
La passione per le stelle di Daniele Borsari, 16 anni, è nata quasi per caso, grazie a una vecchia macchina fotografica che i suoi zii gli avevano regalato. "Era una macchina fotografica usata. Avrà avuto vent'anni", racconta Daniele.
"I miei zii l'avevano regalata a me e mio fratello senza una ragione precisa. Mi pare fosse l'estate del 2022". Inizialmente l'apparecchio è rimasto inutilizzato, fino a quando, una sera, Daniele ha deciso di provarlo: "Sono uscito in giardino e ho cominciato a scattare qua e là. Per caso ho puntato in alto e ho fatto una foto al cielo".
Quello scatto, "venuto completamente buio", è stato il primo passo di un percorso che lo ha portato oggi a vincere il premio giovani nella più importante competizione di astrofotografia del mondo: lo Zwo Astronomy Photographer of the Year, organizzato dall'Osservatorio reale di Greenwich.
La sua foto, che immortala assieme la nebulosa Testa di cavallo, la nebulosa Fiamma e Orione, non era nemmeno la sua preferita tra le dieci che aveva inviato. Nonostante ciò, l'immagine ha catturato la giuria e si è aggiudicata il primo premio.
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Il premio con la sua “Nebulosa California”
È stato emozionante, racconta la giovane promessa della fotografia, e quello di quest'anno non è neanche il primo riconoscimento per lui. “Avevo vinto anche l’anno scorso”, spiega Daniele, rivelando una certa familiarità con l'argomento.
Nel 2024, infatti, era già stato invitato con la sua famiglia a una visita privata della mostra che espone le immagini vincitrici. Quell'anno si era aggiudicato il premio con la foto della nebulosa California: “Si chiama così per la sua forma. È colorata di rosso, ma è immersa in una zona di polveri e nubi tra il grigio e il marrone”.
Lo scatto che gli ha fatto conquistare il podio quest’anno è, invece, un’opera in bianco e nero, in cui "sembra di vedervi le involuzioni delle fiamme dell’inferno, tanto la materia che mostra è definita e tormentata". Un risultato inaspettato anche per lui.
E per completare il suo trionfo, un'altra delle sue foto, che ritrae la nebulosa Squalo e la nebulosa Pesce Marcio, è arrivata al terzo posto.
Dalla prima foto ad oggi
La trasformazione da profano a esperto della fotografia "spaziale" è avvenuta in pochissimo tempo, da quel regalo ricevuto. La sera dopo la prima foto venuta completamente nera, ha riprovato e "stavolta sono comparse alcune stelle". Un piccolo successo che lo ha spinto a non mollare, a mettersi a studiare.
La fortuna è stata sapere bene l’inglese, potendo così cercare tutorial su Internet per migliorare, conoscendo nuove attrezzature, imparando a usare software sempre più complessi.
Un passo dopo l’altro, Daniele ha capito come muoversi e si è avvicinato al mondo degli astrofili: “Spesso frequento l’osservatorio del gruppo astrofili bergamaschi. Ci scambiamo consigli o aggiornamenti su software e attrezzature”, ha detto, sottolineando l’importanza della condivisione di una passione come la sua.
La fotografia e la scuola: un equilibrio possibile
Passare le notti a scattare foto al cielo non è, però, proprio un gioco da ragazzi. Daniele, che frequenta il quarto anno dell'Istituto tecnico di Gazzaniga con indirizzo meccatronica, sa bene che conciliare le due cose non è facile. “I primi tempi dovevo mettere la sveglia nel cuore della notte per riposizionare gli strumenti”, ha raccontato. Un’impresa, soprattutto d'inverno, "con il vento e meno dieci (gradi)". Ma la passione a volte è più forte del freddo.
Oggi, per fortuna, l’attrezzatura è quasi automatica e "riesco a dormire". Al tramonto allinea gli strumenti e "imposto le coordinate da seguire nel corso della notte". La mattina, poi, scarica le immagini per sistemarle con i software: "L’elaborazione non è meno importante o creativa dell’acquisizione", ha spiegato, dimostrando che l’astrofotografia non è solo premere un pulsante, ma è un vero e proprio processo creativo, che richiede pazienza e studio.
Il futuro con l’astronomia: un hobby, non un mestiere
Nonostante le sue competenze e i riconoscimenti ottenuti, Daniele ha però le idee chiare per il suo futuro nell’astronomia: "Preferirei essere libero di osservare il cielo quando ne ho voglia", ha detto, mostrando una maturità e una consapevolezza che vanno oltre la sua giovane età.
Lui, infatti, non vuole che l’astronomia diventi un mestiere, perché teme che, se lo fosse, perderebbe la sua magia: "Sarei costretto a dedicarmi anche quando ne ho meno voglia, e a scattare delle foto di fretta solo per soddisfare una tabella di marcia imposta dal lavoro", dice.
“La cosa più bella è esplorare il cielo e decidere da soli cosa fotografare”, ha concluso. Per lui, la bellezza sta proprio nella libertà di sperimentare e creare un'immagine unica, che non è la migliore, ma è proprio la mia.