Paolo.Ferrara
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venerdì 17
È il terzo venerdì 17 dell’anno, dopo quello di gennaio e di aprile e da giorni circolano sui social meme e post ironici circa l’ennesima e triste combinazione del numero 17 e del quinto giorno della settimana.
Ti sei mai chiesto perché bisogna agire con prudenza ogni venerdì 17? Tutti i “si sa” hanno una storia ben ordita alle spalle e possono essere spiegati attraverso tradizioni millenarie e aneddoti del passato. Ecco dunque le varianti da Paese a Paese e il perché la superstizione è tutta italiana.

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Martedì 13 o venerdì 17, qual è il giorno più sfortunato?

Ci risiamo, è di nuovo venerdì 17 e per molti tutti gli eventi negativi della giornata sono collegabili alla sciagurata e avversa combinazione del numero 17 e del quinto giorno della settimana, il venerdì. C’è chi evita di fare azioni rischiose, chi decide di chiudersi in casa, chi continua normalmente la propria vita. Considerata la storia, la numerologia e i confronti con con gli altri Paesi, la sfortuna del venerdì 17 rimane una superstizione tutta Italia. Nella cultura anglosassone, infatti, il giorno più sfortunato è venerdì 13 e tutte le scaramanzie legate, come evitare di organizzare tavolate da 13, risalgono al Medioevo. Le origini, invece, dovrebbero essere rintracciate nel racconto evangelico dell’Ultima cena con tredici commensali, avvenuta, secondo il calendario ebraico, il tredicesimo giorno del mese di Nisan. In Spagna il giorno nefasto è martedì 13 e le origini appaiono differenti rispetto alla tradizione inglese: la superstizione risalirebbe alla tradizione pagana, nella quale si collega il martedì a Marte, dio della guerra e simbolo di violenza e sventura. Singolare è anche il detto spagnolo “Martes, ni te cases ni te embarques” che in italiano corrisponderebbe a “né di Venere né di Marte ci si sposa né si parte”. Infine, se nella mitologia scandinava il numero 13 è associato al crudele Dio Loki, nell’astrologia assiro-babilonese il 12 era un numero sacro perché facilmente divisibile al contrario del 13.

Venerdì 17, ecco i motivi della superstizione (tutta italiana)

Il numero 17 non è mai stato considerato un numero fortunato e la superstizione trova terreno fertile perlopiù in Italia: basti pensare che nei voli della compagnia di bandiera non è presente la poltrona numero 17 e che la casa automobilistica Renault ha cambiato solo in Italia il nome di un modello francese, da R17 a R177! Ma vediamo insieme i motivi che si celano dietro a questa strana superstizione.
Se nell’antico testamento viene stabilito il 17 del mese di Heshvan come data di inizio del diluvio universale, nella civiltà greca i seguaci del credo pitagorico erano soliti indicare la paura per il numero con la parola “eptacaidecafobia” perché compreso tra il 16 e il 18, considerati, invece, perfetti. Secondo Pultarco, inoltre, solo questi due numeri sarebbero in grado di rappresentare l’area e il perimetro di un quadrilatero Un’altra pista storica interessante, invece, vede come protagonista la discendenza borbonica: dal momento che Luigi XVII morì in carcere all’età di dieci anni senza diventare mai re, il successore di Luigi XVI assunse il nome di Luigi XVIII. L’ipotesi più accreditata, però, riguarda l’antica Roma e in particolare le iscrizioni mortuarie che riportavano la dicitura VIXI, “vissi” e dunque “sono morto”. Qual è l’unica cifra che si determina dall’associazione di questi quattro numeri? XVII, diciassette!
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