
Da ‘Report’ alla Skuola TV. Questo il viaggio compiuto dall’ ospite dell’ultima puntata di #MeetZeta, il format targato Skuola.net che ha lo scopo di dare voce ad esperti, professionisti e politici mettendoli in contatto con la GenZ.
Il protagonista è stato Sigfrido Ranucci, giornalista nonché autore e conduttore di ‘Report’, il principale programma televisivo di inchieste in onda su Rai3.Durante la Live il noto giornalista ha raccontato diversi aneddoti legati alla sua famiglia, che hanno plasmato il suo carattere e anche la sua carriera, del suo passato da studente e di docente: sì perché prima di approdare negli studi Rai è stato anche prof di italiano. Ma soprattutto ha parlato delle inchieste che più hanno fatto clamore sottolineando come il suo lavoro abbia spesso toccato temi delicati, al punto da costringerlo a vivere sotto scorta. Se hai perso la Live di #MeetZeta con Sigfrido Ranucci, non ti resta che recuperarla qui sotto!
Sigfrido Ranucci: studente (quasi) modello sbocciato all’università
Impossibile per noi di Skuola.net non indagare sul passato da studente di Sigfrido Ranucci. A sorpresa il noto giornalista ha raccontato che già dall’asilo ha iniziato a ‘marinare’ la scuola, complice suo nonno dal quale ha preso il nome, con il quale ha avuto un rapporto speciale “Non mi andava di andare all’asilo perché non sopportavo l’immagine delle punizioni corporali dei miei compagni. Ogni mattina quando andavo all’asilo con grembiulino bianco e fiocco immacolato, lui mi prendeva e mi portava ad un bar della Garbatella a mangiare un maritozzo con la panna e la coca cola, stavo lì fino a quando non suonava la campanella”.
Arrivato alle superiori poi, Sigfrido ha raccontato che tra le materie preferite c’era sicuramente l’italiano “mi piaceva moltissimo narrare” complice anche sua madre che da insegnante di materie letterarie le ha trasmesso questa passione che è stata molto utile anche per il suo lavoro. “Quando stavo male mia madre passava il tempo ad insegnarmi come si imparava a memoria una poesia e stava lì finché non la imparavo. Ha cercato di insegnarmi le tecniche per imparare a memoria di cui beneficio ancora oggi perché credo di essere forse l'unico conduttore che fa degli studi chilometrici senza utilizzare il gobbo”. Abilità questa che secondo Ranucci è importante perché “ragiono mentre parlo col pubblico, mi tengo le incertezze perché quelle incertezze intanto significano che stai ragionando”.
E se per quanto riguarda il rendimento Ranucci ha ammesso di non esser stato tra i primi della classe “mi sono diplomato al Liceo Scientifico con un voto basso 38, poi però alla all'università ho avuto il massimo dei voti” sul versante del comportamento è stato uno studente modello “son passato indifferentemente dal primo all'ultimo banco ma il mio comportamento era lo stesso, ho sempre preso il massimo in condotta perché stavo con le braccia conserte anche durante l'ora di ricreazione”. Tuttavia la sua rivincita è arrivata all’università, dove ha ottenuto il massimo dei voti.
In pochi poi sanno che Sigfrido Ranucci, prima di approdare in Rai, è stato anche un docente di materie umanistiche. Una confidenza questa che a noi di Skuola.net aveva già raccontato durante la diretta dedicata alla Notte Prima degli esami dello scorso giugno e che ha approfondito durante la Live. “Ero un professore meritocratico, il mio scopo non era quello di fare selezione ma di aiutare il più possibile gli studenti perché non tutti quelli che avevo di fronte erano nella stessa condizione e nella stessa capacità di comprensione”.
La vita sotto scorta come conseguenza delle sue inchieste
Essere un giornalista d’inchiesta non vuol dire solo portare alla luce fatti e misfatti della nostra società e ricevere apprezzamenti per questo, come fa ‘Report’ da anni, ma anche, come ha sottolineato Ranucci, rischiare di prendere querele, quasi 200 quelle che ha ricevuto, ma soprattutto dover fare importanti rinunce anche a livello personale. “E’ ovvio che rinunci alla libertà, devi avere un comportamento irreprensibile perché direttamente e indirettamente diventi un esempio, un punto di riferimento ed è una responsabilità grossa però vedere l’affetto della gente è una cosa che mi dà un’energia enorme”.
E proprio queste rinunce e le conseguenze scaturite dal voler scavare fino in fondo in situazioni che spesso toccano persone che ricoprono ruoli importanti possono causare momenti di sconforto in chi fa inchieste. Il giornalista a domanda diretta, ha raccontato che in passato ha avuto momenti di sconforto, come quando lo volevano eliminare dalla conduzione di Report ma che, come ha spiegato alla sua famiglia, se lo avesse fatto avrebbe dato ragione a chi voleva portare avanti quel progetto. Alla fine quindi ha prevalso la passione per il suo lavoro e la consapevolezza dell’importanza che il suo programma ha nel panorama del giornalismo italiano.
Come nasce un’inchiesta di ‘Report’
Oltre a conoscere meglio Sigfrido Ranucci, la Live di Skuola.net ha aiutato anche a capire come nascono le tanto apprezzate inchieste targate ‘Report’. “Allora intanto il serbatoio preziosissimo sono le segnalazioni che arrivano a Report che negli anni sono aumentate. Pensate già dall'anno scorso, dopo una media di 70-75 mila segnalazioni, siamo arrivati a 90.000 mila quest’anno. Se bene approfondite, ti danno un privilegio che è quello di avere il polso del Paese, tu capisci che cosa sta accadendo nel Paese prima di altri”.
A leggere queste segnalazioni, dalle quali poi nascono le inchieste del programma sono “3-4 persone” che, dopo attenta scrematura, inviano a Ranucci le più interessanti destinate ad arrivare sullo schermo. Un lavoro quindi che parte dalle persone comuni e che grazie alla squadra di Ranucci e al loro operato permette a ‘Report’ di essere un vero e proprio vanto all’interno della programmazione targata Rai.