Susanna Galli
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didattica a distanza
Fonte foto La Repubblica

Una professoressa di tedesco ha chiesto ad una studentessa di bendarsi per l’interrogazione. E’ successo a Verona, dove l’insegnante di liceo, temendo che l’alunna quindicenne “barasse”, durante la verifica in Dad, le ha imposto di coprirsi gli occhi. Vediamo cos’è successo.

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E’ il giorno dopo lo sciopero dei ragazzi contro la Dad. Sono stanchi, vogliono tornare sui banchi. Ma finché i dati sui contagi da Covid non migliorano gli studenti più grandi restano a fare lezione da casa, dietro a un monitor. La studentessa di secondo liceo, interrogata in tedesco, se la cava bene, forse un po’ troppo secondo la sua insegnante, che ha un dubbio. Che stia barando? Per esperienza i professori hanno imparato a riconoscere i trucchi usati dagli studenti per tenere sott’occhio libri e appunti, cellulari e computer connessi al web o altri suggeritori. Così l’insegnante chiede alla ragazza di bendarsi prima di procedere. E lei obbedisce. Prende una sciarpa e si copre gli occhi, continuando la prova alla cieca sotto lo sguardo imbarazzato degli altri compagni di classe che seguono la lezione da casa.

Studenti in subbuglio: "Non è tollerabile"

La notizia fa presto a diffondersi in chat, prima tra studenti e poi tra genitori, suscitando perplessità, indignazione, rabbia. Come racconta il Corriere della Sera - Veneto, un’associazione giovanile (La Rete degli Studenti) prende posizione contro l’accaduto, e tramite Camilla Velotta, già presidente della consulta provinciale degli studenti, afferma che “...non è tollerabile che la didattica a distanza, già di per sé un sistema fallace, diventi un pretesto per attuare misure repressive e violente nei confronti degli studenti”. A sentire i ragazzi dello stesso liceo, non si tratterebbe di un caso isolato: “Non è la prima volta, ci sentiamo presi di mira e siamo stanchi”. “Mi sono sentita a disagio, come se mi stessero accusando di imbrogliare”, ha detto la protagonista della storia parlando con i rappresentanti d’istituto e con gli esponenti della Rete degli studenti medi veronesi.Comunque ad essere allarmati per quanto successo non sono solo gli alunni e le loro famiglie. Il preside del liceo ha dichiarato al Corriere di Verona che la scuola si è già attivata per accertare i fatti. Nel caso di conferme si dice pronto a rispondere di conseguenza.

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