
L’Epifania è un giorno di festa ma anche di tanta nostalgia. Certo, perché con il 6 gennaio si chiudono le vacanze di Natale che ci hanno portato per un po' lontano dai libri e vicini al "dolce far niente".
Ma è anche vero che con la Befana arrivano anche regali e dolci di tutti i tipi, chi non aspetta la tanto desiderata calza al proprio risveglio?
Questo poi non è il solo modo di festeggiare la giornata.
-
Guarda anche:
- Epifania: i segreti della Befana che forse non conoscevi
- Compiti per le vacanze last minute: 5 trucchi per finirli in tempo
- Compiti per le vacanze in 24 ore
- Compiti in classe in un giorno, quando sono troppi?
- Compiti per le vacanze, la tabella di marcia da seguire per finirli
Treviso, i falò per bruciare la Befana
La notte tra il 5 e il 6 gennaio la provincia di Treviso è costellata di grandi falò realizzati con rami secchi, cataste di legno e paglia: i tradizionali “pan e vin”. Sulla cima c’è “la vècia”, la vecchia Befana, ossia un fantoccio vestito con abiti logori che rappresenta l’anno appena concluso e tutto ciò che è vecchio e va buttato. L’accensione del falò è accompagnata da canti, vin brulè e pinza, un dolce tipico di questa festa realizzato con farina, uvetta, noci o fichi secchi e tanti altri ingredienti a seconda delle varie ricette in circolazione. Secondo la tradizione, mangiarne 7 tipi differenti di fronte al focolare porta fortuna ed è per questo che, durante l’evento, non è difficile trovare vassoi pieni di sapori diversi. Non solo, secondo la credenza popolare, se il fumo del falò va verso ovest o verso nord, il nuovo anno sarà positivo, se, invece, va verso est o verso sud, saranno mesi difficili.
Alghero, gli agrumi per augurare buona Epifania
Ogni anno, in occasione dell’Epifania, ad Alghero e provincia viene portata avanti una tradizione secolare dedicata ai più piccoli: quella de les estrenes. Le strenne, in italiano, non sono altro che dei doni fatti ai più piccoli per ricordare l’arrivo dei Re Magi (Los Tres Reis) alla mangiatoia di Gesù Bambino, ma, in quest’area di Italia, le offerte vengono fatte in modo molto insolito e curioso. I bambini si procurano un’arancia, spesso donata dal Comune o dagli adulti, e poi, il pomeriggio del 6 gennaio, vanno di casa in casa e di piazza in piazza per raccogliere spiccioli (i menuts, in sardo) che vengono infilati proprio nell’agrume, incastrati o inseriti in un foro creato per l’occasione. Le monetine sono sempre accompagnate dagli auguri di buona Epifania e di buon anno.
Matera, la Notte dei Cucibocca
Nella provincia di Matera, e in particolare nel comune di Montescaglioso, la notte del 5 gennaio è la Notte dei Cucibocca. Le losche figure, solitamente incappucciate, con il volto coperto e con una catena legata ai piedi, si aggirano per il centro storico minacciando i più piccoli di cucir loro la bocca (da qui il nome) e ordinando di stare in silenzio e di andare a dormire in modo che la Befana possa portare a termine le sue consegne. Secondo alcuni, questa antichissima tradizione è la personificazione del termine delle festività natalizie, un modo per passare da un periodo fatto di cibo e feste a uno più ordinato e morigerato, tipico della Quaresima che si avvicina. Tra gli adulti, invece, nella stessa zona c’è la tradizione dei “9 bocconi”, ossia l’assaggio di 9 prelibatezze tipiche della cucina lucana per salutare le dolcezze del Natale.
Urbania, la Festa Nazionale della Befana
A Urbania, in provincia di Pesaro e Urbino, dal 4 al 6 gennaio si tiene la Festa Nazionale della Befana, un evento che accoglie centinaia di visitatori da tutte le Marche, ma non solo. Protagonista è proprio l’anziana signora che porta dolcetti e giocattoli ai bambini buoni e carbone ai bambini che, invece, non si sono comportati bene. I tre giorni si aprono con il sindaco che dona le chiavi della città alla Befana e continuano con oltre 4000 calze appese lungo le vie della città e pronte ad accogliere i doni. Tra musica, mercatini e incontri, l’appuntamento più atteso è quello del 6 gennaio, quando la Befana scende in maniera acrobatica dalla Torre Campanaria del Comune. Un evento che ormai ha una lunghissima tradizione alle spalle ed è atteso soprattutto dai più piccoli.
Cuneo, la Fugassa d’la Befana
In Piemonte l’Epifania si presenta sulle tavole della provincia di Cuneo sotto forma di Fugassa d’la Befana, un dolce lievitato, spesso ricoperto di zuccherini, che ricorda un fiore. Tra gli ingredienti ci sono farina, zucchero, lievito di birra, latte, uova, burro e canditi, ma nasconde due piccole sorprese. Nell’impasto, infatti, vengono nascoste due fave, una bianca e una nera: mangiando il dolce, chi trova la fava bianca dovrà pagare la focaccia, chi, invece, trova quella nera dovrà pagare il vino, notoriamente più costoso. Non solo, in alcune zone della provincia, trovare la fava bianca è anche segno di buon auspicio; insomma, il modo migliore per iniziare il nuovo anno. Oggi è una tradizione che si è diffusa anche in altre aree della regione, ad esempio nell’Alessandrino.