Redazione
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Copertina Capitanio Sapevatelo

Bisognerà fornire una identità digitale per accedere ai siti per adulti come quelli pornografici? No, lo spiega (per l’ennesima volta) Massimiliano Capitanio, Commissario AGCOM, intervistato dal direttore di Skuola.net - Daniele Grassucci - nel nuovo episodio del vodcast #Sapevatelo

Chiarito questo punto, dal 12 novembre comunque dovrà cambiare l’esperienza di accesso a queste piattaforme: 45 di esse - al momento tutte legate ai contenuti di matrice sessuale - saranno obbligate a “introdurre un sistema di verifica dell’età forte”, ovvero qualcosa in più del semplice sistema di autodichiarazione “Hai più di 18 anni?” usato attualmente. 

Nella lista - che in futuro potrebbe ampliarsi anche ad altre entità che offrono contenuti per adulti, non necessariamente pornografici - compaiono anche il chiacchierato social Only Fans, i celebri PornHub, Youporn e via dicendo.  

Il portale studentesco ha chiesto a Capitanio cosa cambierà effettivamente per effetto della delibera 96/25/CONS, con cui l’Autorità Garante nelle Comunicazione dà attuazione all’articolo 13-bis del cosiddetto “decreto Caivano”. 

Indice

  1. Dal “sei maggiorenne?” alla verifica dei documenti, ma in doppio anonimato
  2. Come funziona la verifica dell’età: token, QR code e garanzie per la privacy
  3. Perché serve: il rischio dei bambini davanti al porno
  4. VPN, Telegram e scappatoie: la legge non è un gioco
  5. AGCOM: tra anti-pirateria, fake call e patentino digitale

Dal “sei maggiorenne?” alla verifica dei documenti, ma in doppio anonimato

"Dal 12 novembre", spiega Capitanio, "i siti pornografici saranno obbligati per legge a chiedere una verifica dell’età forte e consolidata". Insomma, non sarà più sufficiente cliccare “sì” alla classica finestra “Hai più di 18 anni?”. Chi vorrà accedere dovrà dimostrare concretamente la propria maggiore età.

Per il momento la misura riguarda, come detto, una cinquantina di piattaforme, da Pornhub a OnlyFans, fino ai principali siti di condivisione di video per adulti. "Da quel giorno inizierà il monitoraggio dell’AGCOM: se un sito non rispetterà la norma, scatteranno diffide, sanzioni e, in casi estremi, l’oscuramento per il pubblico italiano".

Un cambiamento graduale, però: "Non succederà tutto all’improvviso. Servirà del tempo perché le piattaforme si adeguino alla tecnologia richiesta, ma la vigilanza comincerà subito".

Il problema principale, infatti, risiede nella sede legale degli editori di questi servizi: sono tutti registrati all’estero tranne uno, per cui saranno richieste procedure di carattere europeo se non addirittura continentale. Ma, prima o poi, chi non si adeguerà verrà oscurato

Come funziona la verifica dell’età: token, QR code e garanzie per la privacy

L’idea di “dover mostrare la carta d’identità” per guardare un video porno ha acceso il dibattito (e la preoccupazione di molti). Ma il meccanismo è diverso, e più sicuro. "Il sistema rispetta un doppio anonimato", chiarisce Capitanio. "Chi verifica la tua età non sa a quale sito accederai, e la piattaforma non conosce la tua identità". 

In pratica, un ente terzo certificato dalla Privacy controllerà l’età dell’utente tramite un token, un QR code o un sistema collegato alla SIM del telefono. Quel token, del tutto anonimo, servirà solo a dire “questa persona è maggiorenne”. 

Non contiene nome, cognome né altri dati personali. "È come un gettone che sblocca l’accesso al sito", assicura il Commissario AGCOM. "Chi me lo rilascia non sa dove lo userò, e chi lo riceve non sa chi sono. È una protezione a doppia chiave".

Oscurantismo all’italiana? No, altri paesi stanno seguendo la stessa direzione

Capitanio ci tende a precisare che non si tratta di una scelta oscurantista o moralista, ma fa parte di “una direzione che ha preso tutta la l'Unione Europea, tant'è che l'applicazione per la verifica dell’età che sta sviluppando anche l'Agcom in collaborazione col Dipartimento per la Trasformazione digitale su indicazione dell'Europa la stanno sviluppando l'Italia e, allo stesso tempo, anche Danimarca, la Francia, la Grecia e la Spagna”.

“Quindi ci sono altri Stati che stanno testando questa applicazione, ma poi visto che la verifica dell'età in generale, la tutela dei minori è un obbligo che io condivido assolutamente di protezione scritto nel DSA, nel regolamento sui servizi digitali, tutte le altre nazioni dovranno dovranno adeguarsi per sviluppare sistemi di protezione dei minori”, assicura Capitanio. 

Perché serve: il rischio dei bambini davanti al porno

Al centro di tutto c’è una questione spesso taciuta: l’età di primo accesso alla pornografia. "Quando parliamo di minori non ci riferiamo ai sedicenni", spiega Capitanio, "ma ai bambini di 8, 9 o 10 anni. L’esposizione a certi contenuti può avere effetti anche fisiologici, oltre che psicologici".

I dati lo confermano: secondo un rapporto di Save the Children, uno su quattro in Italia accede a contenuti pornografici in tenera età. 

E il Children’s Commissioner di Londra avverte che molti di loro finiscono per scambiare la pornografia con la realtà dell’affettività e della sessualità.

"Non c’è nessun moralismo", precisa Capitanio. "Tutti, da adulti, abbiamo avuto a che fare con quei contenuti. Ma a otto anni non abbiamo gli strumenti per capirli. Il rischio è crescere con aspettative distorte o con traumi profondi".

La misura, dunque, mira a proteggere la crescita emotiva e sessuale dei più piccoli, non a criminalizzare chi è maggiorenne.

VPN, Telegram e scappatoie: la legge non è un gioco

C’è chi si consola pensando: “Tanto userò una VPN o Telegram”. Capitanio risponde con una metafora: "È come dire che posso passare lo stesso con il semaforo rosso. Sì, posso, ma col rischio di essere centrato da un’altra macchina… Le regole ci sono per essere rispettate, non per essere aggirate". Chi vuole violarle potrà sempre farlo – ma a proprio rischio e pericolo.

Il punto, ribadisce, è creare una cultura della responsabilità. Famiglie, scuole e istituzioni devono collaborare, usando i sistemi di parental control e introducendo una vera educazione all’affettività, già prevista dalle linee guida di Educazione Civica. "Solo il dialogo e la consapevolezza possono essere il vero filtro", aggiunge.

AGCOM: tra anti-pirateria, fake call e patentino digitale

La questione porno è solo una parte di un mosaico più ampio. L’AGCOM, ricorda Capitanio, è impegnata su più fronti: dalla lotta alla pirateria e ai canali "pezzotto" al contrasto delle truffe telefoniche di spoofing, quelle che camuffano numeri italiani per raggirare gli utenti. Non a caso, dal 19 novembre, scatterà un nuovo blocco automatico per impedire a queste chiamate di raggiungere gli smartphone.

Ma l’azione dell’Autorità non si ferma qui. C’è anche il patentino digitale nelle scuole, progetto che mira a rendere i ragazzi più consapevoli nell’uso dei media, e l’impegno costante nel definire regole più chiare per l’ADV online e gli influencer.

Un lavoro, spiega il Commissario, "che tocca tutto ciò che permette ai cittadini di comunicare: dai satelliti alla fibra, dai videogiochi alla televisione". 

Perché dietro ogni clic, anche il più banale, c’è sempre un’infrastruttura – e un garante – che ne custodisce la libertà e la sicurezza.

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