
La laurea non è solo un pezzo di carta e adesso finalmente ne abbiamo la conferma. Il rapporto dell'Istat 'Livelli di istruzione e ritorni occupazionali, anno 2023' certifica infatti come chi è in possesso di un titolo di studio terziario ha molte più possibilità di trovare un'occupazione stabile, rispetto a chi si è fermato al diploma.
Dati alla mano il distacco è sensibile: nel 2023, tra chi possedeva la laurea, il tasso di occupazione ha raggiunto l'84,3%, contro il 73,3% di chi possedeva il solo titolo di scuola superiore.
La laurea conviene ancora: l'83,3% risulta impiegato
Guardando più da vicino il risultato dell'indagine Istat, il rapporto evidenzia che, tra gli under 35, il gap cresce addirittura fino a 15,7 punti percentuali: il 75,4% dei laureati risultava occupato, contro il 59,7% dei diplomati.
In generale, lo scorso anno, il tasso di occupazione dei laureati raggiungeva l'84,3%. Circa 11 punti percentuali in più rispetto a chi ha un titolo secondario superiore, e di 30 punti rispetto a chi ha conseguito un titolo secondario inferiore (54,1%).Chi non si forma, si ferma
Di riflesso, il tasso di disoccupazione dei laureati è il più basso. Questo è pari al 3,6%, più basso rispetto a quello dei diplomati (6,2%) e a quello di coloro con basso titolo di studio (10,7%). L'Istat parla di un premio occupazionale derivante dall'istruzione: la formazione apporta beneficio e accresce le possibilità di trovare lavoro.
Il peso dell'istruzione dei genitori
L'indagine ha preso in considerazione anche i contesti familiari e i background dei partecipanti all'indagine. Qui nulla di nuovo sotto il sole: l'indagine rileva infatti che quando i genitori hanno un basso livello di istruzione quasi un quarto dei giovani, (il 24%), abbandona anzitempo l'università gli studi e poco più del 10% raggiunge il titolo terziario. Diversamente, nel caso di almeno un genitore laureato, le quote diventano rispettivamente 2% e circa 70%.
Crescono i laureati, ma resta il gap con la media UE
Va comunque segnalato che nel nostro Paese, tuttavia, le opportunità occupazionali rimangono più basse di quelle medie europee anche per chi raggiunge un titolo terziario: il tasso di occupazione medio nell'UE (87,6%) è superiore a quello dell'Italia di 3,3 punti percentuali. La buona notizia è che quindi da noi crescono i giovani laureati, quella cattiva è che ancora non riusciamo a colmare il gap con l'UE.
In Italia tra i 25 e i 34 anni la percentuale dei laureati è passata dal 29,2% del 2022 al 30,6% del 2023 mentre nello stesso periodo nella media Ue il tasso dei giovani con un titolo terziario è passato da dal 42% al 43,1%. Il tasso dei Neet (giovani tra i 15 ei 29 anni non in formazione né al lavoro) è diminuito e inItalia nel 2023 era al 16,1% (era l 19% nel 2022 e al 23,1% nel2021) a fronte dell'11,2% in Ue.
Neet in calo
Altro dato significativo vede calare in modo consistente i Neet, ovvero i giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono più inseriti in un percorso scolastico/formativo e non sono impegnati in un lavoro. In Italia la quota di Neet nella fascia dei 15-29enni, segnala l'Istat, è stimata al 16,1% per il 2023 con un calo di 2,9 punti percentuali rispetto al 2022 e di 7 punti sul 2021.
Anche qui però dobbiamo guardarci intorno con un po' d'invidia. Il valore italiano è infatti inferiore soltanto a quello della Romania (19,3%) e decisamente più elevato di quello spagnolo e francese (12,3%,entrambi) e di quello tedesco (8,8%).
Fin quando si è in età di obbligo scolastico, l'incidenza di Neet, perlomeno nella classe di età tra i 15 ed i 19 anni, è molto contenuta (6,3%). Dopo il diploma, il valore cresce sensibilmente e si attesta al 19% nella classe di età 20-24 e al 22,7% tra i 25-29enni, tra i quali diminuisce lapartecipazione al sistema educativo e sale la partecipazione al mercato del lavoro (più marcatamente tra i 25-29enni).
Le differenze di genere: donne più istruite ma penalizzate nel mondo del lavoro
I dati Istat confermano ancora una volta che, in Italia, le donne sono più istruite degli uomini: nel 2023 il 68% delle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni ha conseguito un diploma contro il 62,9% degli uomini. Le donne laureate sono il 24,9%, mentre gli uomini sono il 18,3%. Tuttavia, sul versante lavorativo questo vantaggio non si traduce in occupazione: il tasso di occupazione femminile è molto più basso rispetto a quello maschile: le donne occupate sono solo il 59% contro il 79,3% degli uomini.