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admo donazione midollo osseo

Una su centomila. È la probabilità di trovare un donatore geneticamente compatibile per chi attende un trapianto di midollo osseo. In questo momento, in Italia, centinaia di pazienti con leucemie, linfomi, mielomi e altre malattie del sangue aspettano una seconda possibilità e solo i giovani possono aiutarli. Si può entrare nel Registro dei donatori Midollo Osseo solo tra i 18 ed i 35 anni

Se non bastasse questo limite, resta il problema della compatibilità. Pensa che in famiglia, tra fratelli e sorelle, il match capita circa 1 volta su 4. Tra non consanguinei questo scenario è ancora più raro, con la compatibilità che si attesta a circa 1 su 100mila

Anche per questo circa il 30% dei malati oggi non ha ancora trovato un donatore idoneo. Basti pensare che nel 2024 soltanto il 22% dei trapianti è stato possibile grazie a donatori registrati in Italia, mentre il 78% ha richiesto l’utilizzo di donatori dall’estero. Tradotto: dobbiamo fare di più, con l’obiettivo di allargare la “platea” dei donatori nel nostro Paese.

La soluzione esiste ed è alla portata di tutti: la donazione di cellule staminali emopoietiche (CSE), resa possibile dall’IBMDR (Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo) e dagli enti come ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) che accompagnano gli aspiranti donatori nella loro scelta.

Ancora oggi, però, in molti non conoscono l’iter della donazione, spaventati da quelli che sono veri e propri falsi miti riguardanti la donazione

Se vuoi fare chiarezza, rimani qui con noi. In questo articolo ti spieghiamo perché è fondamentale donare il midollo osseo, e come farlo, smontando tutte le dicerie che da troppo tempo circolano in merito. 

Di seguito scoprirai cos’è il midollo osseo, come funziona la donazione dalla A alla Z, quali tutele sono previste e le storie di chi ha vissuto in prima persona questa esperienza. 

Perché servono più donatori e nuove iscrizioni e la tua, se hai tra 18 e 35 anni, può fare davvero la differenza.

Indice:

  1. Cos’è il midollo osseo (e perché c’è un grande bisogno di donatori)?
  2. I falsi miti sulla donazione, sì tatuaggi, no dolore: ecco come funziona
  3. La donazione di midollo osseo: chi può donare e a chi rivolgersi?
    1. 9 su 10 donano da sangue periferico (aferesi)
    2. 1 su 10 dona da midollo osseo (prelievo dalle creste iliache)
  4. Le storie di chi ha donato e di chi… si è salvato!

Cos’è il midollo osseo (e perché c’è un grande bisogno di donatori)?

Il primo grande equivoco: confondere il midollo osseo con quello spinale. Il primo è un tessuto molle all’interno delle ossa, ricco delle cosiddette Cellule Staminali Emopoietiche (CSE), capaci di autorinnovarsi e di generare globuli rossi, bianchi e piastrine. Il secondo è parte del sistema nervoso centrale. 

Le CSE si possono raccogliere dal midollo osseo, dal sangue periferico o dal sangue del cordone ombelicale: 9 donazioni su 10 oggi come oggi avvengono attraverso il sangue periferico. Quindi stiamo parlando di un gesto indolore - anche quando il prelievo avviene dal midollo osseo - ma che può salvare la vita degli altri. 

Proprio il trapianto di CSE cura gravi patologie come leucemie, linfomi, mieloma, talassemia, immunodeficienze, disordini congeniti e, in alcuni casi, tumori solidi. Purtroppo però queste cellule non possono essere riprodotte in laboratorio: per questo motivo, la donazione assume un ruolo chiave

Il problema? Trovare un donatore compatibile può essere una vera e propria impresa. In genere, la compatibilità dipende da specifici antigeni (HLA) determinati dal DNA: in famiglia, tra fratelli e sorelle, il “match” pieno capita circa 1 volta su 4; tra non consanguinei scende a 1 su 100mila. Detto questo, già adesso si capisce perché servono molti più donatori.

I falsi miti sulla donazione, sì tatuaggi, no dolore: ecco come funziona

Eppure esistono ancora paure infondate che scoraggiano i potenziali donatori. Una delle più diffuse è quella che riguarda la confusione tra il midollo osseo ed il midollo spinale: molti pensano che il prelievo avvenga dalla colonna vertebrale, ma non è così. Il midollo osseo è una parte completamente diversa e la procedura è tutt'altro che invasiva.

Un altro falso mito è che il prelievo  sia doloroso. L’idea del “dolore” è spesso enfatizzata. La donazione, nella maggior parte dei casi, avviene tramite un prelievo da sangue periferico: il sangue viene filtrato con un macchinario speciale e le cellule utili vengono separate, mentre tutto il resto viene reinfuso. 

Una procedura sicura e indolore, simile a una lunga donazione di sangue. Solo in pochi casi si ricorre all’anestesia, se la raccolta avviene dalle ossa del bacino

Grazie all'anestesia generale o epidurale, il prelievo è praticamente indolore e il dolore residuo dopo l'intervento è contenuto, scomparendo a breve. Il midollo prelevato? Si rigenera da solo nel giro di 7-10 giorni.

Inoltre, c'è chi teme che donare possa compromettere la propria salute a lungo termine, ma le cellule staminali prelevate si rigenerano rapidamente in pochi giorni, senza conseguenze permanenti. 

Infine, molti si chiedono se siano idonei a donare se hanno tatuaggi o piercing: la risposta è sì, a meno che non vi siano condizioni sanitarie specifiche. In sintesi, le preoccupazioni comuni sono basate su incomprensioni che possiamo facilmente sfatare, grazie a una corretta informazione.

La donazione di midollo osseo: chi può donare e a chi rivolgersi?

Diventare un donatore è molto semplice: bisogna avere tra i 18 e i 35 anni, pesare almeno 50 kg, godere di buona salute e contattare la sede ADMO più vicina a te.

Una volta iscritti, la disponibilità resta valida fino ai 55 anni. Il primo passo consiste in un piccolo prelievo di sangue o saliva, necessario per la tipizzazione HLA, l’esame che mappa la compatibilità genetica. Da quel momento, diventi parte di una rete globale di donatori, senza alcun vincolo geografico.

Se, in futuro, dovessi risultare compatibile con un paziente in attesa, sarai contattato per esami più approfonditi e, se le tue intenzioni non sono cambiate, si procederà alla donazione vera e propria.

La donazione avviene sempre nel Centro Donatori più vicino e le cellule prelevate vengono trasportate al Centro Trapianti del paziente tramite il Sistema Sanitario Nazionale. Un medico del Centro Donatori ti seguirà durante tutto il processo.

Inoltre,  la Legge n. 52/2001 tutela i diritti del donatore, prevedendo assenza retribuita dal lavoro per gli esami di compatibilità e per la donazione stessa. È importante sapere che non doniamo a chi vogliamo, ma a chi ne ha realmente bisogno: la donazione è volontaria e gratuita, e la scelta del ricevente non dipende da noi! 

Ma come avviene nel dettaglio la donazione effettiva? Esistono due diverse modalità, attraverso le quali è possibile donare le cellule staminali emopoietiche: la scelta dipende dalle indicazioni del Centro Trapianti che segue il paziente.

9 su 10 donano da sangue periferico (aferesi)

La prima modalità è la donazione di CSE con prelievo dal sangue periferico dopo la somministrazione, nei 5 giorni precedenti la donazione, di un farmaco che promuove la crescita delle cellule staminali nel midollo osseo e il loro passaggio nel sangue.

In questo caso, il prelievo avviene tramite aferesi, procedimento che utilizza un’apparecchiatura chiamata separatore cellulare, con la capacità di prelevare da un braccio del donatore il sangue che, attraverso un circuito sterile entra in una centrifuga dove la componente cellulare utile al trapianto viene isolata e raccolta in una sacca, mentre il resto del sangue è reinfuso nel braccio opposto. 

La procedura dura circa 3-4 ore e non richiede ricovero. Nel 30% dei casi, il prelievo viene ripetuto il giorno successivo per raccogliere la quantità di CSE necessaria.

1 su 10 dona da midollo osseo (prelievo dalle creste iliache)

La seconda possibilità riguarda la donazione mediante creste iliache (ossa del bacino). Il prelievo, svolto in anestesia (solitamente generale, ma talvolta epidurale), dura circa tra i 30 e i 45 minuti e non comporta danni permanenti o menomazioni

È previsto un ricovero breve di 48 ore: nel giro di circa una settimana, poi, il midollo osseo prelevato si ricostituisce.

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Le storie di chi ha donato e di chi… si è salvato!

Quell’unica persona su 100mila, un giorno, potresti essere proprio tu. Quell’unica persona che, con un semplice gesto, può cambiare la sorte di qualcun altro. 

Non saprai mai chi riceverà la tua donazione, ma saprai di avere contribuito, senza nessuna ricompensa materiale, a salvare una vita. E, forse, ispirato da chi ha già donato e ricevuto, scoprirai che il valore di quel gesto va ben oltre ogni aspettativa.

“Ho iniziato un percorso duro fatto di pesanti chemioterapie, numerosi esami e lunghi ricoveri ospedalieri fino ad arrivare ad un trapianto di midollo osseo. L'unica possibilità che avevo di poter tornare a vivere” rivela Mita che, grazie ad ADMO - e alla generosità di un donatore - ha avuto un’altra chance: “Se oggi sono qui è grazie a lei, è grazie al suo dono. Un gesto semplice, ma con un valore inestimabile che mi ha salvato la vita”.

Donare non significa solo salvare un’altra vita, ma è anche un modo per sentirsi meglio con se stessi. Lo sa bene Patrick che spiega come, dopo la donazione, la sua vita abbia inaspettatamente cambiato prospettiva: Ogni volta che ci penso sto bene, sono felice. Oltre ad aver migliorato la mia vita, ho dato la possibilità ad un'altra persona di guarire dalla sua malattia. La possibilità di salvare  la vita ad un’altra  persona”

E il bello è che basta un solo giorno: “Basta un giorno della propria vita per dare la possibilità ad un'altra persona di continuare la sua. L'emozione che si prova nel ricordare quello che si è fatto è una cosa indescrivibile.”

Perché le storie di chi ha bisogno d’aiuto sono diverse tra loro, ma accomunate dalla necessità di dovere fare i conti con un male infido. Luca, per esempio, era uno studente come te: la sua quotidianità si divideva tra scuola e sport, fino a che, un giorno, la leucemia mieloide ha cambiato tutto: “Ho trascorso molti giorni in ospedale, facendo sei cicli di chemioterapia e un primo trapianto di midollo osseo, che purtroppo non è andato a buon fine.“

Per fortuna, poi, tutto si è risolto per il meglio. Luca, infatti, si è sottoposto a un secondo trapianto, un vero e proprio dono, come lui stesso rivela: “Invece con il secondo trapianto, quello appunto in cui ho ricevuto il mio dono da questo ragazzo tedesco, sono riuscito a portare a compimento la mia sfida e quindi Sono guarito da questa grande malattia che sono riuscito a sconfiggere. Sono così tornato a studiare di nuovo, infatti adesso frequento l'università, posso allenarmi nuovamente e la mia vita è quasi completamente tornata normale.”

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