ImmaFer
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La pigrizia può essere segno di intelligenza, lo dice uno studio articolo

Secondo uno studio condotto presso la Florida Gulf Coast University, le persone con un forte "bisogno di cognizione", ovvero la propensione a impegnarsi in pensieri complessi, tendono a muoversi meno, e quindi a risultare "più pigre". Al contrario, le persone percepite "meno pigre", invece, potrebbero essere più fisiche perché hanno bisogno di stimolare la mente con attività esterne, sia per sfuggire ai loro pensieri sia perché si annoiano rapidamente. 

Indice

  1. I criteri della ricerca
  2. Il legame tra pensiero profondo e inattività 
  3. Pigrizia come segno di intelligenza

I criteri della ricerca

La ricerca ha coinvolto 60 studenti universitari divisi in due gruppi: uno con un alto livello di NFC (Need for Cognition, ovvero curiosità intellettuale) e uno con un basso livello. Per una settimana, i partecipanti hanno indossato dispositivi che registravano i loro movimenti ogni 30 secondi, raccogliendo dati su circa 20.000 misurazioni per ciascun soggetto. I risultati hanno rivelato che il gruppo con NFC più basso era significativamente più attivo rispetto a quello con NFC alto.

Il legame tra pensiero profondo e inattività 

Questa scoperta richiama alla mente i classici stereotipi cinematografici che separano "secchioni" e "sportivi" in due categorie nettamente distinte tra loro, ma la relazione tra intelligenza e attività fisica è meno semplicistica di così. È importante notare che il quoziente di NFC non è sinonimo di intelligenza, quindi QI più alto. Individui con un quoziente intellettivo inferiore possono nutrire un grande interesse per le sfide intellettuali, mentre persone con un alto QI potrebbero desiderare di "sfuggire" dai propri pensieri, ed essere quindi meno pigre.

Pigrizia come segno di intelligenza

Appurato che molti scelgano l'attività fisica per sfuggire ai propri pensieri, indipendentemente dal livello di intelligenza. Lo studio propone una nuova prospettiva sull'idea di pigrizia, suggerendo che potrebbe essere un segno di maggiore riflessione. Tuttavia, è essenziale considerare anche le conseguenze negative di uno stile di vita sedentario, come avverte McElroy, professore e autore dello studio.

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