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voto 18enni

È stata approvata in via definitiva la riforma costituzionale che prevede la riduzione dell’elettorato attivo per il Senato della Repubblica dai 25 ai 18 anni di età. Il via libera al provvedimento è arrivato dall’Aula del Senato, nella quarta lettura, con 178 sì, 15 no e 30 astenuti.

Per la promulgazione dovranno passare tre mesi, durante i quali potrà essere richiesto il referendum confermativo (un quinto dei parlamentari di ciascuna camera, cinque consigli regionali o 500.000 elettori potranno richiedere l’eventuale referendum): il 9 giugno scorso, infatti, la Camera ha approvato il ddl senza raggiungere il quorum dei due terzi.

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L’obiettivo è “svecchiare” il Senato, garantendo diritto di voto a chi diventa maggiorenne. E allo stesso tempo uniformandosi così all’elettorato attivo di Montecitorio. Sono quasi 4 milioni i giovani, tra i 18 e i 24 anni che saranno coinvolti in questa modifica costituzionale acquistando l'elettorato attivo per il Senato. Attualmente votano per l’elezione delle due Camere i cittadini italiani che siano in possesso del diritto di elettorato attivo e che abbiano raggiunto dei requisiti anagrafici: la maggiore età, pari a 18 anni, per l’elezione dei deputati; il compimento del 25° anno di età per l’elezione dei senatori.

Il Disegno di legge si compone di un unico articolo che, attraverso la modifica dell’articolo 58, primo comma della Costituzione, modifica il requisito anagrafico per essere elettori (elettorato attivo) del Senato. Al prima comma dell’articolo 58, che riguarda l’elezione del Senato, si prevede infatti la soppressione delle parole: “dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età”. Cosicchè il testo costituzionale risultante reciterebbe: “I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto”. Con questa modifica, il dettato costituzionale circa l’elettorato attivo per il Senato della Repubblica viene uniformato a quello previsto per la Camera dei deputati (dall’articolo 56, primo comma della Costituzione: “La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto”). É invece saltata l'ipotesi di abbassare l'età per essere eletti senatori. La regola per diventare senatori dunque non cambia: per essere candidati ed eventualmente eletti l’età minima richiesta è di 40 anni.

D'Incà: "Giovani parteciperanno alla vita attiva del Paese"

Soddisfazione da parte del governo tramite una nota del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà: "Con il voto di oggi al Senato la riforma costituzionale per la riduzione, da 25 a 18 anni, dell'età dell'elettorato attivo per il Senato della Repubblica termina positivamente il suo iter parlamentare. La riforma consentirà di far partecipare al voto circa 4 milioni di giovani che oggi sono esclusi dall'elezione di una delle due Camere rappresentative dei cittadini. Si favorisce così la partecipazione delle nuove generazioni alla vita politica, obiettivo che da sempre il M5S persegue, e ci si allinea agli altri Paesi europei. Il voto di oggi testimonia anche che il metodo delle riforme puntuali, che ha già portato alla riduzione del numero dei parlamentari lo scorso settembre, non solo è efficace ma è anche utile ad approvare le riforme necessarie con larga maggioranza".