
Stelle da cui è nata la passione di Linda Raimondo, 24enne con la passione per lo spazio. É stata proprio questa a spingerla a partecipare al primo Geospace Astronaut Training in Islanda.
Soprannominata "figlia delle stelle", su Rai Gulp ha condotto "Missione Spazio Reloaded" e su RaiPlay la serie "Space to Ground". Nel 2020 è arrivato anche il suo primo libro "Tra le stelle e un po’ più in là: dieci passi per realizzare il tuo sogno".
Linda nella nuova puntata del podcast di Skuola.net, #FuoriClasse, ci ha parlato del rapporto che il nostro Paese ha con la scienza e di come quest'ultima viene insegnata sui banchi di scuola.
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L'esperienza negli Stati Uniti
Come ci tiene subito a sottolineare Linda, "c'è stato un periodo della mia vita in cui sono stata proprio la classica secchiona...Sostanzialmente uscivo da scuola, tornavo a casa, facevo i compiti, studiavo tutto il pomeriggio e poi di nuovo la mattina dopo da capo, tutti i giorni così. L'anno della svolta è stato il 4° anno di liceo quando sono stata negli Stati Uniti per sei mesi e lì ho scoperto un mondo completamente nuovo, completamente diverso, anche un qualcosa di estremamente stimolante a livello scolastico"."Sono arrivata negli Stati Uniti" - continua Linda - "convinta di sapere tutto, sapere l'inglese visto che a scuola avevo il mio bellissimo dieci in pagella. Sono arrivata lì, non capivo una sola parola, ma letteralmente niente, zero. Poi parlare era uno scoglio gigante ma, nonostante questo, in classe ero la più brava. Non ero un genio: semplicemente le cose che loro studiano a 16-17 anni, noi in Italia le studiamo molto prima. Quindi penso che la scuola italiana mi abbia dato degli strumenti potentissimi che però poi non mi sono stati effettivamente utili per sopravvivere..."
"E quindi niente, in quel momento ho capito che alla fine l'essere bravi a scuola non è tutto: quando sono tornata in Italia sostanzialmente ho smesso di studiare e ho iniziato a esplorare mettendo il naso fuori dalla porta della mia classe"
La passione per lo spazio
La passione per lo spazio invece nasce nel suo paesino fuori Torino, lì "ho sempre avuto la possibilità di osservare un bel cielo. Ho questi ricordi di me bambina che giocava nel cortile di casa fino a che non era buio: in quel momento, attorno a me si accendevano le luci delle lucciole e sopra di me le luci delle stelle. Le lucciole riuscivo a catturarle. Le stelle, no, erano troppo lontane... Mi sono sempre domandata perché fossero così lontane, soprattutto che cosa ci fosse là sopra, che cosa ci fosse lì dove non riuscivo ad arrivare allungando il braccio"."Poi ho pensato che c'erano anche delle persone che, tra virgolette, in mezzo alle stelle ci andavano realmente ovvero gli astronauti. In quel momento della mia vita ho detto 'wow da grande mi piacerebbe essere una di loro'. Sono sempre andata avanti con questo obiettivo: ciò che mi motivava ad andare a scuola e anche ad andare bene era proprio il fatto di dover diventare astronauta anch'io un giorno. Poi ovviamente crescendo le cose cambiano, tu inizi a conoscerti anche un po' meglio..."
"Da quando qui mi sono iscritta a Fisica mi sono resa conto che il mio sogno, il mio obiettivo più grande non so se sia effettivamente fare l'astronauta. Se dovessi mai riuscire a raggiungere lo spazio un giorno sarebbe qualcosa di eccezionale, straordinario. Però ad oggi non è più il mio goal, voglio diventare scienziata, voglio fare ricerca e voglio dare il mio contributo al mondo della scienza".
La scienza e il mondo della scuola
Oggi purtroppo "la scienza non è abbastanza valorizzata all'interno delle aule scolastiche ma neanche a livelli istituzionali più alti perché molto banalmente quando si parla di ricerca poi non ci sono mai soldi e fondi per farla. Però il problema, secondo me, nasce a scuola: se in classe si parlasse di quanto è bella la scienza, di quanto è bella la matematica, forse ci sarebbero più persone curiose di scoprire che cosa sia effettivamente la scienza"."Sono molto severa nei confronti della scuola italiana perché al quinto anno di liceo scientifico in matematica, per esempio, avevo una media tiratissima del 6 così come in fisica. Odiavo con tutta me stessa la matematica, la fisica, la scienza in generale e non mi sentivo all'altezza... Poi per fortuna non mi sono lasciata intimorire da queste paure, ho proseguito sulla mia strada, mi sono iscritta a Fisica e oggi sono contentissima di averlo fatto, non tornerei mai indietro e non farei mai nessuna scelta diversa".
"Alla fine - ci tiene a sottolineare Linda - "il voto non fa realmente la persona, non mostra ciò che siete realmente voi nella vita, il voto è solo un qualcosa che si scrive sulle pagelle di fine anno ma difatti non significa assolutamente nulla e non è lo specchio delle vostre reali capacità e competenze. Al liceo odiavo la matematica, odiavo la fisica. Poi all'università me ne sono innamorata di nuovo: non abbiate paura, se avete anche solo una piccola curiosità a riguardo andate avanti, scopritela e vedrete che non ve ne pentirete".
Paolo Di Falco