
Il Servizio Civile Universale è una opportunità che ogni anno viene colta da oltre 50.000 giovani perché consente di entrare nel mondo lavoro, fare una esperienza di impatto sociale retribuita, sviluppare competenze (anche mentre si studia) e iniziare a disegnare il proprio futuro garantendosi vantaggi anche nei concorsi pubblici.
Basterebbero queste righe per concludere questo articolo, ma ci sono ancora ragazzi e ragazze che non conoscono questa opportunità oppure che la snobbano perché la pensano come una semplice “parentesi” per chi è in cerca di un anno sabbatico dopo la scuola o non sa che fare della propria vita.
E visto che il 15 dicembre è la Giornata Nazionale del Servizio Civile Universale oggi vi droppiamo un vodcast realizzato dal Ministro per lo Sport e la Gioventù, Andrea Abodi, insieme a Skuola.net per raccontarvi i 7 buoni motivi per prendere in considerazione il Servizio Civile Universale: te li spieghiamo di seguito.
Il nostro viaggio oggi parte da Binario F, lo spazio di Meta dedicato alle competenze digitali, e ci porta ad incontrare il Ministro insieme ai giovani operatori volontari del SCU, guidati dal nostro direttore Daniele Grassucci e dalla conduttrice Jolanda Renga. Pronti a partire?
Indice:
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SCU, un'opportunità esclusiva per i giovani dai 18 ai 28 anni: ecco 7 motivi per farlo
- Il Servizio Civile Universale è il primo mattone per costruire il tuo futuro
- È il contesto giusto se ti piace “fare cose” e farle per gli altri
- Ti dà un vantaggio reale nei concorsi (e interessa anche alle aziende)
- È retribuito, tutelato e compatibile con studio e altri progetti
- Con il SCU fai networking e riempi il CV di competenze trasversali: parola di chi lo ha fatto!
- Il SCU è per tutti (non per pochi)
- Perché ti fa sentire parte di qualcosa (e non sei mai solo)
- Come partecipare al Servizio Civile Universale?
SCU, un'opportunità esclusiva per i giovani dai 18 ai 28 anni: ecco 7 motivi per farlo
In realtà è probabilmente una delle opzioni più intelligenti da prendere in considerazione soprattutto nel post-diploma: si incastra perfettamente con gli impegni dell’università, ti permette di sviluppare soft skills davvero utili e ti dà una marcia in più nei concorsi pubblici.
È aperto a tutti i giovani tra i 18 e i 28 anni compiuti, senza distinzione di percorso di studi o background: basta avere voglia di mettersi in gioco, crescere e fare qualcosa di utile per gli altri (e per sé).
Il Servizio Civile Universale è un’esperienza di cittadinanza attiva che ti permette di dedicare dagli 8 ai 12 mesi a progetti sociali, culturali, ambientali, digitali o di protezione civile, in Italia o all’estero.
Si viene selezionati attraverso un bando pubblico e, una volta dentro, si diventa a tutti gli effetti operatori volontari.
Poi diciamolo: è pure retribuito. E questo lo trasforma automaticamente in un primo step verso quella indipendenza economica che tutti sogniamo. Insomma, almeno sulla carta, non ci sarebbe un solo motivo per non prenderlo in considerazione.
Peccato però che girano ancora un sacco di false convinzioni su questa esperienza: c’è chi dice che “non serve a niente nel CV” (spoiler: serve), o che sia “solo volontariato”.
Ecco invece le 7 cose (vere) da sapere sul SCU.
1. Il Servizio Civile Universale è il primo mattone per costruire il tuo futuro
Per anni il Servizio Civile Universale è stato raccontato come una pausa tra scuola e lavoro. In realtà, è tutto il contrario e il ministro Andrea Abodi lo dice chiarissimo.
“Il servizio civile è molto di più di una parentesi come è stato detto per lungo tempo. È una parentesi che apre il fronte anche alle prospettive della vita perché sviluppa le competenze e offre delle opportunità anche di lavoro attraverso il veicolo dei concorsi pubblici”.
Quindi non si tratta di un anno in cui te ne andrai a spasso, ma un pezzo di percorso che entra a pieno titolo nel tuo CV. Vedilo così: è il primo passo per iniziare a costruire il tuo futuro lavorativo.
2. È il contesto giusto se ti piace “fare cose” e farle per gli altri
Iolanda Renga non ha (ancora) fatto il Servizio Civile Universale, ma si riconosce perfettamente nel tipo di persona a cui potrebbe cambiare la vita:
“Purtroppo nonostante abbia sempre avuto voglia di fare da quando avevo 15 anni, mentre smanettavo con i miei mezzi molto limitati, non ho mai approcciato a nessuna di queste possibilità e mi dispiace molto perché sono una persona estremamente curiosa a cui piace tanto fare, sperimentare, anche solo non per me stessa, ma per gli altri, mi sembra di capire che sarebbe proprio il contesto giusto per me”.
“Servire gli altri - continua la creator - è comunque qualcosa che ci salva come esseri umani: prenderci cura di qualcuno a qualsiasi livello, che siano tematiche sociali, ambientali, culturali, ci forma come persone e veramente è quello che fa la differenza”.

3. Ti dà un vantaggio reale nei concorsi (e interessa anche alle aziende)
Adesso entriamo nel concreto. Durante il mandato del ministro Abodi è arrivata una novità enorme che si collega a doppio nodo ai concorsi pubblici della Pubblica Amministrazione.
“Chi ha fatto il servizio civile universale o anche quello nazionale (come si chiamava in origine, ndr) avrà diritto nei concorsi pubblici a una riserva di posti pari al 15%”.
Non solo: il ministro sta lavorando perché la partecipazione al Servizio Civile Universale abbia un peso anche al di fuori di questo circuito:
“Stiamo cercando di trovare una formula per la quale anche le aziende quotate a partecipazione pubblica possano tener conto nella selezione di chi ha fatto il servizio civile e anche le aziende private.
Perché riteniamo che le caratteristiche personali umane, le sensibilità che sono presenti nelle persone che decidono di dedicare un anno alla propria vita agli altri, facciano bene alla pubblica amministrazione al suo interno e nel rapporto tra la pubblica amministrazione e il mondo esterno” spiega il ministro Abodi.
4. È retribuito, tutelato e compatibile con studio e altri progetti
Un altro punto molto concreto è che il Servizio Civile Universale non è un lavoro gratis. È infatti previsto un rimborso spese di 519,47 euro mensili (in aumento rispetto ai precedenti 460 euro) - che non è tassato e non grava sull'ISEE familiare - che ti aiuta a supportarti in questo anno di attività, permettendoti di guadagnare quella tanto agognata indipendenza economica.
“Consente delle piccole soddisfazioni quotidiane, di poter gravare meno sulla famiglia, avere anche un senso della prospettiva che punta all'autosufficienza. Non possiamo considerarlo un salario, ma un piccolo rimborso che rende quell'anno piacevole anche per quello che si può fare.
Magari quando si finisce l'orario giornaliero si può andare a mangiare una pizza, si può fare un piccolo viaggio, si può comprare una piccola cosa e si entra in una nuova dimensione” spiega Abodi.
In più, stiamo parlando di 25 ore settimanali, quindi c’è spazio per studiare o portare avanti altri progetti e godi anche di diritti e tutele: malattia retribuita, permessi, coperture assicurative. Quindi sì: puoi fare Servizio Civile, dare una mano, crescere… e contemporaneamente studiare, portare avanti altri progetti, non dipendere del tutto dai tuoi.
5. Con il SCU fai networking e riempi il CV di competenze trasversali: parola di chi lo ha fatto!
Tra i falsi miti più diffusi c’è quello secondo cui “il Servizio Civile non serve a niente nel CV”. Le testimonianze dal vodcast dicono l’esatto contrario. Come quella di Giada Lin, operatrice volontaria che ha svolto il SCU proprio durante gli studi universitari, attraverso un servizio di facilitazione digitale in ambito sanitario presso l'ASL Roma 1. Proprio lei ci ha spiegato i benefici del SCU:
“Il progetto nasce per facilitare digitalmente i molti che non sanno nemmeno che esistono strumenti come lo SPID o il fascicolo sanitario elettronico. Quindi, spesso, il nostro lavoro partiva dall’accoglienza: un contatto diretto e continuo con le persone. Si andava dalle domande più semplici - come gli orari di apertura dei servizi o informazioni sulla struttura - fino a richieste molto più delicate.” spiega Giada.
Ti sembra roba da poco? Non è assolutamente così. Il Servizio Civile Universale ti porta: nella situation room di un grande evento, nelle corsie degli ospedali, nelle associazioni del territorio, nei progetti di inclusione, cultura, tutela sociale.
6. Il SCU è per tutti (non per pochi)
Che tu venga da Roma, da un piccolo paese del Sud o da una città di provincia, l’accesso è lo stesso. E in alcuni casi l’esperienza rappresenta anche uno strumento di inclusione.
Lo è stata per Camilo Bernal Rodriguez, operatore volontario nella Protezione Civile di Roma Capitale, di origini colombiane. Una volta arrivato in Italia, il giovane rivela di aver voluto trovare un ‘gancio’ con il nostro Paese e lo ha trovato nel SCU. E racconta così uno dei momenti più forti vissuti durante proprio il Giubileo dei Giovani.
“Credo il momento più emozionante sia stato il Giubileo dei Giovani, quella che per me è stata la sera dei miracoli come raccontava Lucio Dalla. Perché stavamo in una città come Roma che in quei giorni ospitava milioni di persone.
Come dice Lucio Dalla ‘Si muove la città’ e quel giorno, in quei giorni, durante il Giubileo dei Giovani, i giovani del mondo hanno scritto una storia della quale io sono fiero di averne fatto parte con il Servizio Civile.” spiega il volontario.
Durante la sua esperienza, Camilo ha partecipato attivamente, lavorando sia nella "situation room" (la sala situazionale del Giubileo) sia "sul campo" durante i diversi eventi giubilari.
Le sue mansioni includevano dare assistenza alla popolazione e anche "rispondere alle domande che faceva il sindaco di Roma": un’esperienza travolgente, e senza mansioni ripetitive al contrario di quanto si dice.

7. Perché ti fa sentire parte di qualcosa (e non sei mai solo)
Alla fine di tutto il viaggio a Binario F, Jolanda Renga - che all’inizio si dichiarava solo “curiosa” - chiude così:
“Confermo tutto quello che ho detto all'inizio e credo che, da quello che ho sentito, dalle storie che questi ragazzi ci hanno voluto raccontare, sia proprio un'occasione per tanti giovani che magari ancora non lo conoscono e che oggi magari sapranno qualcosa in più. Porterei un sacco di persone che conosco che secondo me sarebbero proprio arricchite da questa esperienza”.
Ed è un po’ il punto di arrivo: il Servizio Civile è un’esperienza da fare e vivere in prima persona. Una scelta che ti mette al centro, ti fa sentire utile, ti dà strumenti per il futuro e - soprattutto - non ti lascia mai uguale a come sei entrato, arricchendoti giorno dopo giorno.
Come partecipare al Servizio Civile Universale?
Se dopo aver ascoltato tutte queste storie ti è venuta voglia di provarci, il primo step è molto semplice: vai sul portale dedicato. È uno spazio super intuitivo dove trovi tutto: come funziona il Servizio Civile Universale, quali progetti esistono, come candidarti e cosa aspettarti.
E occhio alle tempistiche: i nuovi bandi dovrebbero uscire tra la fine delle Olimpiadi di Milano Cortina e l’inizio delle Paralimpiadi, quindi indicativamente tra fine febbraio e i primi giorni di marzo 2026.
Insomma: è ufficialmente il momento di “scaldarsi”, come direbbe il ministro Abodi. Consulta il portale e mettiti alla prova!