
In uno dei paesi con il più alto debito pubblico al mondo, non si poteva certo pensare che gli studenti fossero da meno. Così, quasi 1 studente su 5 alle superiori ha concluso l’anno con un debito formativo, ovvero una o più insufficienze, da recuperare nel corso dell’estate mediante il superamento di prove di recupero da svolgersi, quest’anno, entro l’8 settembre.
I “sospesi in giudizio” - così si chiamano perché la sentenza di promozione o bocciatura è legata all’esito delle prove di recupero - sono stati ben il 17,8% degli iscritti alle prime quattro classi della scuola secondaria di secondo grado.
Una platea considerevole che, come comunicato dal MIM a fine luglio, non è riuscita a ottenere una promozione piena, con la sufficienza in tutte le materie. Una percentuale certamente non “bulgara” ma comunque in leggero aumento rispetto all’anno scolastico precedente, quando a contrarre il debito scolastico fu il 16,9% del totale.
Proprio in questi giorni - ma qualcuno ha dovuto sottoporsi alla verifica anche prima - i rimandati stanno dunque affrontando l’esame di riparazione, con la speranza di non finire ad arricchire la schiera di quanti, purtroppo, sono stati bocciati senza appello, ovvero il 5,6% degli iscritti - secondo i dati ufficiali del Ministero - contro il 6% dell’anno precedente.
Una eventualità, quella della bocciatura postuma, che però appare piuttosto remota. Ma non per questo da sottovalutare, come rileva il portale Skuola.net analizzando gli ultimi dati ministeriali completi sugli esiti degli scrutini del secondo ciclo di istruzione: nell’a.s. 2022/23 poco meno di 1 rimandato a settembre su 10 è stato bocciato.
Indice
- Debito scolastico: più facile al secondo anno, più rischioso al primo
- Licei, istituti tecnici e professionali: per alcuni studenti è meglio di altri
- La geografia del debito: zona rossa per Valle d’Aosta e Lombardia
- Matematica, Latino e Greco: le materie settembrine
- Difficile la bocciatura? Sì, ma non impossibile
Debito scolastico: più facile al secondo anno, più rischioso al primo
Tornando leggermente indietro, all’origine del problema, va sottolineato come la possibilità di uscire indenni dall’anno scolastico al principio dell’estate, venendo quindi pienamente promossi alla classe successiva, cambia a seconda del livello scolastico in cui ci si trova.
Per esempio, la classe con il maggior numero di “vittime” non è, come ci si potrebbe aspettare, il primo anno. Sebbene qui, infatti, il tasso di bocciatura sia il più alto registrato tra le varie classi, è anche vero che, essendo il primo anno di scuola superiore - portando con sé tutte le sue complessità - c’è probabilmente un po’ di comprensione in più da parte dei docenti. Cosicché in tanti vengono “graziati” dal consiglio di classe.
Le brutte sorprese arrivano, invece, soprattutto al secondo anno, dove si registra la percentuale più alta di studenti fermati: ben il 19,4% contro il 17,3% del primo anno. Subito dietro nella scala del pericolo si piazza il terzo superiore, dove lo scorso giugno il 18,6% degli studenti è stata rimandata a settembre. Va un po’ meglio in quarta superiore con “solo” il 15,9% di studenti sospesi in giudizio.
Licei, istituti tecnici e professionali: per alcuni studenti è meglio di altri
Oltre al dato medio, poi, c’è da considerare anche il percorso scolastico di riferimento. Infatti, se nei licei e negli istituti professionali la percentuale degli studenti in sospensione di giudizio cala rispettivamente al 15,9% e al 14,4%, nei tecnici il dato sale oltre la media, attestandosi al 22,8%.
La geografia del debito: zona rossa per Valle d’Aosta e Lombardia
Le regioni dove si registrano le più alte percentuali di debiti scolastici? Parliamo di Valle d’Aosta e Lombardia, con rispettivamente il 26,1% e il 23% di studenti sospesi, seguite da Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia, con percentuali vicine al 23%.
Di contro, le regioni che segnalano percentuali esigue - o comunque al di sotto della media nazionale - sono quelle del Meridione: Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia non superano il 13% di alunni fermati in sede di scrutinio. Dietro questo scarto c’è un’effettiva preparazione maggiore oppure sono i prof che hanno un approccio più benevolo? Chi può dirlo.
Matematica, Latino e Greco: le materie settembrine
Sul fronte materie, invece, non avendo a disposizione dati ufficiali sulle discipline che più di altre mettono i bastoni fra le ruote agli studenti, ci si può avvalere di una recente indagine del portale specializzato Ripetizioni.it che ha fatto luce sul tema, aiutando a capire in quali aree le ragazze e i ragazzi hanno più bisogno di aiuto.
Ebbene, dati alla mano, le discipline che sembrano aver colpito più duramente sono le stesse che tradizionalmente mettono più in difficoltà gli alunni. Parliamo di Matematica, ma anche di Latino e Greco: materie che hanno rovinato l’estate a più di 1 studente su 3 (tra quanti si sono avvalsi delle lezioni private). Seguono le Scienze (Fisica, Chimica, ecc) e Italiano, motivo di preoccupazione per più di uno su cinque.
Difficile la bocciatura? Sì, ma non impossibile
Guardando però da vicino i numeri delle scorse edizioni, verrebbe da dire che la “truppa” dei sospesi in giudizio può dormire sonni abbastanza tranquilli. Come accennato, infatti, affrontare l’esame di riparazione di settembre è (quasi) una formalità.
Per capirlo meglio, basta guardare i dati ministeriali del passato. Anche se quelli più recenti sono fermi all’anno scolastico 2022/2023, il quadro risulta stabile. All’epoca, per dire, solo l’8% dei sospesi in giudizio non superò lo sbarramento di settembre. Ancora meglio è andata per gli studenti delle scuole paritarie: appena il 5,3% dei rimandati non ce la fece. Inoltre, sempre nelle paritarie, si partiva da una situazione più serena, visto che a giugno a prendere il debito era stato solo il 13% (-4% circa rispetto alle statali).
Tradotto in termini concreti: le possibilità reali di essere bocciati a settembre sono ridotte all’osso, ma non certo inesistenti. Se proprio dovessimo individuare la categoria di studenti più a rischio, dovremmo concentrarci su quelli degli istituti tecnici e professionali. Sempre nel 2022/2023, in queste scuole non riuscì a superare la prova di settembre rispettivamente l’8,5% e il 9,8% nei professionali.
Andò meglio nei licei, dove la percentuale si fermò al 7%. Restano però da vedere i numeri di quest’anno, che potrebbero confermare o meno questo trend. Entro l’8 settembre gli istituti dovranno completare le operazioni di valutazione. Solo allora si scoprirà chi avrà colmato il debito e chi, invece, resterà a mani vuote.