
È un vero e proprio campanello d'allarme quello che lancia il Rapporto Giovani 2025, la ricerca promossa dall'Osservatorio dell'Istituto Toniolo, svolto in collaborazione con l'Università Cattolica e il sostegno della Fondazione Cariplo, e realizzata da Ipsos.
L'indagine, che ha coinvolto un campione rappresentativo di giovani tra i 18 e i 34 anni, mette in luce un malcontento diffuso verso il sistema scolastico italiano, non ritenuto equo.
I ragazzi e le ragazze hanno espresso pareri chiari e spesso critici, soprattutto riguardo alla capacità della scuola di valorizzare appieno le loro potenzialità individuali.
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6 su 10 bocciano la scuola
Il Rapporto Giovani 2025 rivela una fotografia chiara: una parte significativa dei giovani italiani non ritiene che la scuola sia in grado di valorizzarli. Secondo i dati, il sistema attuale non riesce a superare le disuguaglianze legate alle condizioni sociali ed economiche di partenza.
Il dato più rilevante è che circa 6 giovani su 10 non si sentono capiti dal sistema scolastico. Questo significa che la maggioranza degli studenti percepisce una disconnessione tra il proprio percorso scolastico e il riconoscimento dei propri punti di forza.
La scuola dunque, secondo i ragazzi, è attenta solo ad alcuni aspetti, ma non consente di esprimere tutte le loro potenzialità. Infatti, ancora più preoccupante è il fatto che solo poco più di 1 studente su 3 riconosca alla scuola un ruolo positivo nel valorizzare i talenti specifici e le effettive capacità.
Difficoltà nello studio
Il rapporto, poi, evidenzia che le difficoltà nello studio sono una realtà per molti ragazzi.
Il 25,1% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto abbastanza o molta difficoltà nell’affrontare complessivamente lo studio nella scuola media. Una percentuale che cresce sensibilmente, arrivando al 38,6%, quando si parla di scuola superiore.
Interessante notare come le difficoltà siano più marcate per chi frequenta gli istituti professionali e la formazione professionale (43,4%), mentre si attenuano leggermente per i liceali, in particolare per chi ha frequentato il liceo classico (32,5%).
Ancora una volta a mettere più in crisi è la matematica: il 37,6% ha avuto difficoltà a studiarla alle medie, una percentuale che sale al 45,5% alle superiori.
L'abbandono scolastico
L'abbandono scolastico è un'altra ferita aperta per il nostro sistema formativo, e i dati del Rapporto Giovani 2025 ne svelano le radici profonde.
Un fattore cruciale è il contesto familiare. Il rischio di lasciare gli studi precocemente è più alto per chi proviene da famiglie in cui entrambi i genitori si sono fermati alla scuola dell’obbligo, circa 1 su 4, rispetto a chi ha almeno un genitore diplomato, ovvero 1 su 20.
Anche la presenza di libri in casa fa la differenza: avere più di 100 testi in casa riduce di tanto la percentuale di abbandono, fermandola al 2,7%, rispetto al 13,5% di chi ne ha fino a 100.
Infine, un dato pratico ma significativo è l'assenza di un luogo tranquillo per studiare, che si associa a un rischio significativamente maggiore di abbandono precoce (16,4%), mentre per chi dispone di uno spazio adeguato tale rischio si riduce al 9,2%.
Una scuola inclusiva
La capacità della scuola di essere inclusiva è un altro punto dolente evidenziato dal rapporto. Sembra che ci siano delle lacune serie, specialmente per quanto riguarda l'integrazione e lo sviluppo di competenze interculturali.
Stando ai dati, secondo la metà degli studenti più fragili e il 40% di tutti gli altri, la scuola non riesce nella missione. Questo sottolinea una carenza nell'offrire un ambiente che favorisca l'integrazione dei figli degli immigrati e, più in generale, la comprensione tra culture diverse.
Nel complesso, il Rapporto Giovani evidenzia che non possiamo dare per scontato che i giovani, soprattutto quelli provenienti da contesti socio-culturali più svantaggiati, vedano la scuola come un'opportunità di crescita.
Il rischio, concreto, è che le disuguaglianze si inaspriscano, portando a una minore motivazione proprio in chi avrebbe più bisogno di una solida formazione per migliorare la propria condizione sociale.