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Giulia Cecchettin, oggi la seconda udienza del processo contro Filippo Turetta
Fonte foto: SkyTg24


Si è svolta oggi a Venezia la seconda udienza del processo che vede Filippo Turetta imputato per l'omicidio di Giulia Cecchettin. Rispondendo alle domande del Pubblico Ministero, il 22enne, oggi presente in aula, ha ammesso la premeditazione nell'omicidio della giovane studentessa dell'università di Padova.

Davanti la Corte d'Assise di Venezia, Turetta ha spiegato “tutto quello che è successo”, depositando uno scritto di circa 40 pagine: una sorta di diario delle memorie di quei tragici giorni.

Indice

  1. Omicidio Cecchettin, Turetta ha ammesso la premeditazione
  2. Le tesi dell'accusa trovano conferma
  3. Perché Elena Cecchettin non era in aula
  4. Cosa ha detto Gino Cecchettin

Omicidio Cecchettin, Turetta ha ammesso la premeditazione

"Ho pensato di rapirla, e anche di toglierle la vita, ero confuso, io volevo stare ancora assieme a lei" la risposta di Filippo Turetta alle prime domande del Pubblico Ministero, come riporta SkyTg24.

Sguardo basso sul foglio, e voce tremolante: nel ripercorrere quei giorni, Turetta ha spiegato di sentirti arrabbiato, che “era un bruttissimo periodo, volevo tornare assieme a lei e per quello ho ipotizzato questo piano per quella sera". 

Poi quella che di fatto è stata l'ammissione della premeditazione. Quando il PM chiede a Turetta da quanto tempo stesse pensando all'omicidio di Giulia, il 22enne risponde: "Ho iniziato a farlo il 7 novembre 2023, perchè ho cominciato a pensare, avevo tanti pensieri sbagliati".

Ossia, tre giorni prima l'assassinio di della studentessa. Di quei giorni, Turetta ha scritto un quaderno contenente le sue memorie, “per mettere ordine. Ho cominciato a febbraio-marzo, e ho proseguito tutta l'estate, fino a questi giorni. Prima ho scritto di getto, poi ho riletto e messo in ordine quelle parti che di getto non avrei potuto scrivere" rivela.

Le tesi dell'accusa trovano conferma

Nel corso dell'udienza di oggi, ha trovato poi ampio sfogo la tesi dell'accusa secondo cui quel lungo elenco di materiali acquistato da Turetta nei giorni precedenti il rapimento, servisse proprio per l'omicidio e il disfacimento del corpo di Giulia Cecchettin.

Nella lista, tra le altre cose, figuravano infatti dello scotch, due coltelli, e un badile: "Nella lista scrissi che avevo bisogno di due coltelli per avere più sicurezza. Perché ho comprato un badile? Non so, non mi ricordo tanto, potrebbe essere per occultare il corpo". Sempre sull'elenco, ha aggiunto: "Pensando al fatto che fosse un bruttissimo periodo, ho iniziato a scrivere questa lista per sfogarmi, questa cosa mi tranquillizzava. In un certo senso pensavo che le cose potessero cambiare".

Perché Elena Cecchettin non era in aula

Con diverse stories via social, Elena Cecchettin, sorella di Giulia, ha spiegato il motivo della sua assenza in aula quest'oggi: “Non per disinteresse ma per prendermi cura di me stessa. Sono più di 11 mesi che continuo ad avere incubi, il mio sonno è inesistente o irrequieto. La mia salute mentale e fisica ne hanno risentito. Ho perso il conto delle visite mediche che ho dovuto fare nell’ultimo anno. Seguirò a distanza anche tramite i miei legali, tuttavia non parteciperò. Sarebbe per me una fonte di stress enorme e dovrei rivivere nuovamente tutto quello che ho provato. Semplicemente non ne sono in grado”.

Cosa ha detto Gino Cecchettin

Al contrario, Gino Cecchettin, il papà di Giulia, è stato presente in aula per l’udienza, così come fece in occasione del processo di apertura. Il primo incontro con Filippo Turetta è stato duro, tanto che Cecchettin, a fine udienza, ha detto: "Il momento più doloroso è stato sapere cosa ha attraversato mia figlia negli ultimi momenti della sua vita. Ma non è questo il punto del processo, il punto è che abbiamo capito chi è Filippo Turetta", ha detto Gino Cecchettin all'Ansa.