
Diritti per tutti, salvaguardia ambientale e un maggiore equilibrio tra vita privata e impegni lavorativi. Fino ad oggi era questo l'identikit della Gen Z, ovvero i nati tra il 1997 e il 2012. Una scala valoriale che l'indagine 'Age of Values' aveva portato di recente sotti i riflettori ma che adesso sembra improvvisamente perdere tutta la sua validità.
Infatti, stando a un questionario anonimo proposto agli studenti del triennio di una scuola superiore astigiana, nei 'desiderata' degli studenti, ai primi tre posti, ci sarebbero il denaro, il successo e un lavoro stabile. All’ultimo, il diciottesimo, la solidarietà verso gli altri.
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I cambiamenti culturali incidono sui valori
Ci troviamo quindi di fronte a un cambio di rotta? Oppure la Gen Z non è mai stata semplicemente compresa fino in fondo? Né l'una, né l'altra. Il quotidiano 'La Stampa' ha interrogato la psicologa Patrizia Garofano, da anni impegnata come consulente in diverse scuole superiori astigiane. L'esperta ha spiegato che: “Stiamo osservando, negli ultimi decenni, a un rapido cambiamento a livello culturale, sociologico, tecnologico ed economico e questo può sicuramente influenzare la percezione dei valori nelle giovani generazioni. I valori sono ciò che dà la direzione e ci dice se una cosa è giusta o sbagliata, ma vengono influenzati dalla società che ci circonda e possono variare a secondo della fase storica che si vive”.
Non ci si può meravigliare del fatto che i cambiamenti culturali abbiano poi finito col modificare anche i valori sociali e familiari. In questo, i media hanno giocato un ruolo determinante: “Mezzi di comunicazione e nuove tecnologie hanno contribuito al processo - aggiunge la psicologa - Sono cambiate le priorità: quella degli Anni 50, ad esempio, una televisione che mostrava i valori tradizionali legati alla religione e alla cultura, oggi invece i media parlano di una moltitudine di cose”.
L'avvento dei social ha inciso sui valori
E, poi, non vorremmo sembrarvi boomer ma bisogna sottolineare un dato di fatto: anche l'avvento dei social ha in qualche modo contribuito ad una confusione e ad un miscuglio di questi valori. E ne è convinta anche la psicologa: “È come se quegli assetti valoriali fossero stati diluiti in un contenitore più grande in un contesto di vita familiare che un po’ alla volta è mutato, con famiglie allargate e genitori divorziati. Il risultato è che i giovani si ritrovano costantemente bombardati da messaggi spesso anche discordanti tra loro”. Uno scenario dove i valori si legano a doppio filo al potere economico, alla possibilità – per esempio - di comprare lo smartphone più caro, la borsa più accessoriata e così via. Il rischio è che alla fine l'immagine distorta offerta dai social diventi la 'realtà' di riferimento per ragazze e ragazzi, a caccia del successo facile, immediato.