Lucilla Tomassi
Autore
liceo tecnico professionale

Il passaggio tra scuola media e scuola superiore è molto delicato nell’economia della vita di ogni studente. Si tratta, infatti, di una scelta che inizierà a delinearne il futuro. Ma da cosa dipende questa importante decisione? Skuola.net ha analizzato l’ultimo rapporto di AlmaDiploma sui diplomandi 2019, andando a evidenziare i fattori che portano i ragazzi a optare per un determinato tipo di percorso piuttosto che un altro. Ebbene, una componente fondamentale in questo processo è ancora oggi saldamente legata all’estrazione sociale di appartenenza, come se il contesto nel quale si cresce indicasse (in maniera più o meno esplicita) la direzione da prendere, spesso indipendentemente dalle reali inclinazioni e capacità. A riprova di ciò, sebbene mediamente il 74% degli studenti delle superiori affermi di aver deciso in modo autonomo, come vedremo gli stili di vita famigliari si riflettono in modo evidente e forse inconsapevole nelle vite degli alunni.

Le famiglie tipo dei ragazzi del liceo

Infatti, stando proprio ai dati di AlmaDiploma, è innegabile la stretta correlazione tra classe socio-economica e scelta dell’istituto di approdo. Le classi medio-elevate prediligono i licei: poco meno di 1 neo-diplomato liceale su 3 appartiene a una famiglia socialmente ‘elevata’ (liberi professionisti, dirigenti o imprenditori), mentre quasi la metà (49%) è di estrazione ‘medio-bassa borghese’ (ovvero appartiene a una famiglia in cui i genitori sono lavoratori autonomi o impiegati). Al contrario, solo il 16% della popolazione liceale ha genitori che svolgono lavori esecutivi (operai, dipendenti di qualifiche medio-basse, ecc.)...

La media-bassa borghesia preferisce i tecnici e i professionali

Scenario opposto negli istituti tecnici e professionali, dove la distribuzione delle varie ‘classi sociali’ è profondamente diversa: solamente il 16% dei ragazzi provenienti da contesti molto abbienti ha intrapreso e concluso un percorso tecnico, ancora meno (12%) un percorso ‘professionale’. La classe ‘media’ resta sempre nel mezzo, aggirandosi tra il 45% e il 50% di diplomati tecnico-professionali. Mentre la presenza di quella più bassa (lavoratori esecutivi), rispetto ai licei ha numeri doppi o quasi, arrivando al 28% nei tecnici e al 35% nei professionali.

La scelta delle superiori dipende anche dal reddito dei compagni di scuola?

Forse anche per questo, stando a un’altra recente ricerca effettuata da Skuola.net - su 500 genitori di ragazzi di scuole medie e superiori - oltre il 39% degli intervistati dichiara che prima di iscrivere il figlio ha consultato il RAV, il rapporto di autovalutazione che ogni istituto deve compilare e nel quale deve obbligatoriamente segnalare la composizione della propria popolazione studentesca. Inoltre, per il 35% dei genitori l’estrazione socio-economica dei compagni di classe del figlio è valutata ‘molto’ o ‘abbastanza’ importante nella scelta della scuola giusta.

Il post-diploma dei ragazzi? La fotocopia di quello dei genitori

Tornando ad analizzare lo status dei genitori, non sorprende che a seconda della fascia socio economica di appartenenza cambi anche il titolo di studio che si possiede. Nell’alta borghesia la percentuale di laureati supera nettamente la metà del campione (56%), titolo di studi che si riduce drasticamente man mano che si analizzano le altre realtà economiche, scendendo fino a un quasi impercettibile 6% tra coloro che svolgono lavori esecutivi. Una fotografia che, stando a quanto dichiarano i neo-maturati in merito ai loro piani per il post-diploma, risulta corrispondente alla realtà.

Con mamma o papà laureati l’università è quasi un obbligo

Anche qui, infatti, l’ambiente sociale e culturale dal quale provengono si riflette prepotentemente nella scelta del loro futuro più immediato. L’87% dei ragazzi usciti dal Liceo opta per continuare gli studi; un dato che negli istituti tecnici e professionali risulta molto più basso (rispettivamente il 45% e il 32%). Ma ancora più esplicita è la situazione di coloro che continueranno a studiare dopo le scuole superiori se comparata con il livello d’istruzione raggiunto dai propri genitori anni addietro: accorpando i neo-diplomati che vanno all’università (in via esclusiva o lavorando durante gli studi), l’84% dei ragazzi figli di laureati conta di prendere il medesimo titolo, distanziando di oltre dieci punti (73%) gli studenti con genitori diplomati e di venti punti (53%) in più rispetto a coloro che hanno genitori con titoli di studio inferiori.

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