
Didattica a distanza, non è stato l'unico nemico degli studenti
Impossibile ignorarlo: quasi due anni di didattica a distanza hanno avuto i loro effetti negativi sull’apprendimento dei nostri studenti. Lo ha detto anche l’istituto Invalsi, mettendo a confronto i numeri del 2019 riguardo alle performance dei ragazzi nelle tre materie d’indagine (italiano, matematica, inglese). Ma puntare il dito soltanto contro la Dad, afferma Censis, sarebbe dare un’immagine parziale dell’effettiva situazione.
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Se infatti è il 65,3% a sostenere che, con la Dad, professori e studenti non sono riusciti a instaurare una valida relazione educativa, secondo il 75,6% degli oltre 1.700 dirigenti scolastici consultati dall’istituto di ricerca, questa avrebbe solo accentuato le difficoltà, comunque già presenti, degli studenti con status socio-economico e culturale svantaggiato. Ad acuire le difficoltà dei ragazzi, secondo il 65,4% dei dirigenti, è stato inoltre il verificarsi - in diversi casi - di una didattica online basata sulla mera trasposizione della lezione frontale, senza una reale innovazione didattica; mentre quasi il 60% pensa che il problema non sia stato l’uso della Dad in sé, ma il contesto in cui si è dovuta svolgere, generalmente negativo, portatore di disagio per i docenti, per i ragazzi e per le loro famiglie.
Il malessere dei ragazzi nel tempo della pandemia
Insomma, la Didattica a distanza, “salvagente” in un momento emergenziale, non sarebbe di certo la causa di ogni male, ma non deve neanche rappresentare un generico appiglio a cui ricorrere in mancanza di nuove soluzioni. Perché il malessere esiste ed è tangibile e, tra i giovani, non si manifesta solo nel calo delle competenze. Altrettanto gravi, se non di più, sono gli effetti psicologici della pandemia e di tutto quanto ne è derivato: dal distanziamento sociale alla riduzione degli spostamenti. L’81% dei 572 dirigenti scolastici delle scuole superiori interpellati dal Censis afferma che tra gli studenti sono sempre più diffuse forme di depressione e disagio esistenziale. Per l’89,6 % di loro, i ragazzi hanno forte esigenza di ritrovare contatti sociali e relazioni, tanto che hanno rivalutato l’importanza di andare a scuola.