considerato un vero e proprio rifugio dal reale - sia ormai una estensione della realtà stessa e, a volte, anche della violenza. 

Oltre il 90% dei giovani italiani tra gli 11 e i 19 anni trascorre almeno due ore al giorno online, con il 34% degli adolescenti che ha dichiarato di aver subìto almeno una forma di cyberbullismo

Per quasi un terzo di loro, gli episodi si sono verificati sia online che offline, a conferma che le due dimensioni si alimentano a vicenda. Solo il 3,8% ha subito molestie esclusivamente digitali.

E, anche in Rete, i maschi risultano più colpiti: le offese e gli insulti online ricorrono più frequentemente tra loro (9% contro 6,6% delle femmine), così come l’esclusione da gruppi virtuali (19% contro 16,6%). Il dato complessivo? Uno studente su 13 è vittima di “cybermolestie” ripetute nel tempo.

Data pubblicazione 26 Giugno 2025, Ore 16:50 Data aggiornamento 26 Giugno 2025, Ore 18:05
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