
Non è solo un simbolo della cucina italiana o il piatto della domenica in famiglia: la pasta ha un effetto diretto sul benessere emotivo. A dirlo è una ricerca condotta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e pubblicata sulla rivista Food Science & Nutrition, che ha analizzato l’impatto psicologico del consumo regolare di pasta sugli italiani.
Secondo lo studio, chi consuma pasta almeno tre volte alla settimana mostra livelli più elevati di felicità, meno stress e una migliore qualità della vita. Un dato che emerge con chiarezza dall’analisi condotta su un campione rappresentativo di 1.532 adulti italiani.
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Felicità nel piatto: cosa dice la ricerca
La ricerca è stata guidata dal professor Francesco Pagnini, docente ordinario di Psicologia clinica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, con esperienza accademica anche all’Università di Harvard. Il lavoro è stato realizzato con il supporto del Gruppo Barilla, che ha sostenuto l’indagine.
I risultati parlano chiaro: il 41% dei partecipanti associa la pasta alla famiglia, il 21% a emozioni positive e il 10% a una sensazione di piacere. E non si tratta solo di percezioni: chi mangia pasta abitualmente ha riportato sensazioni concrete come sazietà (34%), soddisfazione (29%) e, in un caso su dieci, un senso autentico di felicità.
Pasta e benessere: il ruolo della serotonina
Lo studio sottolinea anche un legame fisiologico. Il consumo regolare di pasta è infatti associato a una maggiore produzione di serotonina, il neurotrasmettitore che contribuisce a regolare umore, appetito e qualità del sonno.
Il potere della condivisione a tavola
Uno degli aspetti più interessanti messi in luce dalla ricerca è il valore sociale del pasto. Secondo i dati, mangiare pasta in compagnia amplifica i benefici psicologici.